mercoledì 26 ottobre 2011

Ma quali sono queste famose Riforme Strutturali che Bce ed Europa ci chiedono? Dalla "Lettera di Draghi e Trichet a Berlusconi"

imagecredit ecb
Intanto leggiamola, questa famosa lettera che Mario Draghi e Jean Claude Trichet (nuovo e vecchio presidente della Banca Centrale Europea) hanno inviato a Berlusconi il 5 agosto (in attesa di leggere l'altra, quella che Berlusconi ha scritto per l'Europa, la famosa lettera d'intenti). Ne trovo una traduzione su Indymedia

Francoforte 5 Agosto 2011

Caro Primo Ministro,

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un’azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell’euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l’Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali. Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure.
Sono passi importanti, ma non sufficienti.
Nell’attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:
1.Vediamo l’esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l’aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l’efficienza del mercato del lavoro.
a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C’è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L’accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.
2.Il Governo ha l’esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie.
Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L’obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell’1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l’età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l’assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.
Vista la gravità dell’attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell’amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l’efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione). C’è l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.
Con la migliore considerazione,
Mario Draghi, Jean-Claude Trichet

Per chi non avesse voglia di leggerla tutta riassumo i punti salienti ovvero le cosiddette Riforme strutturali

  • Per la crescita  
aumento della concorrenza, soprattutto nei servizi
miglioramento della qualità dei servizi pubblici
riforma fiscale e riforma del mercato del lavoro

  • Strumenti per realizzare la crescita
liberalizzazione dei servizi pubblici locali e di quelli professionali
riforma del contratto di lavoro, con possibilità di contrattazione locale in deroga al contratto nazionale
riforma su assunzione e licenziamento, sistema di assicurazione dalla disoccupazione

  •  Finanze pubbliche
obiettivo pareggio di bilancio nel 2013

sistema pensionistico: revisione pensioni di anzianità, età di pensionamento donne parificata tra settore pubblico e privato
diminuzione costi pubblico impiego attraverso il ricambio e la riduzione degli stipendi 
riduzione automatica del deficit con clausole che riducano le spese discrezionali
controllo delle spese delle amministrazioni locali
utilizzo della forma del decreto legge per una più veloce entrata in vigore dei provvedimenti e una Riforma Costituzionale per quanto riguarda il controllo automatico del deficit 
adozione da parte della pubblica amministrazione degli indicatori di performance come misura di efficienza 

Queste sarebbero dunque le famose Riforme Strutturali invocate dal think tank dei banchieri europei. Contengono molte soluzioni sgradite ai sindacati (e quindi ai lavoratori), altre sgradite a chi deve andare in pensione e altre ancora sgradite al servizio pubblico e ai politici. Molte di quelle sgradite a chi deve andare in pensione e ai lavoratori sono state prese, o si è tentato di prenderle, meno quelle sgradite al servizio pubblico e ancora meno quelle sgradite ai politici. In generale, non si possono prendere alcune decisioni senza prenderne altre, almeno se non si vuole scatenare una protesta generale. In più, manca quello che molti economisti ritengono un passo attuabile non solo in via temporanea ma anche permanente: una patrimoniale immobiliare, esclusa la prima casa, o con un tetto di valore patrimoniale e una maggiore tassazione delle rendite finanziarie (già in parte tentata).

3 commenti:

  1. Dico la mia. Vediamo se riesco a essere preciso:
    Per attuare il punto 1 bisogna diminuire la burocrazia. Non è possibile, ad esempio, che per colpa degli sprechi della parte amministrativa vengano messe regole ferree su ricercatori e insegnanti quando chiedono cancelleria e roba varia, o quando bisogna controllare le entrate e le uscite. In sostanza bisogna ripensare tutto il comparto statale, non solo nelle procedure di reclutamento (che poi sono quelle che possono rendere il turn over più semplice e veloce).
    Punto 2: l'unica clausola serie dovrebbe essere: se un amministratore non riesce a gestire le tasse dei cittadini (a patto che non ci siano state emergenze come alluvioni, frane, terremoti che implicano una spesa maggiore), è l'amministratore che deve chiudere il buco di bilancio di tasta propria. Il cittadino, con le tasse, i soldi li ha già messi e non deve pagare due volte. Ed è con questo stesso spirito che l'Italia dovrebbe pagare il così detto debito pubblico.
    Sarebbe bello, certo, però se pensiamo che l'invito a riformare le pensioni implicherebbe dover ritoccare anche le loro stesse pensioni, c'è molto forte il rischio che si faranno riforme di facciata giusto per far contente Francia e Germania.
    Inoltre per quel che riguardala riduzione degli stipendi statali: ha senso se si riducono tutti gli stipendi e si abbassa il costo della vita. Questo, però, si può fare solo se si abbassano le tasse, iniziando da quelle sul lavoro. Personalmente le toglierei proprio. Si può discutere anche quelle sui patrimoni, che comunque sono già piuttosto basse in Italia. L'ideale sarebbe uno stato di rappresentanza senza tasse che gravano sui cittadini e con i servizi che vengono pagati direttamente al soggetto erogatore, che non avendo tasse può applicare tariffe di circa la metà più basse di quelle attuali (probabilmente anche di quelle statali), o in ogni caso non superiori.

    Sintetizzando: direi che la prima cosa seria che il governo dovrebbe fare sarebbe proprio abbassare le tasse sul lavoro. Il resto potrebbe venire di conseguenza.

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  2. Sono d'accordo: spostare la tassazione dal lavoro alle rendite finanziarie. Per dire, guardando i giorni scorsi, in America le tasse sul reddito da lavoro cominciano con un'imposta del 10% fino a massimale del 38%.
    Sull'obbligare un amministratore  a pagare di tasca sua non credo che, come idea, possa nemmeno sopravvivere se davanti ci metti una i, però qualche altro metodo si potrebbe trovare per impedire di continuare a far danni.
    Sul dare il buon esempio partendo dall'alto mi trovi ugualmente in accordo.
    Sono misure odiose e ingiuste se i  sacrifici non li fanno veramente tutti.

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  3. mMa perchè con una lettera si comanda un paese - Italia.
    Non governa più il parlamento ? Draghi non è stato eletto da nessuno eppure lui governa sul paese Italia.
    Dove sono andate a finire la libertà e il benessere?
    Italo Vitaliano

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