martedì 24 aprile 2012

Crush fetish: si filmava mentre uccideva piccoli animali, condannata

Si chiama crush fetish ed è una parafilia. Consiste nell'eccitazione sessuale guardando filmati in cui si schiacciano letteralmente oggetti o piccoli animali sotto i piedi. Questa forma di feticismo sessuale balza all'onore delle cronache perchè una quarantenne di Rho è stata condannata, dopo patteggiamento, alla reclusione a 4 mesi convertiti in 4.400 euro di multa per aver ucciso piccoli animali con il tacco delle scarpe. Aggiungo il particolare che, secondo quanto riferiscono le fonti, la signora era nuda mentre schiacciava gli animaletti e riprendeva la scena diffondendola su internet. Ne dà notizia la Lega Anti Vivisezione [vedi Uccideva animali con i tacchi: donna condannata!].  Ne parla, con accenti infuocati, anche Emanuela Zerbinatti su Gattivity [vedi Uccideva animali seminuda e in tacchi a spillo, condannata. I filmati in rete].

Si distinguono due versioni: soft crush, in cui vengono schiacciati invertebrati e hard crush in cui vengono invece schiacciati animali più grandi, piccoli mammiferi, volatili e così via.
La parafilia, secondo l'ultima definizione disponibile del DSM-IV-TR, non è compresa all'interno dei disordini psichici, a meno che non causi sofferenze psichiche o fisiche agli altri. Sembra che questa tendenza sia stata seguita anche dalla versione V del DSM. Si fa cioè una distinzione tra il comportamento sessuale di una persona, anche se poco ortodosso e un comportamento francamente psicopatologico, inserendo nella seconda casistica coloro che infliggono danni psicologici o fisici agli altri. O, aggiungo, se sono coinvolti minori.
Tanto per capire cosa si intende quando si parla di parafilie riporterò una lista, incompleta, trovata su it.wikipedia, che costituisce un utile riassunto. Si comprenderà meglio quando la parafilia è da intendersi come pratica lecita e normale e quando no.

  • Esibizionismo: il bisogno o il comportamento che porta all'esposizione dei propri genitali ad una persona ignara;
  • Feticismo: l'uso esclusivo di oggetti non direttamente attinenti alla sessualità (es. scarpe, indumenti) o parti del corpo di una persona, al fine di innescare o aumentare l'eccitamento sessuale;
  • Frotteurismo: il bisogno o il comportamento che porta a toccare o palpeggiare il corpo di una persona non consenziente;
  • Pedofilia: l'attrazione sessuale per bambini in età infantile e prossimi a quella prepuberale;
  • Masochismo: bisogno o comportamento sessualmente eccitante ricercato nel voler essere umiliati, provare dolore o soffrire in altri modi;
  • Sadismo: bisogno o comportamento sessualmente eccitante nel produrre dolore o umiliazione della vittima;
  • Feticismo di travestimento: eccitazione e/o piacere sessuale nell'indossare abiti del sesso opposto;
  • Voyeurismo o scopofilia (più raro scoptofilia): il bisogno o il comportamento che porta a spiare persone ignare mentre sono nude, in intimo o impegnate in attività/rapporti sessuali; [fonte  it.wikipedia.org/wiki/Parafilia].
 Nel caso oggetto delle attenzioni della cronaca non è tanto la parafilia a ricevere le attenzioni della magistratura quanto il reato di maltrattamento di animali [art. 544-ter Codice Penale] che recita:
1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. 
2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. 
3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell'animale. [fonte it.wikipedia.org/wiki/Maltrattamento_di_animali].
Emanuela, nel suo articolo citato sopra, arriva alla proposta di provvedimenti drastici, oltre la già inflitta condanna:
Un ultima considerazione la voglio fare a proposito delle capacità di questa donna di essere un esempio per i suoi figli. Al di là del fatto che una condanna a 4.400 euro sono pochi a prescindere, che razza di giustizia è quella che lascia tre minori in balia di una donna simile? Il Tribunale dei minori avrebbe dovuto intervenire levando subito i figli a questa donna che dimostra di non essere degna di stare tra le persone civili, figuriamoci in una casa a occuparsi di tre bambini. Levarle la patria potestà è il minimo che si merita. Altro che villetta a Rho! [art. Gattivity cit.]

Forse eccessivo ma resta comunque valida la domanda: in questa escalation dall'invertebrato al mammifero, vi è qualche limite che preserva gli esseri umani dall'essere oggetto di queste attenzioni? E penso soprattutto ai casi di pedofilia quando non a delle vere e proprie sevizie. 


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