lunedì 23 aprile 2012

L'oro d'Italia e la bufala della vendita delle riserve auree

Un articolo uscito sul sito Rischio calcolato (ripreso abbastanza acriticamente da No censura e Informare per resistere e da molti altri) sembrava paventare oscure manovre di vendita dell'oro nazionale. Infatti, un rapporto della Banca d'Italia, quello evidenziato nel grafico qui sotto, segnava nel periodo febbraio-marzo 2012, una variazione del valore delle riserve ufficiali. Dovuto a cosa? Si nota anche una variazione negativa del controvalore in oro di 5,6 miliardi (ma non dell'ammontare in once), spiegabile, come vedremo, con una variazione di quotazione. Ma su Rischio calcolato si fanno altre ipotesi:

A scendere, in particolare, sono state le riserve in oro, diminuite in valore di 5,669 miliardi a 98,123 miliardi al 31 marzo 2012. Si vendono l’oro e senza dire niente ai cittadini! Dov’è finito quell’oro: venduto ai russi o ai cinesi, avidi compratori di riserve auree in questo momento? Oppure è andato in pegno alla Bce come collaterale di qualcosa, su richiesta della Bundesbank sempre più terrorizzata dalle perdite potenziale del programma Target 2? 
Quanto sono attendibili queste ipotesi complottistiche? A parte che recentemente sembra che la Russia abbia venduto oro (fonte Finanza.com), dopo averne comprato molto ma in un periodo precedente.
Quanto a vendere le riserve auree italiane, ne parlava Repubblica nel novembre scorso come di ultima spiaggia, e come di un'idea che aveva solleticato a suo tempo anche Prodi: Le riserve auree sono l'ultima spiaggia.




Intanto vediamo qualche tabella ufficiale. Questa qui sotto, basata su dati del World Gold Council,  riporta le riserve auree in tonnellate dei primi sette paesi al mondo, ed è datata 31 dicembre 2011. L'Italia possiede 2.541,8 tonnellate pari a circa 79 milioni di once troy.









Inoltre, il Fondo Monetario Internazionale riporta che l'Italia, a gennaio 2012 (dato più recente trovato) possiede 78.830.000 once troy di oro, tenendo conto che mille once troy fanno 31,1 kg, si ha un totale pari a 2.451 tonnellate [fonte IMF] . Che è lo stesso valore riportato a fine anno 2011 su dati del World Gold Council (tabella in alto).


L'ultimo documento disponibile sulle riserve ufficiali della Banca d'Italia, relativo a marzo 2012, parla di 79 milioni di once troy di oro, lo stesso valore di dicembre 2011, e pure di un identico controvalore: 103 miliardi di euro contro 137 miliardi di dollari [fonte Banca d'Italia]. A quanto sembra le riserve auree ufficiali italiane non sono diminuite. 



Allora sembra  proprio che sia la variazione di prezzo tra 29 febbraio  e 31 marzo  2012 a giustificare quei 5,6 miliardi di euro lamentati nell'articolo citato (si veda il grafico interattivo di Kitco). Infatti, in quel lasso di tempo, la quotazione dell'oro passa da circa 1.750 dollari per oncia a circa 1.650 dollari per oncia (1.319 euro contro 1.245 euro per oncia, fonte Italia Oggi), una differenza di 100 dollari che moltiplicata per i 79 milioni di once della Banca d'Italia dà circa 7,9 miliardi di dollari pari appunto a 5,6 miliardi di euro, imputabili dunque alla sola variazione della quotazione ufficiale. Insomma, non sembrerebbero esserci vendite anomale. Occorre considerare, inoltre, che, come si può vedere, l'intero ammontare delle riserve in oro, a seconda del prezzo di mercato, copre a malapena un 10% del debito italiano, per cui non sarebbe saggio venderlo.

Il taglio dell'articolo di Rischio calcolato è quasi interamente orientato al complotto, cosa del resto lecitamente ipotizzabile con  la classe politica italiana, però è sempre meglio controllare. In questo caso infatti sembra non esserci niente di anomalo, solo la dinamica delle quotazioni. Scopro, infine, che già su Giornalettismo e Phastidio avevano evidenziato la cosa, in maniera più caustica della mia. Da notare anche l'eco che ha avuto l'articolo su altri siti web e sui social, una delle caratteristiche evidenziate dai detrattori della rete, il suo aspetto di diffusione acritica delle notizie. Però, qualcuno che prova a usare la critica c'è, per cui internet ha al suo interno sia il germe della diffusione delle bufale che i suoi anticorpi.




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bancaditalia.it

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