martedì 8 novembre 2011

Dall'evasione fiscale all'elusione

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La differenza tra grandi  e piccoli non è solo quantitativa ma anche qualitativa. Infatti, se per i piccoli si parla più spesso di evasione fiscale per i grandi si parla più spesso di elusione fiscale. Per sapere cos'è l'elusione lascio la parola a chi dovrebbe essere esperto, qualcuno come il Dizionario Simone edizioni giuridiche
Meccanismo attraverso il quale il contribuente mira ad evitare, ricorrendo ad opportune scappatoie al limite della legalità, il prelievo tributario a suo carico. 
Il fenomeno consiste nello sfruttamento delle smagliature delle norme tributarie al fine di realizzare un consistente risparmio d'imposta. Ad esempio, per conseguire un certo risultato economico, un soggetto può adottare in luogo della prevista forma contrattuale tipica una forma contrattuale anomala che raggiunga gli stessi effetti con un minor carico fiscale (ad esempio può stipulare un mandato a vendere con procura irrevocabile invece di un contratto di compravendita). 
I comportamenti elusivi possono essere neutralizzati ricorrendo a tre diversi meccanismi difensivi: introdurre un'ampia casistica di presunzioni legali, volte ad individuare il fatto tassabile; abrogare o modificare norme tributarie eccessivamente permissive; applicare sanzioni amministrative o penali ai fenomeni elusivi. 
 Per esempio, ultimamente sono sotto inchiesta manager ed ex manager di Unicredit, tra i quali Alessandro Profumo [fonte Repubblica]
L'inchiesta riguarda operazioni del 2008-2009 realizzate da unicredit con società lussemburghesi del gruppo barclays, finalizzate, secondo l'ipotesi accusatoria, a pagare meno tasse. Le operazioni servivano a mascherare utile, trasformandolo in dividendi di operazione finanziarie, godendo del miglior trattamento fiscale goduto dai dividendi rispetto agli attivi di bilancio. Con questo sistema, Unicredit avrebbe avuto un illecito vantaggio fiscale di 745.220.166 Euro e avrebbe causato un danno alle casse dello stato di 245.956.118 euro. Profumo risulta indagato in quanto ha approvato, "apponendo la propria sigla", le operazioni realizzate il 9 aprile e il 7 novembre 2008 "dell'investimento in strumenti partecipativi di capitale emessi da società lussemburghesi appartenenti al gruppo bancario Barclays".
Se ne è occupata la trasmissione Report domenica sera, per chi volesse rivedere la puntata questo è il sito. 


Infatti, uno dei sistemi maggiormente in uso per attuare l'elusione fiscale è quello relativo alle attività con sede all'estero, seppure svolte in Italia, cosa di per sè impegnativa anche dal punto di vista economico, e che quindi si attua solo in caso di un elevato giro d'affari e di considerevoli somme da eludere. Lo sottolinea anche un articolo sul sito dell' Aduc dell'avvocato C.A. Zaina

La problematica, riguardante l’evocazione della stabile organizzazione di impresa, è divenuta medio tempore di significativa importanza sul piano penale, atteso che in plurime occasioni gli organi inquirenti hanno dato corso ad indagini, ipotizzando che configurassero ipotesi di utilizzo di questo illecito strumento giuridico, enti, strutture, agenti commissionari generali, od altre figure di intermediario, che  operavano nel territorio dello Stato italiano, in contatto o per conto di società di diritto straniero.
In pratica, si costituisce una società all'estero, in un paese con tassazione più favorevole, e poi si continua a svolgere l'attività nel proprio paese di origine. Per esempio, secondo quanto riferisce un articolo di Infonodo, che cita un'inchiesta dell'Espresso

 chi intesta la propria barca a una società controllata da se stesso o dai propri famigliari potrà recuperare l’Iva versata ai fornitori solo se paga un noleggio superiore a soglie prefissate. Come dire, il trucco non funziona se si usa lo yacht gratis o versando un obolo irrisorio alla società che ne è formalmente proprietaria. Questa forma di elusione fiscale è diffusissima. Almeno a giudicare dai numeri ufficiali.
In Italia, secondo quanto ha rivelato l’anno scorso un articolo de “L’espresso ”, si contano oltre 4 mila società che hanno come attività il “noleggio di imbarcazioni da diporto senza equipaggio”. E gran parte di queste affittano la barca ai propri soci. 


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Altro sistema utilizzato è il trust, la fiduciaria, e sempre su Infonodo spiegano di cosa si tratta
Ancora più difficile appare la caccia al trust, una formula giuridica anglosassone che consente di schermare il reale proprietario di un bene designando un intestatario giuridico e un beneficiario economico. Al supermarket dell’elusione il trust va alla grande. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i commercialisti specializzati in questo particolare strumento. Ne fa uso chi vuole proteggere i propri beni dalle pretese dei creditori o, in caso di separazione, dalle richieste della ex moglie. Ma il trust, a quanto pare, funziona benissimo anche per mettersi al riparo dal fisco. Non si contano i beni di lusso (ville, barche, auto) intestati, per esempio, a strutture fiduciarie con sede nelle isole britanniche del Canale.
Non è dunque dalla sola lotta agli scontrini e delle ricevute fiscali che proviene il cosiddetto nero, quella parte di reddito che si sottrae all'imposizione. Forse, invece, è proprio di quelle strategie al limite del legale, di quei casi di abuso di diritto, di tutte quelle operazioni tra il finanziario e l'economico, come acquisizioni, fallimenti, fiduciarie o costituzioni all'estero, che sono propri di elevati livelli di reddito,dicevo che è proprio di queste strategie rappresentare forse  la parte più cospicua della  sottrazione all'imposta.
Insomma, l'elusione è una forma molto più sofisticata dell'evasione per pagare meno tasse o non pagarle affatto, e di solito è tipica di chi possiede un elevato patrimonio, considerato anche il notevole impegno, sia economico che procedurale, che occorre per metterla in atto.







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