mercoledì 4 agosto 2010

Cinismo e idealismo


Mi capita a volte di parlare con individui che rappresentano il seguente pensiero. Si parla di politica, chiaramente, che, alla pari del calcio, è considerato ambito di competenza da chiunque. Il pensiero è questo: anche gli uomini politici sono, in un certo qual modo, impotenti, di fronte alle grandi decisioni, che vengono prese, invece, dai gruppi di potere, soprattutto economico, ma anche dai gruppi di potere militare o comunque occulto. E inoltre: chiunque governi, sempre sarà rappresentante degli interessi di una parte, degli industriali o dei lavoratori, dei militari o dei pacifisti, di quelli di destra o di quelli di sinistra. Come dire che la parte di ingiustizia insita nell’agire di questi rappresentanti “parziali” è inevitabile, non vi si sfugge, è connaturata al comportamento umano.
Il risultato finale di questo insieme di pensieri sulla parte politica della nostra vita è il quadro di un’accozzaglia di individui che tramano nell’ombra, che muovono le pedine, che fanno eleggere questo e quello, che scatenano guerre, che ci vendono benzina finchè c’è il petrolio e poi ci venderanno le auto a idrogeno, e così via, con tutta una serie di concetti sulla stessa lunghezza d’onda.
Non entro nel merito di ogni singola affermazione, perché più che altro mi interessa osservare che personalità c’è dietro questo modo di pensare.
A questo genere di atteggiamento oppongo quello di chi è disposto a battersi per i diritti universali, per gli animali in via di estinzione, per le popolazioni dell’Amazzonia, per la libertà di pensiero e così via. In genere, questo tipo di persona focalizza il suo bersaglio e agisce direttamente o indirettamente su di esso per modificare gli eventi. Non riesco a comprendere bene se pensa di poter modificare le decisioni dei governi o se si appaga comunque, anche se non arriva a soluzione, del suo non stare fermo, del non subire passivamente, sta di fatto che in qualche modo agisce.
Un portato di questo genere  di pensiero è l’etichettamento preventivo di ogni singola categoria o classe sociale: sei industriale, sei il male, sei squattrinato, sei il bene, sei dell’establishment, sei il male, sei periferico, sei il bene, e via di questo passo.
Anche in questo caso, ciò che mi interessa di più è comprendere che tipo di personalità c’è dietro questo modo di essere.

Per non generare confusione terminologica chiamo i primi i cinici e i secondi gli idealisti.
Si, lo so, già i due termini caratterizzano, per la loro connotazione più negativa o più positiva rispetto a un ipotetico termine neutro. Però così è, lo notiamo ma non possiamo farci niente.

Io noto che il cinico non spera nel futuro, se non in quello che può costruirsi da solo, sgomitando. Il quadro che dipinge è fosco: l’umanità fa schifo, tutta, ma è così e non ci si può fare niente, meglio quindi prendere tutto quello che capita a portata di mano e non aspettarsi niente dagli altri, perché niente arriverà. Ora, io ne dipingo dei tratti estremi, è accettabile anche una serie di tipi con un pensiero più morbido: comunque, più morbido o più duro, la sostanza non cambia, in questi individui è carente l’aspettativa, tema caro a Panksepp e alla Grandin. Jaak Panksepp, citato da Temple Grandin (Grandin 2010), divide le emozioni primarie in quattro gruppi fondamentali:

anticipazione
rabbia
paura
panico.
Tranquilli, ve ne sono anche alcune positive, Libido, Accudimento e Gioco, ma per ora ci interessa l’ anticipazione.
L’anticipazione è, in definitiva, l’aspettativa. L’aspettativa riguarda sia eventi e sensazioni già provati sia quelli mai sperimentati. Infatti, la curiosità per l’esplorazione fa parte proprio di quelle caratteristiche adattive necessarie all’investigazione dell’ambiente e appartiene a molte specie, umana inclusa. È grazie all’anticipazione che si costruisce la volizione, con la capacità di mantenerla costante per il tempo necessario a realizzare ciò che si è anticipato.
Questo mi fa riflettere anche sulla preferenza di alcuni per le ricompense immediate rispetto a quelle posticipate. C’entra qualcosa con i nostri cinici? In fondo, un cinico, con la forma di pensiero che si ritrova, tutto può sperare tranne che nel futuro, o almeno in un  futuro positivo causato da suoi simili. È vero che il cinico non si aspetta niente, né ora né dopo, però in definitiva possiamo associare la sua difesa dalla delusione con  una ricompensa immediatissima. Praticamente, il cinico nemmeno aspetta di sapere se ci sarà una ricompensa, gode nel non dover sopportare nessuna delusione. Più anticipazione di così!
Proviamo anche a individuare il tipo sociale cui potrebbe appartenere questa caratteristica.
Vedo il cinico come più che altro di sesso maschile, formato, nel suo cinismo, dalle esperienze, spesso deludenti, apparentemente sicuro di sé, che è tipico di chi si aspetta sempre il peggio e quindi non rimane sorpreso di una mancata buona notizia, e capace di controllare la situazione che, nella maggior parte dei casi, è controllo della reazione emotiva agli eventi. Se gli eventi li si prevede sempre nella loro forma peggiore non si prova la delusione per l’assenza di un feedback positivo e, di converso, nemmeno si fa mostra di sorpresa per un evento positivo imprevisto anzi, si cerca di demolirlo.
È lecito anche pensare che non esiste un’unica tipologia di cinico né, d’altra parte, per esserlo, bisogna presentare tutti i sintomi al massimo grado. Diciamo, piuttosto, che quello del cinismo è un modo di affrontare la realtà che interpreta il ruolo detto sopra: controllo degli eventi dal punto di vista della reazione emotiva per non subire delusioni.

 Non dovrebbe essercene bisogno ma chiarisco che il termine cinico qui utilizzato (ma se ne potrebbe usare tranquillamente un altro, dichiarato il genere di significato che gli attribuisco) non ha  a che fare con la corrente filosofica di Antistene ma piuttosto con il significato che ha assunto correntemente.

L’aspetto più negativo di questo modello di comportamento è il quasi totale azzeramento della prospettiva futura, dell’impegno per l’esecuzione di un progetto, del tentativo di realizzare un sogno. Una sorta di appiattimento della volontà, inteso come capacità di credere nel futuro. Questa assenza di prospettiva inibisce anche il proprio impegno nella crescita dei rapporti, essendo inteso che dagli altri non c’è niente da aspettarsi (di buono).

Ripeto che quello che presento è un prototipo estremo di questo genere di individui. Ciò che mi preme è verificare se vi sia correlazione tra capacità di impegno di lungo periodo (impegno interpersonale, impegno economico, impegno intellettuale, impegno civile ecc.) e necessità di manifestare fiducia nei confronti del futuro, e degli enti coinvolti, tra i quali molti umani. E se da quest’obbligo di manifestare un’anticipazione positiva nei confronti del futuro non provenga anche, come effetto collaterale, l’ amarezza dei tradimenti, dei voltafaccia, le disillusioni e tutta la compagnia di emozioni che accompagna l’incontro con una realtà sperata diversa.

Non che il cinico non pensi al futuro in chiave egoistica e non disegni progetti ambiziosi, ma l’intento generale va al di là della  normale  gestione del proprio interesse. L’assenza di empatia gli impedisce di pensare in termini di guadagni comuni, cioè non che vi si opponga se si manifestano indipendentemente, ma la mancanza di fiducia nel prossimo gli impedisce di focalizzarlo (il prossimo) come elemento nella propria preparazione strategica.

Ora, per non spostare la cosa troppo sul versante sociologico, provo a delineare qualche spiegazione che comprenda questi due opposti atteggiamenti: quelli del cinico (sul quale mi sono dilungato) e quelli dell’idealista (che può essere visto come il contrario del primo).
(continua)

21 commenti:

  1. "Il cinico gode nel non dover sopportare alcuna delusione". Il cinico gode soltanto all'incontro col suo opposto: gode all'incontro con l'idealista, incontro/scontro nel quale si sente sempre vincente, giocando egli "in difesa". Il cinico si manifesta soltanto in presenza di "assoluti", non sa vivere nel compromesso, perciò non possiede l'idea di futuro. Il cinico non ostacola l'idealista, lo guarda con aria di compatimento e fa gli scongiuri perche egli, l'idealista, fallisca. Il cinico gode di un buio riflesso, è l'ombra dell'idealista. Vale anche il contrario. Secondo me, Paopasc, tu sei un cinico idealista, è che sei cinico con te stesso e idealista col resto. Prova a fare il contrario, così fai una lobby, dopo fai politica, e indi noi ti si vota, perdinci!
    B

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  2. Dici che ho un contrasto interiore?
    dici che sono cinico con mire idealiste?
    e comunque, visti i tempi che corrono, parlare di elezioni non è a sproposito, e sia come sia, già un voto (almeno nelle intenzioni) l'ho raggranellato: evvai!

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  3. Ma quindi, nell'attuale panorama politico italiano, cinica è le destra nei confronti della diaspora idealista (non ostacolata ma guardata con aria di compatimento facendo gli scongiuri affinché fallisca)? O lo è la sinistra nei confronti della destra per gli stessi motivi? O viceversa?

    Scherzi a parte. Il post mi è piaciuto molto. Attendo il seguito.

    Saluti

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  4. Nel momento in cui scrivevo, Dioniso, avevo l'idea di definire il cinismo come la perdita della speranza nel futuro, ma la cosa non è così semplice. Il riferimento alla Grandin (tra l'altro ottimo libro e vi consiglio di comprarlo) suggerisce che anche un comportamento come la stereotipia comportamentale degli animali in cattività non sempre è negativa versus quegli animali sempre in cattività che non la presentano. Anche se l'animale rinchiuso sta sempre peggio di quello libero, quello che presenta stereotipie a volte sta meglio e a volte sta peggio del suo omologo ristretto che non le presenta. Il cinismo e l'associazione che ne faccio non possono essere una cosa così semplice. Ma non temete, nel prosieguo cerco di spiegarmi meglio.

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  5. Sicuramente non esiste un unica tipologia di cinico, chiaramente una parola rappresenta anche tante sfumature, ma, per rimanere in tema di esempi... come mai quelli che hanno i tratti più evidenti e marcati, senza empatia e apertura al futuro, albergano tutti in quel di Roma? (oddio albergano è già tanto visto che le assenze durante le votazioni dicono il contrario).

    O meglio giro la domanda: ci sono categorie dove il cinismo è più presente? e altre dove a farla da padrone maggiormente, è l'idealismo?

    Mi hai ispirato tante domande stamani!
    Rosalba

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  6. Quello che dice la vulgata, Rosalba, che è quello che affermi anche tu, è che c'è una classe o categoria di persone che meglio di altre rappresenta il prototipo della persona in qualche modo "spietata". Inteso non nel senso che è impegnato a torturare la gente (?) ma in quello che più che spesso sfrutta le debolezze altrui per trarne un guadagno. Ne potrebbe conseguire che un sottoprodotto di questo atteggiamento o al limite una caratteristica secondaria è anche quella di una certa dose di cinismo, ovvero sfiducia nelle ipotesi basate sulla buonafede delle persone. Infatti ho l'impressione che in quel genere di ambienti, albergano, come dici tu, molte caratteristiche che nel nostro vicino di casa troveremmo negative. Chissà perchè, per il solo fatto di identificarci con una parte, ci soprassediamo.

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  7. Chissà perché pensando al cinico mi è venuto in mente "L'uomo in frack": un cilindro per cappello un garofano all'occhiello, non si sa da dove viene ne dove va…e poi è nota la sua fine!

    Ho sempre associato il cinismo alla mancanza di qualcosa, Pa.

    Bello, bello, ma proprio bello il post!

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  8. Come proverò a spiegare, Anna, di solito un umano non si può rinchiudere in un'unica definizione, per cui forse non solo il cinismo appartiene all'uomo in frack, anche se il cinismo prevede la mancanza di aspettative (dagli altri, non in generale dagli eventi) ma pure la perdita di motivazione o la delusione non cinica.
    Distinguerei però tra diverse "mancanze di qualcosa": tipo quella del cinico e quella di chi è semplicemente deluso. Nel primo caso la "difesa" dalla delusione è trasformata in "offesa" che modifica le aspettative verso gli altri, degradandoli, nel secondo caso invece la delusione scava un solco che demotiva, quindi si riversa sul soggetto più che sugli altri.
    Grazie ma proprio grazie!

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  9. Caro Paopasc, leggo solo adesso, e chiedo venia, questo post davvero molto bello.
    Volendo circoscrivere le mie motivazioni al mio ambito lavorativo, per me il cinico è il docente prossimo alla pensione, deluso dalla scuola che non riconosce più, ormai stanco, delle volte stufo, con la motivazione sotto le scarpe,gratificato dalla sola idea dell'imminente quiescenza, specialmente se col bonus! E chi siè visto, si è visto!
    Chi è l'idealista? Per restare nello stesso ambito, secondo me potrebbe essere benissimo la nostra carissima Annarita, paladina di una categoria che, nonostante tutto, resiste, all'insegna dell'ottimismo, della motivazione, della cultura e della sua divulgazione e del bene di una Scuola che ha bisogno di rinascere per il bene della società.
    Se ho scritto...fesserie, scusami, me lo puoi dire, io non mi offendo(quasi)mai!
    Un caro saluto,
    maria I.

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  10. Hai reso molto bene, Maria, con ottimi esempi, le due categorie tipo di persone. Nel modo di procedere dell'idealista, che tu identifichi correttamente con Anna, vi deve essere per forza la palese o segreta fiducia nell'altro, la "buona" aspettativa.
    Per usare una metafora forse impropria l'idealista è come quel macchinario che non fa solo il proprio obbligato movimento, ma lo fa più liberamente, più fluidamente, più precisamente di tutti gli altri. Di questo l'umano che controlla il macchinario può non accorgersi, a meno che non abbia occasione di verificare il funzionamento degli altri macchinari.
    Come vedi, non hai scritto nessuna fesseria, tutt'altro!

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  11. Beh, sicuramente Pa, l'essere umano non può essere ingabbiato in una unica definizione, come tu affermi. Ci saranno anche altre caratteristiche nel cinico come pure nell'idealista. Discutendo, però, di categorie generali a me è venuta spontanea l'associazione dell'uomo in frack forse perchè, eccetto i casi in cui il cinismo può arrecare danni all'atrui incolumità, il cinico mi desta una sorta di compassione e sono portata a ravvisarvi in ogni caso elementi da comprendere più che da stigmatizzare...ma forse sono un po' strana, Pa.

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  12. Maria, Pa, può capitare anche che l'idealista venga assimilato al Don Chisciotte, che nulla realizza, mentre il cinico venga visto come la persona concreta che va al sodo delle cose senza perdersi in chiacchere...

    Questo avviene e lo sapete bene cari amici! Per dire che le due stesse categorie, idealista e cinico, possono assumere la prima un significato positivo e la seconda un significato negativo...oppure ciascuna l'esatto contrario.

    Mi fermo qui perché mi chiamano per il mare, ma è un discorso che vorrei riprendere e approfondire.

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  13. Sono perfettamente d'accordo con te Anna, quando affermi che spesso vi è fraintendimento sulle reali intenzioni o atteggiamenti delle persone. Sul fatto delle categorie dico solo che sono utili alla definizione di tipi teorici, che difficilmente si incontrano nella realtà, mentre si trova più spesso un insieme composito di tipologie, insieme alla plasticità dell'atteggiamento, che può variare in seguito a eventi esterni.
    Anche il giudizio sbagliato che molti manifestano io credo che provenga da un'effettiva difficoltà di comprendere le intenzioni altrui quando sono celate dalla maschera sociale. E forse, questo fatto si deve anche alla mancanza di pratica con uno strumento, il linguaggio verbale, tutto sommato nuovo.
    Quanto a me, preferisco sempre il Don Chisciotte, anche se non realizza nulla, e i motivi li spiegherò prima o poi.
    ...il mare non si fa attendere, tanto il discorso lo possiamo riprendere quando vogliamo invece il sole e il bel tempo, a mo' di uncapriccio, pososno fare sgradite sorprese.
    ahahahahaha
    ciao Anna

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  14. Scusa, Paopasc,ma questa discussione mi interessa molto. Voglio dire ad Annarita che sul cinismo dell'uomo in frack mi trova perfettamente d'accordo.
    Anzi, io lo vedo proprio al di qua di un fiume,lui, povero cinico, in procinto di cercare la fine dei suoi giorni. Dall'altra sponda l'idealista,...forse un angelo, vestito da passante,che gli grida:
    "Meraviglioso,...ma come non t'accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso! Ma guarda intorno a te che doni t'hanno fatto...ti hanno inventato il mare!...
    Annarita e Paolo,chiedo perdono...in ginocchio a voi e al grandissimo Modugno!
    Vi voglio bene, amici.
    Non sono io....è il caldo...africanoooo!
    Ciao
    m.(ha una reputazione da difendere!)

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  15. ahahahahaha, sei forte Maria!
    Però io non vi vedo il cinismo nel suicidio. Sembrerebbe quasi che in questo modello di comportamento risiedano due caratteristiche: una è la perdita di fiducia nel prossimo, che vela di nero anche il futuro, l'altra è il modo di farvi fronte. Il cinismo, lo vogliate o no, è adattivo, perchè permette di sopravvivere (il cinico non pensa al suicidio) mentre quell'insieme composto da delusione e depressione e perdita di fiducia che porta al suicidio non lo è. Forse entrambe queste situazioni sfruttano alcuni aspetti di numerose emozioni e atteggiamenti e forse la psicologia è ancora più complessa della meccanica quantistica!

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  16. Che la psicologia sia più complessa della meccanica quantistica, a maggior ragione per me, lo credo anch'io, Paopasc!
    Nel commento precedente...si trattava, evidentemente di uno scherzo!
    I Siciliani "semu spiritusi...assaaaaiii!".
    Grazie! Buona giornata!
    maria I.
    P.S: Auguriii!!!, Gaetano!

    RispondiElimina
  17. ahahahahaha, sei forte Maria!
    Però io non vi vedo il cinismo nel suicidio. Sembrerebbe quasi che in questo modello di comportamento risiedano due caratteristiche: una è la perdita di fiducia nel prossimo, che vela di nero anche il futuro, l'altra è il modo di farvi fronte. Il cinismo, lo vogliate o no, è adattivo, perchè permette di sopravvivere (il cinico non pensa al suicidio) mentre quell'insieme composto da delusione e depressione e perdita di fiducia che porta al suicidio non lo è. Forse entrambe queste situazioni sfruttano alcuni aspetti di numerose emozioni e atteggiamenti e forse la psicologia è ancora più complessa della meccanica quantistica!

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  18. Beh, sicuramente Pa, l'essere umano non può essere ingabbiato in una unica definizione, come tu affermi. Ci saranno anche altre caratteristiche nel cinico come pure nell'idealista. Discutendo, però, di categorie generali a me è venuta spontanea l'associazione dell'uomo in frack forse perchè, eccetto i casi in cui il cinismo può arrecare danni all'atrui incolumità, il cinico mi desta una sorta di compassione e sono portata a ravvisarvi in ogni caso elementi da comprendere più che da stigmatizzare...ma forse sono un po' strana, Pa.

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  19. Caro Paopasc, leggo solo adesso, e chiedo venia, questo post davvero molto bello.
    Volendo circoscrivere le mie motivazioni al mio ambito lavorativo, per me il cinico è il docente prossimo alla pensione, deluso dalla scuola che non riconosce più, ormai stanco, delle volte stufo, con la motivazione sotto le scarpe,gratificato dalla sola idea dell'imminente quiescenza, specialmente se col bonus! E chi siè visto, si è visto!
    Chi è l'idealista? Per restare nello stesso ambito, secondo me potrebbe essere benissimo la nostra carissima Annarita, paladina di una categoria che, nonostante tutto, resiste, all'insegna dell'ottimismo, della motivazione, della cultura e della sua divulgazione e del bene di una Scuola che ha bisogno di rinascere per il bene della società.
    Se ho scritto...fesserie, scusami, me lo puoi dire, io non mi offendo(quasi)mai!
    Un caro saluto,
    maria I.

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  20. Quello che dice la vulgata, Rosalba, che è quello che affermi anche tu, è che c'è una classe o categoria di persone che meglio di altre rappresenta il prototipo della persona in qualche modo "spietata". Inteso non nel senso che è impegnato a torturare la gente (?) ma in quello che più che spesso sfrutta le debolezze altrui per trarne un guadagno. Ne potrebbe conseguire che un sottoprodotto di questo atteggiamento o al limite una caratteristica secondaria è anche quella di una certa dose di cinismo, ovvero sfiducia nelle ipotesi basate sulla buonafede delle persone. Infatti ho l'impressione che in quel genere di ambienti, albergano, come dici tu, molte caratteristiche che nel nostro vicino di casa troveremmo negative. Chissà perchè, per il solo fatto di identificarci con una parte, ci soprassediamo.

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  21. Sicuramente non esiste un unica tipologia di cinico, chiaramente una parola rappresenta anche tante sfumature, ma, per rimanere in tema di esempi... come mai quelli che hanno i tratti più evidenti e marcati, senza empatia e apertura al futuro, albergano tutti in quel di Roma? (oddio albergano è già tanto visto che le assenze durante le votazioni dicono il contrario).

    O meglio giro la domanda: ci sono categorie dove il cinismo è più presente? e altre dove a farla da padrone maggiormente, è l'idealismo?

    Mi hai ispirato tante domande stamani!
    Rosalba

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