martedì 17 agosto 2010

Novità e compulsività

Allora potremo anche dire che questa ricerca della novità è un'esigenza della nostra specie, condivisa con altre, e così come ci piacciono, alla fine, ragazze esageratamente  ritoccate con silicone, perché stimolano la parte primordiale (anche se magari poi non ci usciremmo) così ci piace la novità in sé, ne siamo irretiti. Come il topolino che continua a premere la levetta che stimola i centri del piacere, noi abbiamo la rete che ci può fornire informazioni e novità a getto continuo, dobbiamo conoscerle, è un'attività compulsiva, e di questa possiede anche gli aspetti negativi.

Chissà perchè mi viene in mente il confronto tra i bambini della generazione attuale e quella di 20 o 30 anni fa. Una volta l'immaginazione e la creatività servivano a costruire motivi di gioco con qualunque cosa e se per caso ti regalavano un giocattolo (magari agognato) era facile che lo consumassi, prima di abbandonarlo. Adesso è più facile, nella sovrabbondanza, che un regalo tanto desiderato duri lo spazio d'un giorno.

2 commenti:

  1. Paopasc, due post in un giorno mi sembrano un'attività "complusiva". E' inutile che usi l'astuzia della brevità facendo due post brevi al posto di uno lunghetto, che tanto tu sei un blogger prolisso, Paopasc, rassegnamoci tutti quanti!
    E io ti commento in modo prolisso: è un vantaggio di scrivere i commenti invece dei posts (i commenti si possono "saltare").

    Bisognerebbe intendersi sul concetto di Novità, la mia impressione è che ora si cerchi poca novità: in genere si cerca ciò che ci piace già, ciò che già conosciamo. La brevità e la concisione non sono la stessa cosa. Mi capita spesso di leggere cose brevi, ma estremamente prolisse e ridondanti, nel senso che le trovo di una banalità assoluta: ripetitive nel linguaggio abbreviato e istupidito da errori ortografici orripilanti, da consonanti che non appartengono alla nostra lingua e da segni di interpunzione fuori luogo. In quei casi la mia lettura arranca infastidita, e la voglia di chiudere la pagina o la schermata è fortissima.Trovo le cose brevi difficilmente interessanti, perchè difficilmente ben scritte, purtroppo. Ammetto un limite: non sono interessata quasi mai ai contenuti, mi piace leggere chi scrive con uno stile proprio, con uno stile che io personalmente riconosco come gradevole, a prescindere dalle cose che sosterrà. Internet è una miniera di informazioni, spesso erronee, le citazioni poi sono un disastro, le fonti inesistenti, in un rimando da un blog all'altro senza aver letto l'originale. Io leggo molto velocemente, e questo è senz'altro un vantaggio. Mi piace leggere per arricchire il mio lessico, non per impoverirlo. Mi piacciono i termini che non conosco, che devo "cercare", mi piacciono le ricerche in generale. Mi imbarazza leggere chi parla solo di sè, della propria vita e delle proprie esperienze: l'autobiografia di internet è un aspetto piuttosto inquietante, una caduta del riserbo e del pudore.
    Da adolescenti si adotta un codice linguistico, così come comportamentale, un linguaggio "gergale" distintivo. A me sembra che la brevità dei social network, o di certi blogs, sia altrettanto "acerba", con la drammatica realtà però che chi scrive spesso è più che ultraadolescente... Ecco, i vecchi che scrivono come i ragazzini mi fanno tenerezza. Il contrario è scusabile, perchè per un adolescente un po' tutto è scusabile, alla fine.
    Poi certo, si può Giocare con se stessi e divertirsi, ma non costruirei una Poetica su questo: spesso chi scrive due o tre frasi fintamente sibilline è perchè non vuole dire nient'altro. E' vero anche il contrario, magari: troppe parole, nessun messaggio.
    In quanto alle ragazze col silicone... Ecco, mi sembrano l'equivalente delle faccine, anzi lo sono, faccine. Parlo per invidia, che lo si sappia!
    Sto ancora aspettando che da bruco tu diventi crisalide: fino a che non arriverai all'effimero della farfalla ti troverò interessante. Una falena in più non fa differenza, è l'attesa che conta. Secondo me.

    B

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  2. Io non farei distinzione di ora o allora nel cercare la novità. La novità non è per forza qualcosa di sconosciuto anzi, spesso è qualcosa che rientra nell'ambito del conosciuto. La novità significa che più o meno tutti siamo portati a stancarci di stimoli uguali e abbiamo bisogno della variabilità, a volte ho come l'impressione che in qualche modo noi "forziamo" le cose, così, tanto per variarle. La monotonia uccide, vegetalizza. In questo senso intendo la novità.
    Quanto alle modifiche linguistiche, quelle dei bambini appartengono all'appropriazione del mezzo espressivo del quale si prende possesso quando lo si usa in maniera diversa dal solito, anche per l'innata passione per le novità dei piccoli. da adolescenti magari diventa gergo inclusivo e esclusivo, nel senso che include quelli come te e esclude gli altri, serve per mimare un'indipendenza dal mondo degli adulti anche nel parlare.

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