sabato 22 ottobre 2011

Libertà economica e crescita economica: quale legame? La situazione in Italia e nel mondo

In questi giorni di convulse decisioni politiche c'è chi richiede a gran voce che la politica agisca con provvedimenti che siano in grado di innescare la ripresa. Le forze economiche e sociali, pur se con linguaggi diversi, ma con uguali intenti,  manifestano apertamente il loro pensiero invitando il governo a prendere le necessarie decisioni, prima che sia troppo tardi. Spulciando un po' nella letteratura in materia di influenza politica sulla crescita economica ho trovato che un aspetto sembra influire più di altri sulla ripresa. Mi riprometto di definire meglio la cosa in seguito, per ora sia sufficiente questa conclusione: le istituzioni hanno un ruolo importante nello sviluppo economico e non tanto le decisioni politiche o le politiche economiche  [Rodrik et al. 2002]. Sia di aiuto anche questa citazione di Adam Smith dalla Ricchezza delle nazioni
Commerce and manufactures can seldom flourish long in any state which does not enjoy a regular administration of justice, in which the people do not feel themselves secure in the possession of their property, in which the faith of contracts is not supported by law, and in which the authority of the state is not supposed to be regularly employed in enforcing the payment of debts from all those who are able to pay. Commerce and manufactures, in short, can seldom flourish in any state in which there is not a certain degree of confidence in the justice of government.
-- Adam Smith, Wealth of Nations
Commercio e produzione raramente possono fiorire a lungo in uno Stato che non gode di una regolare amministrazione della giustizia, in cui le persone non si sentono sicure della proprietà dei loro beni, in cui il rispetto dei contratti non è sostenuto dalla legge, e in cui l'autorità dello stato non si suppone debba  essere regolarmente impegnata nel far rispettare il pagamento dei debiti da parte di tutti coloro che sono in grado di pagare. Commercio e produzione, in breve,raramente possono fiorire in qualsiasi stato in cui non vi è un certo grado di fiducia nella giustizia del governo.
Non è dunque un'idea nuova, o una teoria innovativa quella di chi afferma che le Istituzioni, in sè, ovvero delle buone istituzioni, rappresentano un elemento indispensabile  per la crescita economica,  oltre che per l'esistenza stessa di un'economia.

Il Fraser Institute è un centro di ricerca canadese indipendente, che studia le politiche pubbliche degli stati, attivo in 75 paesi nel mondo. Uno dei loro scopi è
Demonstrating the benefits of sound economics
La dimostrazione dei vantaggi di un'economia sana.
Annualmente, il Fraser Institute pubblica, sul sito Free the World,  un rapporto che si chiama  Economic Freedom of the World, una classifica ragionata della situazione della libertà economica nel mondo. La mappa di quest'anno è questa e riguarda il 2009, segue poi la classifica dal 1° al 141° posto. L'Italia, tanto per dire, è 70a.

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Quali sono i fattori essenziali che contribuiscono alla definizione di libertà economica? Free the World ne individua 4



• personal choice,
• voluntary exchange coordinated by markets,
• freedom to enter and compete in markets, and
• protection of persons and their property from aggression by others.
Ovvero



• scelta personale,  
• scambio volontario coordinato dai mercati,
• la libertà di entrare e competere nei mercati, e 
• la protezione delle persone e delle loro proprietà dall'aggressione di altri.

A questi 4 fattori essenziali si legano i 4 campi di indagine in base ai quali viene stilata la classifica:

1 Economic freedom and investment, income, and growth
2 Economic freedom, reductions in poverty, and improvements in human welfare 
3 Economic freedom, cooperation, tolerance, and peaceful relations
4 Economic freedom, entrepreneurship, and honesty in government
Ovvero
1 Libertà economica e di investimenti, reddito e crescita
2 Libertà economica, riduzione della povertà e miglioramento del benessere umano
3 Libertà economica, cooperazione, tolleranza, e relazioni pacifiche 
4 Libertà economica, imprenditorialità e onestà nel governo
La classifica. Ed ecco la classifica del 2009: al 1° posto c'è Hong Kong, seguono Singapore, Nuova Zelanda, Svizzera e Australia. Come detto l'Italia è 70a. 


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C'è qualche correlazione tra il posto in classifica e, per esempio, reddito pro capite, oppure crescita economica, oppure reddito della popolazione più povera, aspettativa di vita o indice di alfabetizzazione? Ebbene si, vi è correlazione, fin troppo significativa. Nel senso che:

nei paesi più liberi vi è il maggior reddito pro capite mentre in quelli meno liberi vi è il minor reddito.

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Nei paesi più liberi vi è la  maggiore crescita economica.

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Nei paesi più liberi vi è un maggiore reddito pro capite nel 10% della popolazione più povera

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Nei paesi più liberi vi è una maggiore aspettativa di vita.

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E, infine (ma le tabelle non sono finite, consultate il documento originale per vedere le altre) nei paesi più liberi vi è anche un maggior tasso di alfabetizzazione

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Alla luce di questi dati, se reali, hanno senso le affermazioni che vedono nelle istituzioni, in quanto garanti della libertà economica, gli organismi in grado di influire su questa benedetta crescita economica. Il 70° posto occupato dall'Italia spiega il ritardo della crescita italiana rispetto a, sia pure modesti, tassi di crescita europei o delle economie paragonabili alla nostra? Se tutto questo affannarsi a crescere sia un bene  o un male, se la crisi sia la conseguenza della cosiddetta globalizzazione e della prevalenza finanziaria, francamente sono aspetti troppo complicati da dirimere. Per ora accontentiamoci dei dati.


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Fonti
Economic Freedom of the World 2011

Dani Rodrik, Arvind Subramanian, and Francesco Trebbi, Institutions Rule: The Primacy of Institutions over Geography and Integration in Economic Development, NBER Working Paper No. 9305 October 2002 JEL No. O1, O4

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