venerdì 7 ottobre 2011

I giornalisti uccisi e il rischio reclusione di chi pubblica un'intercettazione

Ne parla il Presidente della Camera Fini, frasi riportate da un giornale, Repubblica, e dice
"Considero illiberale e antidemocratico ipotizzare di mettere in galera un giornalista che pubblica un'intercettazione"
Ma c'è scritto anche in un documento alla Camera sul ddl intercettazioni
 Con riferimento ai profili penali, il provvedimento: 

  • prevede la reclusione da sei mesi a tre anni per la pubblicazione di intercettazioni di cui è stata ordinata la distruzione o riguardanti fatti, circostanze e persone estranee alle indagini;

  • aumenta la pena per il reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale (con un’aggravante se la pubblicazione riguarda intercettazioni) e reca un'analoga sanzione per la violazione del divieto di pubblicazione dei nominativi e dell’immagine dei magistrati.
E così mi è venuta voglia di andare a vedere quanti di questi tanto vituperati giornalisti hanno  perso la vita per fare il loro lavoro e mi sono anche chiesto come sarebbe il mondo se non ci fossero più giornali quotidiani e giornalisti. Per esempio, aiutandomi con questo sito Press Emblem Campaign. E così si scopre che, a tutt'oggi [data del post visionato 27.09.2011], nel mondo 

 78 journalists died in the world in the exercise of their mission. Many others were injured, harassed, expelled. The PEC is particularly alarmed by the deteriorating situation in Mexico, the most dangerous country for journalists, where 12 journalists have been killed so far this year, including seven in the last three months.
78 giornalisti uccisi nel mondo, fino al 27 settembre di quest'anno. E in Italia, quanti giornalisti sono morti per compiere il loro dovere?

Giornalisti italiani uccisi. Vi è anche un elenco di giornalisti uccisi o feriti dalla mafia, dal terrorismo o all'estero, ed è racchiuso in un libro realizzato dall'Unione Nazionale Cronisti Italiani. Il libro si intitola Giornata della memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, ed è liberamente consultabile e scaricabile. Ecco la lista (che, per comodità, traggo da previewonline.info, che ha sempre come fonte il libro UNCI)





Giornalisti uccisi dalle mafie o dal terrorismo
  • Giuseppe Alfano, 
  • Carlo Casalegno, 
  • Cosimo Cristina, 
  • Mauro De Mauro, 
  • Giuseppe Fava, 
  • Mario Francese, 
  • Peppino Impastato, 
  • Mauro Rostagno, 
  • Giancarlo Siani, 
  • Giovanni Spampinato, 
  • Walter Tobagi. 

Giornalisti uccisi all'estero o in Italia in circostanze diverse

  •  Ilaria Alpi, 
  • Enzo Baldoni,
  • Ezio Cesarini, 
  • Raffaele Ciriello, 
  • Eugenio Colorni, 
  • Maria Grazia Cutuli, 
  • Almerigo Grilz, 
  • Gabriel Gruener, 
  • Marco Luchetta, 
  • Enzio Malatesta, 
  • Carlo Merli,
  • Carmine Pecorelli, 
  • Guido Puletti, 
  • Antonio Russo 
  • Graziella De Palo e Italo Toni scomparsi in Libano. 
Operatori televisivi uccisi
  •  Dario D'Angelo, 
  • Miran Hrovatin, 
  • Alessandro Ota
  •  Marcello Palmisano 
  •  Maurizio Di Leo, tipografo ucciso "per errore" dai Nar
 Giornalisti  "gambizzati" dai terroristi
  • Vittorio Bruno, 
  • Nino Ferrero, 
  • Antonio Garzotto,
  • Indro Montanelli, 
  • Guido Passalacqua, 
  • Franco Piccinelli, 
  • Emilio Rossi 
  • Giancesare Flesca e Giuliana Sgrena feriti all'estero.

Non so se la lista è completa, comunque per quello che voglio dire è sufficiente. Non solamente i giornalisti sono morti per compiere il loro dovere. Purtroppo, è cronaca fin troppo frequente quella che racconta la morte sul lavoro di tanti innocenti. Sta di fatto che, pur accomunando gli uni e gli altri nello stuolo di coloro che hanno sacrificato la vita per fare il loro dovere, noto che i giornalisti che vengono assassinati  si assumono un rischio supplementare, perchè   la scelta che fanno di investigare in certi ambiti non è obbligatoria e proviene solo da un loro desiderio di verità e giustizia. Certo, può starci anche l'ambizione di realizzare un servizio esclusivo, ma ritengo che una forte spinta interiore nei confronti della verità sia un requisito fondamentale per decidere di mettere a repentaglio la vita.

Ora, a questa categoria che annovera rappresentanti che pur di assecondare la loro esigenza interiore di giustizia e verità sono disposti a rischiare la vita, cosa facciamo noi, li condanniamo a tre anni di reclusione se pubblicano delle intercettazioni.

Un esperimento mentale. Mi piacerebbe fare un esperimento mentale: provare a stare per un giorno o una settimana, senza leggere nessun giornale, guardare nessun TG e consultare nessuna testata giornalistica o blog  online. Essere completamente fuori del mondo, senza contatti con alcuna fonte di informazione.  Improvvisamente alcune delle nostre paure sparirebbero (non tutte), il mondo sarebbe soltanto quello che riusciremmo a vedere con i nostri occhi e sentire con le nostre orecchie. Un mondo piccolo, a portata di mano. Immagino che sarebbe bellissimo, con molto meno stress, meno cose a cui pensare o di cui preoccuparci, meno cose di cui indignarci, meno comportamenti ipocriti da digerire e così via. Occhio non vede, cuore non duole. Noi, durante quel periodo, non lo sapremmo, ma le cose accadrebbero ugualmente. Vivremmo in un piccolo mondo ovattato, ignoranti e forse felici, mentre le cose là fuori continuerebbero ad avvenire, esattamente come prima.
Non vorrei che fosse quello che desiderano.









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