martedì 31 gennaio 2012

Presidente Fini: riduzione stipendi deputati. Comunicato ufficiale

L'Ufficio di Presidenza della Camera ha comunicato ieri alcune misure adottate in merito ai trattamenti economici dei deputati. Il comunicato è riportato integralmente di seguito. In totale, riferisce, il taglio di indennità per ogni deputato va da 1.250 a 1.500 euro al mese. Inoltre, il passaggio dal vitalizio al sistema previdenziale contributivo, ha portato a risparmi dell'ordine di 350.000 euro per il 2012, 1.200.000 per il 2013 e 2.000.000 per il 2014. Certo, se si sommano i risparmi sulle indennità dei deputati e sul passaggio al contributivo non si raggiungono le cifre necessarie a ridurre l'imposizione fiscale sulla popolazione, ma è necessario farlo. Il comunicato conclude con l'osservazione che, dopo questi interventi, il costo delle retribuzioni dei parlamentari italiani, anche alla luce dei risultati della recente Commissione Giovannini
- il costo complessivo sostenuto per i deputati italiani in carica è inferiore rispetto a quello sostenuto dalle Assemblee dei Paesi europei con il PIL più elevato e dallo stesso Parlamento europeo ;
- l'importo netto dell'indennità parlamentare erogato ai deputati italiani risulta in linea con quello percepito dai componenti degli altri Parlamenti presi a riferimento.
Ed ecco il comunicato dell'Ufficio di Presidenza della Camera, disponibile qui.





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Le decisioni dell’Ufficio di Presidenza della Camera sulle questioni relative alle competenze economiche dei deputati
30/01/2012
L'Ufficio di Presidenza della Camera ha approvato in data odierna una serie di misure in tema di trattamento previdenziale ed economico dei deputati, finalizzate all'ulteriore contenimento delle spese connesse all'esercizio del mandato.Le misure adottate oggi riguardano:
1) l'approvazione del regolamento applicativo del nuovo sistema previdenziale per i deputati, basato sul metodo di calcolo contributivo, che - a seguito della decisione già assunta lo scorso mese di dicembre - ha sostituito il vitalizio a partire dal 1° gennaio di quest'anno.
La nuova disciplina prevede: a) l'accesso al trattamento a 65 anni, con un periodo contributivo minimo di 5 anni (per ogni anno di mandato ulteriore, l'età è diminuita di un anno con il limite inderogabile di 60 anni). Tale requisito vale per tutti i deputati cessati dal mandato, indipendentemente dalla data di inizio del mandato parlamentare; b) applicazione del sistema pro rata ai deputati in carica al 1° gennaio 2012, e ai parlamentari che avevano esercitato il mandato elettivo precedentemente a tale data e che saranno successivamente rieletti.
2) l'impegno a presentare con la massima tempestività una proposta di legge per disciplinare in maniera organica la figura del collaboratore parlamentare, anche tenendo conto delle esperienze di altri parlamenti europei.
Lo schema di proposta di legge sarà predisposto dai deputati Questori e sottoposto alla sottoscrizione dei componenti dell'Ufficio di Presidenza. L'intervento legislativo dovrà essere approvato nel corso dell'attuale legislatura affinché il nuovo regime possa essere applicato a partire dalla prossima legislatura.
3) la previsione, in attesa dell'approvazione dell'iniziativa legislativa, di un rimborso delle spese per l'esercizio del mandato, che sostituisce l'attuale contributo "eletto/elettori".
La gestione del nuovo rimborso si ispira a criteri di trasparenza. Si prevede, infatti, che una quota, fino ad un massimo del 50%, sia corrisposta a titolo di rimborso di specifiche categorie di spese che devono essere documentate. Si tratta, in primo luogo, delle spese sostenute per i collaboratori, in relazione alle quali il deputato - oltre a dichiarare di aver assolto agli obblighi previsti dalla legge - dovrà consegnare copia del relativo contratto, recante l'attestazione di conformità del medesimo alla normativa vigente, sottoscritta da un consulente del lavoro o altro professionista qualificato. Le altre categorie di spesa riguardano: consulenze, ricerche; gestione dell'ufficio; utilizzo di reti pubbliche di consultazione di dati; convegni e sostegno delle attività politiche. Una seconda quota del rimborso, pari al 50%, è erogata forfetariamente.
4) la riduzione dell'importo lordo dell'indennità parlamentare; i corrispondenti importi sono trasferiti in un apposito fondo.
5) la riduzione del 10 % per cento a partire dal 1° febbraio, delle indennità d'ufficio spettanti ai deputati titolari di incarichi istituzionali (Presidente della Camera, Vicepresidenti, deputati Questori, Segretari di Presidenza, Presidenti e membri degli uffici di presidenza dei diversi organi parlamentari, delle delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali e componenti degli organi interni di giurisdizione); ciò anche in attuazione di un ordine del giorno accolto in occasione dell'esame del bilancio interno del 2011.
I predetti interventi completano il quadro delle misure in riduzione sulle competenze economiche spettanti ai deputati adottate dall'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati dal 2006 ad oggi. In particolare nella legislatura corrente sono stati adottati i seguenti interventi:
- indennità: è stato applicato il taglio nella misura del 10 o del 20 per cento, in relazione al reddito di ciascun deputato, così come previsto dal decreto-legge di manovra dello scorso mese di agosto. Tale misura ha comportato una riduzione dell'indennità pari a 250 ovvero a 500 euro netti al mese; è stato, inoltre, prorogato fino a tutto il 2013 il blocco dell'adeguamento dell'importo dell'indennità;
- rimborso "eletto/elettori" (oggi sostituito dal rimborso per le spese dell'esercizio del mandato): è stata disposta una riduzione di 500 euro mensili dell'importo;
- diaria: è stata disposta una riduzione di 500 euro e, in aggiunta, è stato introdotto un meccanismo di adeguamento del suo importo al tasso di partecipazione ai lavori presso le Giunte e le Commissioni che può comportare una ulteriore decurtazione di 500 euro;
- vitalizi per gli ex deputati: è stato abolito l'istituto a partire dal 1° gennaio 2012, ed è stato previsto un sistema previdenziale basato sul metodo di calcolo contributivo (oggi è stato adottato il relativo regolamento). Quanto ai risparmi generati dalla nuova disciplina, la riduzione degli oneri derivanti dal solo innalzamento del requisito anagrafico per l'accesso al trattamento è stimabile in € 350.000 per il 2012; € 1.200.000 per il 2013 e € 2.000.000 per il 2014.
In pratica per i deputati che saranno eletti per la prima volta a partire dalla prossima legislatura, l'importo del trattamento calcolato con il metodo contributivo potrà essere, in taluni casi, pari a circa un terzo di quello cui avrebbe avuto diritto sulla base della previgente disciplina.
L'insieme di queste misure ha comportato, solo in questa legislatura, una riduzione delle competenze spettanti a ciascun deputato di un importo che può variare tra i 1.250 e 1.500 euro in meno.
Con riferimento all'indennità parlamentare, i diversi interventi, che si sono succeduti dal 2006 ad oggi, hanno determinato una riduzione dell'importo di circa il 20%.
Alla luce di questi elementi, anche tenendo conto delle prime risultanze della Commissione governativa sul livellamento retributivo Italia-Europa, cd. Commissione Giovannini, emerge che:
- il costo complessivo sostenuto per i deputati italiani in carica è inferiore rispetto a quello sostenuto dalle Assemblee dei Paesi europei con il PIL più elevato e dallo stesso Parlamento europeo ;
- l'importo netto dell'indennità parlamentare erogato ai deputati italiani risulta in linea con quello percepito dai componenti degli altri Parlamenti presi a riferimento.

2 commenti:

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