sabato 23 ottobre 2010

La depressione e la decisione

Il Beck Depression Inventory (BDI) è un test di valutazione del grado di depressione sviluppato dallo psichiatra americano A.T. Beck.
Beck è uno dei fondatori della cosiddetta Terapia Cognitiva, un metodo di cura che si basa sul coinvolgimento del paziente e sulla sua interazione con lo psicoterapista, utilizzando la comprensione cognitiva del proprio stato, della distorsione delle proprie idee o del proprio vissuto emotivo e così via. Il BDI si inscrive appunto in quest’ottica ed è diventato presto uno dei questionari di valutazione del grado di severità della depressione più usati.
Si basa su 21 item


  1. Sadness                                                          
  2. Pessimism       
  3. Past Failure
  4. Loss of Pleasure
  5. Guilty Feelings
  6. Punishments Feelings
  7. Self-Dislike
  8. Self-Criticalness
  9. Suicides Thoughts or Wishes
  10. Crying
  11. Agitation
  12. Loss of Interest
  13. Indecisiveness
  14. Worthlessness
  15. Loss of Energy
  16. Changes in Sleeping Pattern
  17. Irritability
  18. Changes in Appetite
  19. Concentration Difficulty
  20. Tiredness or Fatigue
  21. Lost of Interest in Sex


Un punto ha attirato subito la mia attenzione, il numero 13: indecisione.
In alcuni articoli avevo cercato di porre una questione per me essenziale, e cioè la relazione tra decisione e realtà e tra decisione e Sé. L’idea di base nasceva dalla constatazione che nel mondo immaginario, il mondo dei sogni a occhi aperti nel quale tutti più o meno a volte indugiamo, non si devono prendere decisioni perché la storia è completamente stabilita da noi, il mondo che costruiamo è perfettamente deterministico e quello che vi avviene non costituisce una sorpresa, per noi.
Ora accade questo fatto che due condizioni sembrano appaiate dal punto di vista dell’indecisione, anche se probabilmente si tratta solo di un’apparenza. Si noti, a questo riguardo, che nel caso del mondo immaginario l’Io del soggetto, in realtà, prende comunque delle decisioni, ma solo nel costruire un mondo (immaginario) con se stesso all’interno. Nel sogno a occhi aperti l’Io costruisce una visione di Sé in terza persona, in questo modo si libera del peso della decisione ma è anche per lo stesso motivo che quello stesso mondo immaginario è così attenuato, rispetto al mondo reale.
Si può anzi affermare che quanto più il mondo immaginario acquisisce caratteristiche di realtà tanto maggiormente svanisce l’effetto terza persona e si instaura l’effetto prima persona, e l’effetto prima persona è solo l’Io.
Questo è un aspetto alquanto importante, per me. È lecito dire che in questa differenza, così lapalissiana e banale, risieda appunto la caratteristica fondamentale di un Sé: l’Io, il Sé, è quella caratteristica che non è vista agire ma è agita, e per questo motivo o a causa di ciò, è sottoposta alla presa di decisione, alla scelta. Nel cambiare da terza persona a prima persona avviene anche la variazione di capacità decisionale sull’ambiente. Mentre un Io immaginario non ha necessità di prendere decisioni in un mondo immaginario, un Io reale in un mondo reale deve prenderne. A sua volta, però, l’Io reale non può prendere decisioni su se stesso, non può cioè trasferirsi in un mondo immaginario, essere la terza persona di un altro, essere l’Io immaginato e non quello che immagina, che decide di immaginare. L’Io è dunque un territorio apparentemente al di fuori della possibilità di decidere: l'Io non può decidere di non essere.
(continua...)

9 commenti:

  1. Ragazza entra in un sexy shop

    Vorrei quel vibratore bianco e anche quelle verde e mi dia anche quello li rosso

    La commessa

    Guardi per quello vere e quello bianco non c’è problema, ma l’estintore serve a noi
    weeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee donzellettoooooo ciaooooo

    RispondiElimina
  2. weeeeeeeeeeeeee lascia stare l'estintoreeee hahahahaahahaahah

    RispondiElimina
  3. Caro Paopasc,
    molto bello questo post! La tua riflessione

    "Mentre un Io immaginario non ha necessità di prendere decisioni in un mondo immaginario, un Io reale in un mondo reale deve prenderne"

    mi trova molto d'accordo.
    A proposito di "sogni ad occhi aperti", riporto, da una pagina del "Corriere della sera",quest'articolo che ho trovato interessante, anche se un po' datato:

    Corriere salute.
    ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: I sogni ad occhi aperti migliorano la vita Lasciatevi andare alle fantasie. Gli psicologi assicurano che sono utili. Perche' allentano le tensioni, scaricano l' aggressivita' e aumentano la capacita' di risolvere problemi, suggerendo soluzioni alternative - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Fantasie e sogni a occhi aperti non sono fatti trascurabili e privi di senso; anzi, possono rivelarsi il fondamento della serenita' e la ragione della vita. Con la fantasia superiamo i limiti della realta' e del controllo cosciente, lasciando che il pensiero vaghi libero...Tutti facciamo sogni a occhi aperti. E un fatto normale. Il fenomeno si verifica di piu' negli adulti giovani (dai 15 ai 30 anni), poco prima di addormentarsi e nei momenti di solutidine o di riposo, quando non si ha niente di preciso da fare: sono gli attimi in cui siamo "imbambolati" a guardare il soffitto o fuori dal finestrino dell' autobus. Impulsi proibiti. Un genere molto diffuso di sogni a occhi aperti riguarda cose che, nella vita reale, sono difficilmente raggiungibili... Ancora, con la fantasticheria si ha l' alleggerimento, sia pure parziale e intimo, di impulsi considerati socialmente inaccettabili come quelli aggressivi e sessuali: ecco, allora, che possiamo trascorrere qualche istante immaginando di essere una specie di Superman distruggitore di cattivi o un califfo da Mille e una notte circondato da una schiera di meravigliose odalische. Si e' parlato di valvola di scarico: in realta' , dedicandoci a questa operazione mentale alleggeriamo le tensioni interne e riusciamo, in seguito, a mantenere piu' a lungo l' attenzione e la concentrazione, ritardando la noia e la stanchezza; siamo inoltre piu' rilassati, piu' indipendenti e meno portati ad avere disturbi del comportamento. Immaginazione positiva. La capacita' di fantasticare consente di mettere alla prova, sia pure mentalmente, la risoluzione dei problemi, risparmiandoci tentativi ed errori e perdite di tempo. Possiamo fare progetti e prevederne le conseguenze. In breve, il vivere con la fantasia nel passato e nel futuro ci libera, fino a un certo punto, dalle influenze del presente. Di contro, alcune ricerche provano che le persone incapaci di fantasticare possono dedicarsi a eccessi alimentari, all' alcol, alla droga e ad atti di violenza; in fin dei conti, come aveva gia' sostenuto Freud, chi scarica gli impulsi aggressivi con la fantasia e' difficile che si comporti aggressivamente. Per esempio, George G. Spivack, della Devereux School in Pennsylvania (USA), ha studiato un gruppo di adolescenti con comportamento antisociale sottoponendoli a un test, una specie di gioco, in cui essi dovevano completare storie; i risultati dimostrano che questi soggetti terminavano il compito in quattro e quattr' otto, senza dare alcuno spazio alla fantasia e mostrando di avere un' immaginazione poverissima. "Il mondo interiore di quei ragazzi . commenta Spivack . sembra un luogo alquanto deserto". I sogni a occhi aperti, sono non solo innocui, ma utili. E certo che non bisogna esagerare; altrimenti significherebbe ritirarsi dal mondo della realta' per vivere in uno stato di isolamento e di inerzia. *Cattedra di Psicologia Medica Universita' di Bologna

    Farne' Mario


    Pagina 16
    (29 maggio 1995) - Corriere della Sera

    Scusami per il troppo spazio occupato!
    Un caro saluto e buona domenica!
    maria I.

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  4. Devo immaginare un tuo pregresso interesse per la fisiologia della mente Maria, se hai conservato questo articolo? forse in ottica pedagogica, visto il tuo ruolo?

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  5. In effetti, da docente, riconosco che, considerata l'importanza e la delicatezza del mio ruolo, l'interesse cui ti riferisci è una componente necessaria nel processo di insegnamento apprendimento. Devo dire che, benché non addetta ai lavori, ho sempre frequentato con piacere corsi di aggiornamento orientati alla psicologia.
    Ciao, Paopasc.
    maria I.

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  6. weeeeeeeeeeeeee squinternatoooooooo ciaoooooooooooooooooooooo

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  8. Ragazza entra in un sexy shop

    Vorrei quel vibratore bianco e anche quelle verde e mi dia anche quello li rosso

    La commessa

    Guardi per quello vere e quello bianco non c’è problema, ma l’estintore serve a noi
    weeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee donzellettoooooo ciaooooo

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