martedì 17 gennaio 2012

Van Gogh incisore, un articolo di Carla Citarella

Sarà forse per via della grande passione che nutro per l'artista o sarà forse per la chiarezza espositiva e l'acume critico di Carla Citarella, sta di fatto che condivido ancora una volta un pezzo artistico. Protagonista di questo articolo è Vincent van Gogh, l'artista per antonomasia, colui che ha saldato insieme vita e arte, forse perchè la vita stessa è in fondo un'opera d'arte. Se ne scopre un aspetto nuovo, il van Gogh incisore, tecnica che egli utilizzò tra il 1882 e il 1890. Vi si ritrovano gli stessi temi cari a van Gogh semmai acuiti dalla secchezza del segno. E così l'artista ribadisce con forza quella che è la sua ricerca  "Vorrei fare dei ritratti che alla gente di un secolo dopo sembrino delle apparizioni, non più la rassomiglianza fotografica, ma la ricerca dell'espressività. Quel ritratto, che consiglio a coloro che non lo hanno veduto, è una rappresentazione dell'anima di questa donna riprodotta(...).
C'è un aspetto della vita di  Vincent Van Gogh che è interessante evidenziare, nella sua immensa attività artistica, fu anche incisore. Tra il 1882 e il 1890, affascinato dalla carica espressiva e comunicativa del segno che gli consentiva l'uso di questa tecnica, produsse nove xilografie e una incisione ad acquaforte: dieci capolavori grafici eseguiti da autodidatta, così intrisi di anima e di vita, che alitavano la stessa arte di Van Gogh.
Fu incoraggiato dal dottor Paul Gachet, il suo nuovo medicoquando l'artista si trasferì a Auvers-sur-Oisenel 1890, dopo il suo ricovero, di propria volontà, a causa delle ripetute crisi, nell'ospedale psichiatrico di Saint-Rémy. Auvers era una piccola località in piena campagna nei pressi di Parigi, tanto desiderata da Van Gogh, dove visse gli ultimi tre mesi della sua vita. Qui vi esercitava il dottor Gachet, appassionato di pittura, stampatore, con il quale nacque un'immediata simpatia e soprattutto gli dava l'opportunità di parlare di arte:"una specie di fratello" scriveva a suo fratello Theo, "tanto ci somigliamo fisicamente e mentalmente" che decise di raffigurarlo, pittoricamente ed inciso ad acquaforte. 
...continua a leggere su Atelier delle attività espressive.

2 commenti:

  1. Sono lusingata per la presentazione puntuale ed elegante di questo articolo.
    Grazie ancora Paolo

    RispondiElimina
  2. Carla, sono io che ringrazio te

    RispondiElimina

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...