mercoledì 11 aprile 2012

Orgoglio padano e gioco delle parti a Bergamo

Non ne ho seguiti molti di raduni della Lega, devo dire, ma dopo aver ascoltato la mezz'ora di Maroni e Bossi al raduno dell'orgoglio padano di Bergamo ho la precisa sensazione della presa in giro. Forse anche i radunati lo sanno e stanno al gioco, o forse non lo sanno e siccome a qualcuno bisogna pur credere allora continuano a credere ai loro capi.
Per dire: Francesco Belsito, pur essendo nato a Genova è originario di Pizzo Calabro, zona non propriamente a nord e anche Rosy Mauro non è propriamente una padana doc, provenendo dalla provincia di Brindisi. Ora, che Umberto Bossi, il quale candidamente afferma che lui ha dei pregiudizi nei confronti delle persone del sud, accetti seraficamente questo signor Belsito (presentato, in punto di morte, e garantito, dall'ex tesoriere Maurizio Balocchi, a quanto racconta Bossi) alla tesoreria della Lega senza colpo ferire solo perchè raccomandato e presente nel CdA di Fincantieri, ebbene, non è facile da digerire.

Delle due l'una: o Bossi ha, come dice, pregiudizi nei confronti di tutto quello che sta sotto la linea gotica, oppure non ce li ha, ma dice di averli.
E che poi dica che improvvisamente, come a comando, questo signor Belsito cominci a parlare al telefono dicendo cose e coinvolgendo la Lega, tutto come un complotto ben ordito ai danni del carroccio, ebbene, in questo caso occorre tutta la credulità e l'ingenuità dei radunati per bersela.
Il tema del complotto, ingenuamente invocato, è quello che una certa categoria di  persone accusate di qualcosa mettono in atto come strategia primaria. Non occorre fare nomi  per evocare il re dei complotti ai miei danni, tra magistratura e stampa. Ancora una volta è la strategia migliore: non sono i dirigenti leghisti, e  meno che mai il capo dei capi, ad essere corrotti o aver sbagliato, sono gli altri che complottano, ordiscono trame e corrompono qualcuno affinchè porti  il disordine.
Fiacco e privo di mordente, come quando afferma che ha sbagliato a far entrare i figli in politica, evocando la figura del buon padre tradito dal troppo amore, e trasformando una colpa in una virtù, senza far cenno alle eventuali responsabilità del figlio ma plaudendone il senso di responsabilità che l'ha fatto dimettere, o come la macchietta inventata sulle messe nere di cui sarebbe accusata la moglie dalla stampa, classica strategia di esagerare l'accusa per screditarla.


Quanto influiscono queste notizie sulla fedeltà dei leghisti al loro partito? I leghisti, ovviamente, non sono tutti uguali. Un recente lavoro, seppure basato sull'analisi dei social network, e quindi non coinvolgendo solo militanti del carroccio, segnala però una tendenza che mi sento di condividere: queste occasioni accentuano gli estremismi. Infatti aumentano sia coloro che sono molto contro che quelli fortemente simpatizzanti, mentre diminuiscono le posizioni intermedie, più caute o neutre. 
Chi ha investito molto nell'ideologia padana fa fatica a mollare tutto, perchè è come se ammettesse di aver fallito in una parte importantissima della sua vita, e perciò si sente ancora più legato, mentre chi dall'esterno era già contrario alle idee della Lega trova modo di rafforzare le proprie convinzioni dalla cronaca. 
Infatti se si analizzano i dati pur, come detto, probabilmente non rappresentativi come campione, si notano alcune tendenze alla polarizzazione nel giro di breve tempo (gennaio-aprile 2012) che implicano senso di appartenenza o rifiuto:

  • molto contro il 38,7%, era il 30,3% a gennaio
  • contro il 24,4%, era il 31,0% a gennaio
  • fortemente simpatizzante per il 16,5%, era l'8,9% a gennaio
  • indifferente per 10,4%, era il 17,7% a gennaio
  • simpatizzante per il 9,9%, era il 12,1% a gennaio


L'idea che se ne trae è appunto questa: quattro cose in croce, complotto e capri espiatori, tanto per blandire la folla, e tutti contenti a casa. Eppure sono vent'anni che la Lega parla di questione del nord, di federalismo, secessione, ministeri al nord, adesione ai cantoni svizzeri, e via dicendo. Quante di queste cose si sono realizzate? E come si affronta la domanda delle domande: ma cos'avete combinato in vent'anni? Proponendo altre cose irrealizzabili, utopistiche, un nuovo sogno che soppianti il vecchio, ormai andato deluso.
Il risultato finale, di quella che probabilmente sarà una pulizia interna al partito, è quello di estremizzare gli animi: chi rimane dentro la Lega e continua a votarla sarà ancora più convinto del suo appoggio e dei complotti che non meglio identificate forze ordiscono ai danni del carroccio. E in queste condizioni, come si sa, non è facile giudicare con la propria testa e perciò si giudica con quella degli altri.





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