martedì 4 maggio 2010

La parola come male e come cura

Neurologia e psichiatria sono due branche della medicina che si occupano del medesimo organo e delle patologie che lo affliggono. Tendenzialmente, la prima riconosce cause esclusivamente organiche alle patologie che studia mentre la seconda non sempre riesce a fornirne un correlato biologico.
Chiaramente, la neurologia si interessa del sistema nervoso in toto sia di quello centrale (cervello) che di quello periferico (nervi e gangli) mentre la psichiatria si occupa esclusivamente dell’influenza delle patologie che riguardano il cervello (ma anche altri organi)  sul comportamento dell’individuo.
Vi è insomma una sorta di separazione tacita tra le due discipline: da una parte la neurologia cura le patologie dei sistema nervoso che occasionalmente possono dar origine a disturbi del comportamento (demenze, agnosie, sindrome di Capgras e così via) dall’altra la psichiatria si occupa di tutti quei comportamenti che manifestano una devianza dalla norma, una malattia mentale (mental disorder) per poi ricercarne le cause.
L’aspetto fondamentale che divide neurologia e psichiatria è dato dal fatto che la prima ricerca sempre cause organiche alla manifestazione di una patologia (p.e. emicrania, epilessia, sclerosi laterale amiotrofica e così via) mentre la seconda riconosce sia cause organiche (depressione, schizofrenia, autismo e così via) che cause ambientali (fobie, parafilie e così via).
In realtà, sia per il fatto che fino agli anni 70 del secolo scorso in Italia erano riunite nella branca neuropsichiatria, sia per la tendenza in atto ai giorni nostri[1], entrambe le discipline riconoscono un campo di interessi comune che presenta notevoli intersezioni, specie se si considerano genericamente le patologie del sistema nervoso centrale. Questo ovviamente al di là di quella branca chiamata neuropsichiatria infantile, che mantiene una propria distinzione neurologica e psichiatrica per la specificità del soggetto in esame, vista la sua immaturità organica, il suo divenire morfologico-caratteriale e così via.

Il dibattito sulle cause delle malattie psichiatriche è ampio e ha dato origine a una serie di specializzazioni sia per quanto riguarda l’ambito di intervento che per l’approccio metodologico (psichiatria forense, psichiatria militare, psichiatria infantile, psiconcologia, psichiatria biologica, psichiatria sociale e così via, per una rassegna più esaustiva vedi qui).
Un aspetto fondamentale rimane però irrisolto, e potrebbe rimanerlo finchè non saranno chiariti i meccanismi di azione del pensiero, ovvero: posto che un’anomalia organica o un difetto funzionale possono essere all’origine di una patologia della psiche, quali sono i meccanismi che agiscono, per esempio, in un disturbo causato da comportamenti altrui in età infantile? Non sono forse “solo” parole quelle che potrebbero agire? O anche se fossero atti motori, su quale struttura e in che modo agirebbero?

Perché, in sostanza, le parole hanno questa enorme valenza? Perché, pur essendo impalpabili, possono agire come un qualsiasi sistema fisico, e ovviamente non considerando in questo computo solo le parole altrui ma anche le proprie, quelle che servono a ricostruire e giustificare gli eventi?

La psicoterapia è una metodica di cura psichica che fa uso principalmente della parola e della relazione paziente-terapeuta e di solito si contrappone alla cura farmacologica. Ne esistono diverse scuole (di gruppo, psicodinamica, cognitivo comportamentale, breve eccetera) e ognuna fa riferimento a un apparato concettuale distinto.
Non so se esiste una terapia psichica per ogni corrente di studi psicologici, ma così a puro titolo esemplificativo, nel Dizionario di Psicologia di U. Garimberti, esistono più di 80 voci relative a qualche specializzazione degli studi di psicologia, tra le quali si trovano anche una Psicologia della vita, una Psicologia del traffico e una Psicologia industriale. Sembrerebbe che qualunque attività umana possa essere studiata nel campo particolare in cui si manifesta, come esempio individuale di comportamento mentale, con regole e meccanismi specifici di ogni singola scuola. È un po’ come, per fare un paragone azzardato, studiassimo la fisiologia normale in diversi ambienti e situazioni e ne traessimo conclusioni ogni volta diverse. È certo che essere lanciati col paracadute o trovarsi distesi sul letto presentano parametri fisiologici diversi, ma diversi nella quantità non nella qualità. Entrambe le condizioni sono all’interno di quel range che permette l’esistenza degli umani.

Per tornare alla psicoterapia, si rileva che le diverse metodiche sono in grado di ottenere ognuna un qualche successo[2],[3],[4],[5], legato probabilmente all’induzione di uno stato di convincimento nel paziente o alla creazione di un ambiente di relazione paziente terapeuta che modifichi la rappresentazione del sé del paziente.

Mi piacerebbe analizzare in seguito i vari metodi usati dalle diverse terapie psicologiche e verificare se esistono elementi in comune. Per adesso vorrei soltanto accennare al ruolo dell’autoconvincimento nella formazione di credenze particolari o nell’induzione di stati mentali distorti.
(to be continued…)


[1] Taber KH, Hurley RA, Yudofsky SC., Diagnosis and treatment of neuropsychiatric disorders, Annu Rev Med. 2010;61:121-33.

[2] Andrew M. Kuller, Brian D. Ott, Robert M. Goisman, Laurel D. Wainwright, Rebecca J. Rabin, Cognitive Behavioral Therapy and Schizophrenia: A Survey of Clinical Practices and Views on Efficacy in the United States and United Kingdom,Community Mental Health Journal, 2009, 46, 1, p. 2-9
    DOI  - 10.1007/s10597-009-9223-6
    Link  - http://www.springerlink.com/content/t1513v0836j25714
[3] Wykes, T., Steel, C., Everitt, B., Tarrier, N. (2008). Cognitive behavior therapy for schizophrenia: Effect sizes, clinical models, and methodological rigor. Schizophrenia Bulletin, 34(3), 523–537.
[4] Zimmermann, G., Favrod, J., Trieu, V. H.,  Pomini, V. (2005). The effect of cognitive behavioral treatment on the positive symptoms of schizophrenia spectrum disorders: A meta-analysis. Schizophrenia Research, 77, 1–9.
[5]William H. Sledge, Susan G. Lazar, Robert J. Waldinger, Psychotherapy Is Worth It: A Comprehensive Review of Its Cost-Effectiveness,  Link    http://tinyurl.com/3243p83

9 commenti:

  1. weee ciao pascucci e certo che tengo sto coraggio, lo dico e affermo anche che toccherà rivedere molte cose nel èubblico impiego anche qui in italia patria del sindacalismo da soviet ultracastista, scusa se vengo a trovarti poco è che ho poca volgia sto periodo di star nella paittaforma

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  2. Gran bel post, Paopasc. Davvero chiaro.

    Come dici tu, le parole hanno una grossa importanza. Anche molto concreta. Lo so che vado fuori tema, ma non posso non ricordare un ragazzino della mia comunità, per il quale fa una differenza enorme dire "adesso studio" (cosa che si rifiuta categoricamente di fare) e "adesso leggo il capito e lo ripeto finché non lo so" (cosa che accetta di buon grado).

    Inoltre spesso le parole ci aiutano a "ricostruire" gli eventi (certo, a volte anche a peggiorarli). Conoscerai meglio di me il concetto di "ristrutturazione", ovvero il meccanismo mentale che permette di ricostruire un evento spiacevole dandogli una valenza positiva (ad esempio con l'ironia o col ragionamento logico).

    Ragazzi, quando inizio a scrivere, per piacere, fermatemi.

    andre

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  3. grazie Andrea. Ottima osservazione, è proprio un aspetto fondamentale dell'uso linguistico, la ristrutturazione.

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  4. Concordo nel dire che è un bel post e aspetto anche io il seguito.
    Però (sai quanto sono puntigliosa e rompipalle) non è esatto dire che la psicoterapia è in contrapposizione alla psichiatria. A parte il fatto che le più moderne tecniche neuroscientifiche stanno dando ragione alle prime intuizioni di Freud trovando il riscontro biologico che lui (nato neurologo) non poteva trovare pur avendolo cercato tanto. La branca si chiama neuropsicoanalisi. Spiega come lo stress e gli eventi della vita modificano il nostro cervello e quindi il nostro comportamento ma anche come i farmaci e la psicoterapia modificano il nostro cervello e come farmaci e parole interagiscono insieme per un miglior effetto curativo. Oggi uno psicoterapeuta che non riconosca l'importanza di usare in certi casi i farmaci si condanna al fallimento. E per contro gli psichiatri che non sono anche psicoterapeuti si appoggiano a chi lo è pena lo stesso rischio di fallimento.
    La terapia per le malattie mentali è necessariamente integrata

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  5. Giusta notazione Manu. Ho il testo di Luigi Solano davanti agli occhi Tra mente e corpo e non pensare che non conosca o riconosca al mentale un'influenza bidirezionale sul corpo.
    Quel contrappone era soltanto per l'apparato concettuale che sosteneva i due approcci terapeutici e che ora dovrebbe essere sempre più abbandonato. Dico dovrebbe, perchè nella realtà (esperienze personali) i medici si accontentano delle pillole. Ancora.

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  6. grazie Andrea. Ottima osservazione, è proprio un aspetto fondamentale dell'uso linguistico, la ristrutturazione.

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  7. Concordo nel dire che è un bel post e aspetto anche io il seguito.
    Però (sai quanto sono puntigliosa e rompipalle) non è esatto dire che la psicoterapia è in contrapposizione alla psichiatria. A parte il fatto che le più moderne tecniche neuroscientifiche stanno dando ragione alle prime intuizioni di Freud trovando il riscontro biologico che lui (nato neurologo) non poteva trovare pur avendolo cercato tanto. La branca si chiama neuropsicoanalisi. Spiega come lo stress e gli eventi della vita modificano il nostro cervello e quindi il nostro comportamento ma anche come i farmaci e la psicoterapia modificano il nostro cervello e come farmaci e parole interagiscono insieme per un miglior effetto curativo. Oggi uno psicoterapeuta che non riconosca l'importanza di usare in certi casi i farmaci si condanna al fallimento. E per contro gli psichiatri che non sono anche psicoterapeuti si appoggiano a chi lo è pena lo stesso rischio di fallimento.
    La terapia per le malattie mentali è necessariamente integrata

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  8. weee ciao pascucci e certo che tengo sto coraggio, lo dico e affermo anche che toccherà rivedere molte cose nel èubblico impiego anche qui in italia patria del sindacalismo da soviet ultracastista, scusa se vengo a trovarti poco è che ho poca volgia sto periodo di star nella paittaforma

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