venerdì 16 marzo 2012

Cassazione: gli omosessuali hanno diritto alla vita familiare

Maria Gabriella Luccioli
imagecredi archiviofoto.unita.it
La Corte di Cassazione, nel giudicare un ricorso presentato da una coppia omosessuale italiana sposatasi in Olanda, stabilisce con la sentenza 4184/2012 che il matrimonio tra persone dello stesso stesso contratto in un paese estero non è valido in Italia: "non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all'estero"[fonte it.Reuters] . 
Questa decisione segue, gioco forza, le normative esistenti in Italia, che non prevedono l'istituto del matrimonio tra coppie dello stesso sesso. Ma, nel momento stesso in cui scrivono questa sentenza avversa i giudici lasciano aperto uno spiraglio stabilendo che  le coppie omosessuali, come le coppie eterosessuali, hanno "il diritto alla vita familiare e a vivere liberamente una condizione di coppia" e ad avere "un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata"[fonte it.Reuters]
Gia nel 2010 la Corte Costituzionale si era espressa in tal senso con la sentenza 138/2010 che pur rigettando l'incostituzionalità di alcuni articoli del Codice civile riconosceva la necessità di una legislazione in merito da parte del Parlamento
Orbene, per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri.
Si deve escludere, tuttavia, che l’aspirazione a tale riconoscimento – che necessariamente postula una disciplina di carattere generale, finalizzata a regolare diritti e doveri dei componenti della coppia – possa essere realizzata soltanto attraverso una equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio. È sufficiente l’esame, anche non esaustivo, delle legislazioni dei Paesi che finora hanno riconosciuto le unioni suddette per verificare la diversità delle scelte operate.[fonte Consulta online]


Un'osservazione interessante la fa anche Avvenire che, in una breve nota online, afferma
La prima sezione civile della Cassazione, che ha promulgato la sentenza 4184 col no alla trascrizione delle nozze celebrate all'estero ma ha stabilito che anche per le coppie gay devono valere gli stessi diritti assicurati dalla legge a qualsiasi coppia etero sposata, era presieduta da Maria Gabriella Luccioli, classe 1940, in magistratura dal 1965 e prima donna a entrare in Cassazione a soli 38 anni.
A lei si deve anche la discussa sentenza che stabilì spettare al tutore la decisione in ordine al mantenimento o all'interruzione dell'idratazione e dell'alimentazione per Eluana Englaro. Con l'esito finale a tutti noto. [fonte Avvenire]
Il che è come affibbiare una specie di stigma al magistrato della Suprema Corte, già in passato orientato a certe decisioni (vedi caso Englaro). Nulla di nuovo che all'ambiente vescovile non piacciano nè le unioni omosessuali (e figuriamoci il matrimonio) nè, probabilmente, gli stessi omosessuali.
Del resto, alla giudice Luccioli si potrebbe avvicinare la Consulta, che guarda caso ha detto e fatto le stesse cose: rigettato l'istanza ma riconosciuto che esiste il diritto a vivere e ad avere una vita familiare.

Continuo a stupirmi enormemente dell'atteggiamento di tutti quelli che ostinatamente negano che gli omosessuali abbiano diritto ad avere una vita familiare. Probabilmente vorrebbero che rimanessero per sempre nascosti agli occhi dell'opinione pubblica, che continuassero a esistere ma solo dietro le quinte, dove non si vede, e che magari non se ne parlasse più. Forse esagero, ma è incomprensibile questa pervicace resistenza a considerarli esseri umani come gli altri. 
La sentenza non è storica come molti hanno scritto e detto. E' importante, sicuramente, ribadisce una precedente sentenza della Consulta ma, con tutta probabilità, rimarrà lettera morta anche con un governo e una maggioranza parlamentare diversi da questo, come già era successo in passato.
Non sarebbe sbagliata una legge di iniziativa popolare da sottoporre a referendum.
E' così avvilente constatare che tante persone sono disposte a passare sopra quello che genericamente possiamo definire come un diritto naturale non scritto, quello cioè di vivere una vita affettiva e di relazione come tutti, solo perchè una legge scritta dagli uomini non ne prevede l'esistenza.
Se passasse la nuova linea che Monti ha voluto dare alla prassi legislativa -non più tutto ciò che non è espressamente permesso è vietato bensì tutto ciò che non è espressamente vietato è permesso- le cose sarebbero risolte: infatti la legge non vieta, semplicemente non prevede.



Nessun commento:

Posta un commento

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...