sabato 15 ottobre 2011

Implicazioni affettive e garantismo: considerazioni sul caso del Ministro Romano e similari

imagecredit repubblica.it
Chi lo farebbe? Se casualmente, e mettiamoci pure proditoriamente, venissimo a conoscenza del tradimento di un amico o della moglie/marito o di un parente stretto, quantunque fossimo dei super garantisti e pensassimo: oddio, sono venuto a conoscenza di queste informazioni in maniera scorretta! chi di noi non ne terrebbe comunque conto? Chi di noi farebbe come se non fosse successo niente, solo perchè la correttezza e il senso di imparzialità e giustizia ci dicono che queste prove sono state prese magari con l'inganno?
E così penso ai tanti casi in cui le intercettazioni, e qui lascio al lettore giudicare raccolte in quale maniera, se in modo lecito o illecito, se utilizzabili o no, dicevo ai tanti casi in cui le intercettazioni comunque dimostrano qualcosa: come si fa a fingere di non conoscerle, come se non le si avesse mai ascoltate, dico anche dal punto di vista emotivo? Nessuno lo farebbe con le cose che toccano i propri sentimenti, perchè farlo dunque con accadimenti della sfera politica? Forse perchè non interessano molto le implicazioni affettive di quella sfera? E se non interessano le implicazioni affettive di un certo ambito, possiamo dire che siamo comunque interessati a perpetrare il bene in quell'ambito? E' sufficiente la paura di perdere le elezioni per  impegnarsi per il bene comune?
L'articolo che promuove queste riflessioni è questo: Al servizio di una lobby mafiosa [Repubblica]. Si parla di alcune intercettazioni del ministro Romano.

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