martedì 21 febbraio 2012

Contratto Rai: se ti infortuni o rimani incinta puoi essere licenziato

imagecredit unicitta.it
Forse il Ministro Fornero e il Presidente Monti dovrebbero riflettere su questa considerazione: se poni datore di lavoro e dipendente allo stesso livello, il datore di lavoro sarà comunque avvantaggiato.
Dal che segue che se dai un piccolo vantaggio al datore, questo si trasforma in un vantaggio ancora più ampio. 
Inoltre, può essere che fare i professori, occuparsi delle massime questioni, renda a volte parzialmente ciechi alla vita che si dibatte  nelle piccole cose. Quantunque elevati siano i nostri intenti, inevitabilmente si compongono di piccole parti banali. E infatti, nella mia esperienza di lavoro non sono mancati il vecchio lavoro a cottimo e le buste paga menzognere.
Questo preambolo serve a introdurre la notizia che ho letto sul blog del popolo viola, il Post viola, nell'articolo “Sei incinta? Ti licenzio”, la clausola shock nei contratti Rai – Foto, basato sull'articolo del blog dei giornalisti precari Errori di stampa che per primo ha segnalato la notizia.
Le cose starebbero in questo modo, anche se la pubblicazione di una fotografia del contratto (qui sotto) tratta dal blog del popolo viola attenua i dubbi:

imagecredit violapost.wordpress.com

Come si legge al punto 10, in caso di malattia, infortunio o gravidanza, il contratto può essere risoluto senza indennizzi da parte del datore di lavoro.
Sembrerebbe una tipica clausola vessatoria. Se penso per un momento agli enormi stipendi che percepiscono gli alti dirigenti Rai, i direttori, i caporedattori con funzione di direttore, e a quello che invece è destinato ai precari, a chi è assunto con uno delle 46 tipologie di contratto, ebbene allora mi rafforzo nella mia convinzione: il vecchio caro sfruttamento di marxiana memoria è non solo vivo e vegeto ma è un fatto reale, nonostante il susseguirsi di adulatori e detrattori.
Una società come la nostra paga uno scotto enorme nei confronti di quelle più avanzate. E il costo è a carico di chi non ha santi in paradiso, di chi non è raccomandato. Questo iato, questo abisso che si è  creato tra una moltitudine che sostiene il paese e un grumo di privilegiati che ingrassa senza meritarlo si è manifestato in forma tremendamente palese nella sofferenza economica che attraversa la penisola. Nel momento tragico della crisi economica, anche le disgrazie colpiscono in maniera diseguale e iniqua.
Io penso che questa non è la strada giusta. Fintanto che si continuerà a premiare gli incapaci e punire i meritevoli noi navigheremo a vista con il rischio, mi si perdoni la sfrontata metafora, di fare la brutta fine di recenti eventi di mare.

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