venerdì 13 aprile 2012

Lega: espulsi Belsito e Rosi Mauro. Salvo Renzo Bossi

Non c'è niente di più facile di trovare un capro espiatorio (o due) a cui addossare tutte le colpe. Specie se poi non sono padani al 100%. E così è successo ancora una volta: le vittime sacrificali, Belsito e Mauro, sono state infine sacrificate. Evidentemente, però, alla Lega, cui piace il numero tre quando bisogna sostituire il capo (triumviri) non piace più quando bisogna espellere dal partito: infatti,  Renzo Bossi non è stato nemmeno nominato. Ecco un estratto dal verbale del Consiglio Federale della Lega di oggi, preso dal Giornale di Brescia:

«È stato poi dato mandato alla società di revisione contabile Price Water House di effettuare la verifica sulle poste patrimoniali presenti nella contabilità del movimento, verifica da effettuarsi e concludersi tassativamente entro la data del 30 giugno ovvero prima del Congresso Federale».
«È stato assunto un provvedimento disciplinare di espulsione dal movimento per l’ex Segretario Amministrativo, Francesco Belsito. È stato poi chiesto alla senatrice Rosy Mauro, dal Presidente Federale, Umberto Bossi, dai triumviri e da tutti i componenti del Consiglio Federale, di rassegnare le proprie dimissioni dall’incarico di Vice Presidente del Senato. 
Rosy Mauro ha però respinto tale richiesta: dopo aver nuovamente rinnovato all’unanimità la suddetta richiesta di dimissioni dalla Vice Presidenza del Senato, dopo una lunga discussione, la senatrice Mauro ha ribadito di non voler accettare l’invito, come aveva già pubblicamente dichiarato nei giorni scorsi».
   
«A questo punto, preso atto della decisione della senatrice Mauro, il Consiglio Federale all’unanimità ha decretato l’espulsione dal movimento della stessa senatrice Mauro, ritenendo inaccettabile la sua scelta di non obbedire ad un preciso ordine impartito dal Presidente Federale e dal Consiglio Federale».
[fonte Il giornale di Brescia]




Eh si che anche Renzo Bossi, secondo la ricostruzione che ne fa Fiorenza Sarzanini sul Corriere, avrebbe avuto le sue belle cose da spiegare:
Il frontespizio della cartellina «dedicata» ai figli di Bossi è intestato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. «Auto-Renzo» è annotato. Ma dentro c'è molto altro. La spesa più consistente certamente riguarda il ricovero di Sirio Bossi per l'operazione di rinoplastica: in tutto 9.901 euro che la Lega provvide a saldare. Poi ci sono le multe. Alla guida dell'auto c'è sempre il Trota che procede in barba a divieti di sosta e di ingresso nelle aree riservate, ma anche superando spesso i limiti di velocità. Forse per non rischiare di dover versare gli interessi, Belsito aveva compilato una sorta di promemoria sui pagamenti da effettuare. Però non aveva rispettato le scadenze. 
Il 16 ottobre 2010, mentre è a Bologna, Renzo Bossi viola un divieto di circolazione. Secondo un'aggiunta a penna stava andando alla festa della Lega: costo dell'infrazione 166,80 mora compresa. Per correre a un «pranzo con Rosi Mauro, il dottor Panini e Angelo Alessandri» organizzato a Modena il 28 settembre 2010 era invece entrato in una zona vietata e la Lega aveva dovuto 165 euro. Il totale delle contravvenzioni del 2010 è pari a 674,53. Ma a questo va sommato un bollettino da 269,60 emesso dalla polizia locale di Vergiate, in provincia di Varese.
E invece, a torto o a ragione si preferisce un'operazione di facciata, incompleta e, tutto sommato, ingiusta. Ma intanto, passa che la Lega ha fatto pulizia. Con le dimissioni a metà (spostatosi da segretario a presidente) di Bossi e l'espulsione dei due reprobi, la Lega è a posto, due mele marce c'erano e due mele sono state tolte. Ma non è così.
Per la verità forse non è così per nessun partito politico. Da quel che sembra, il trio ABC sembra seguire la strada della revisione obbligatoria dei bilanci dei partiti, non si parla da nessuna parte di riduzione del rimborso.
Non so se la consapevolezza della reale destinazione dei soldi che regaliamo alla politica sia sufficiente a farci digerire il continuo salasso dei partiti dalle casse pubbliche, sta di fatto che quella è l'unica soluzione alla quale hanno pensato quasi tutti.
Un'altra soluzione invece rimane più nell'ombra: posto che la soluzione migliore sarebbe abolire ogni rimborso ai partiti, una valida alternativa potrebbe essere la possibilità di destinare uno 0,1 per mille (o meno, la cosa è da vedere) della nostra dichiarazione dei redditi a un partito, anno per anno, potendo così, con questa via finanziaria, influire quasi quanto (o forse più) del voto sulle dinamiche e gli atteggiamenti dei partiti.


imagecredit qn.quotidiano.net

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