lunedì 26 settembre 2011

DDL intercettazioni e internet: torna la legge bavaglio per siti e blog

Torna prepotente lo spauracchio per la rete, insieme al famoso Disegno di legge dal titolo
Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilita` amministrativa delle persone giuridiche

meglio conosciuto come ddl intercettazioni. Insieme a tutta una serie di nuove norme sulle intercettazioni vi è anche una profonda revisione della libertà di espressione, compresa quella di chi scrive sulla rete, sia che scriva su una testata giornalistica sia che scriva su un blog. 
La portata di queste normative è devastante: a semplice richiesta scritta, senza poter verificare la fondatezza della richiesta e senza potersi opporre in alcun modo, una qualsiasi persona può far rimuovere qualsiasi contenuto da un sito o da un blog, pena sanzioni fino a 12 mila euro [fonte Repubblica]. Si comprende perfettamente come questa norma sia palesemente destabilizzante per la libertà e la sopravvivenza stessa della rete. Ecco la parte del ddl che riguarda i siti e i blog

29. All’articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: 
a) dopo il terzo comma e` inserito il seguente: «Per le trasmissioni radiofoniche o televisive, le dichiarazioni o le rettifiche sono effettuate ai sensi dell’articolo 32 del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177. Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilita` della notizia cui si riferiscono.»;
b) al quarto comma, dopo le parole: «devono essere pubblicate» sono inserite le seguenti: «, senza commento,»;
E per giunta bisogna rettificare senza nemmeno commentare!
Alcuni commenti di esperti  presi dalla rete:
Frattanto, peró, c'è un rischio sul quale occorre tenere gli occhi aperti e  richiamare l'attenzione dei pochi politici che, sin qui, hanno mostrato un minimo di interesse per le cose del web: il testo del ddl intercettazioni attualmente in Parlamento contiene, ancora, la  famigerata norma "ammazza blog" che impone ai gestori di tutti i "siti informatici" l'obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto pubblicato dietro semplice richiesta - poco importa se fondata o infondata - del soggetto che se ne ritiene leso.
Imporre un obbligo di rettifica a tutti i produttori “non professionali” di informazione, significa fornire ai nemici della libertà di informazione, una straordinaria arma di pressione - se non di minaccia - per mettere a tacere le poche voci fuori dal coro, quelle non raggiungibili, neppure nel nostro Paese, attraverso una telefonata all’editore e/o al principale investitore pubblicitario.
E non è soltanto una formidabile arma di minaccia, come dice Scorza, ma è pure concettualmente illiberale: come è possibile rimuovere un qualsiasi contenuto su internet a semplice richiesta di qualcuno senza poter verificare se questa pretesa di rimozione è fondata? Questo significa letteralmente paralizzare la rete.
Inutile ripetere che le conseguenze dell'entrata in vigore della norma sarebbero gravissime: ogni contenuto, informazione o opinione non gradita ai potenti dell'economia o della politica sarebbe destinata a vita breve sul web e ad essere rimossa - lecita o illecita che ne sia la sua pubblicazione - a seguito dell'invio di una semplice mail contenente una richiesta di rettifica.
Anche Repubblica individua l'enorme rischio che l'approvazione di questa norma comporterebbe per la libertà di espressione in rete
il disegno di legge attualmente allo studio contiene ancora la norma 1 cosiddetta "Ammazza blog", una disposizione per cui, letteralmente, ogni gestore di "sito informatico" ha l'obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Non c'è possibilità di replica, chi non rettifica paga fino a 12mila euro di multa. Una misura che metterebbe in ginocchio la libertà di espressione sulla Rete, e anche le finanze di chi rifiutasse di rettificare, senza possibilità di opposizione, ciò ha ritenuto di pubblicare. Senza contare l'accostamento di blog individuali a testate registrate, in un calderone di differenze sostanziali tra contenuti personali, opinioni ed editoria vera e propria.

L'unica possibilità prima della raccolta delle firme per un referendum abrogativo è che la Corte Costituzionale ravvisi una potenziale minaccia alla libertà di espressione sancita dalla Costituzione con l'articolo 21, giudicando la norma incostituzionale





« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. »

(Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 21) fonte Wikipedia
         

E' un attacco serio, una minaccia reale alla libertà di espressione. E' partito l'affondo decisivo: dopo aver disatteso  tutte le promesse, dopo aver portato l'Italia vicino al baratro della retrocessione economica, dopo aver raccolto le critiche di tutte le forze sociali e produttive, questa maggioranza, non contenta, tenta il colpo di coda: sopprimere la libertà di stampa per eliminare la voce libera che informa l'opinione pubblica,  saltare l'ultimo ostacolo  che si frapponeva e poter agire indisturbati. A quando un'informazione di Stato?

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