lunedì 23 aprile 2012

Spending review: analisi della spesa pubblica italiana. Rapporto preliminare

Del tema della spending review, cioè revisione della spesa, sotto forma di riduzione dei costi della politica, si parla da sempre, soprattutto all'approssimarsi di qualche elezione. Ogni occasione è buona per avanzare proposte di revisione della spesa pubblica, specialmente nei periodi di difficoltà o caldi dal punto di vista politico. Questo è uno di quei periodi caldi. Solo che, diversamente da quello che è accaduto e accadeva con i politici dei partiti, che ne parlavano senza muovere un dito, i tecnici ne parlano e sembrano muovere qualche dito. Il primo dito è questa Dinamica, struttura e criteri di governo della spesa pubblica:  un rapporto preliminare che il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda ha preparato.
La spesa pubblica è spesso indicata come uno dei sintomi o delle cause della malattia italiana che va sotto il nome di “elevato rapporto tra debito pubblico e reddito nazionale”, per i vincoli che essa pone (i) a una politica di bilancio coerente con i mutamenti della domanda e dei bisogni della collettività per i servizi e le attività tradizionalmente svolti dal settore pubblico, (ii) a ipotesi spesso avanzate di ridurre la pressione tributaria come strumento per il sostegno della crescita economica, (iii) alla possibilità di utilizzare gli strumenti tradizionali della politica fiscale a sostegno della ripresa ciclica dell’economia.


Il Rapporto si compone di tre parti: analisi storica degli ultimi 60 anni di spesa pubblica; classificazione delle possibili inefficienze; patto di stabilità e riduzione del deficit delle pubbliche amministrazioni. Come sempre, ve ne propongo una breve sintesi attraverso i grafici, spesso molto più esplicativi delle parole, rinviandovi al documento originale, piuttosto corposo.

 Spesa pubblica su Pil 


Si noti l'enorme aumento dell'imposizione fiscale sul Pil: dal 20,2% del 1951 al 46,6% del 2010 accompagnata dall'aumento della spesa, che segue un andamento parallelo. Da notare anche i famigerati anni 90 con il rilevantissimo aumento della spesa per interessi, il debito pubblico finanziato con i Bot.

Composizione della spesa


E' interessante osservare alcune tendenze ben definite in questa composizione della spesa pubblica: una diminuzione dei contributi di produzione, dell'assistenza alle famiglie e della spesa in conto capitale (investimenti) e un parallelo aumento della spesa per pensioni, spese correnti e interessi passivi. E' quella che potremmo definire una corsa verso il baratro.

Importo pensioni: pubblico-privato, maschi-femmine


La spesa per le pensioni è una dfi quelle aumentate maggiormente nel tempo. L'analisi delle dinamiche mostra due precise tendenze, per quanto riguarda gli importi erogati: in media (cifre in neretto) i maschi percepiscono di più delle femmine (15.651 vs 8.095 nel settore privato e 25.470 vs 18.621 in quello pubblico) e i pensionati del settore pubblico più di quelli del settore privato

Spesa pubblica tra Stato centrale e amministrazioni locali


Interessante osservare in questa comparazione tra 1990 e 2008 il progressivo spostamento di alcuni capitoli di spesa dall'amministrazione centrale a quella locale, come per esempio sanità e servizi generali. Deludente prestazione della spesa per l'istruzione che subisce un forte calo non compensato a livello locale.


Tipi di sprechi (10 tipologie, evidenziate 7, vedi testo)




Un (ammonimento) conclusivo del Ministro Giarda:

Un caveat conclusivo. La presente relazione non ha l’obiettivo di proporre interventi correttivi su nessuna delle componenti della spesa pubblica. Nell’intera responsabilità dell’autore, essa riassume i temi che sono stati discussi in sei riunioni del gruppo di lavoro, composto da rappresentanti delle parti sociali, su “il bilancio pubblico”. La sua base informativa è costituita solo da dati elaborati dall’Istituto Centrale di Statistica per scopi di informazione generale sulla composizione e dinamica della spesa pubblica. Suggerimenti correttivi dovrebbero invece basarsi sui dati analitici e circostanziati normalmente rilevati dalle amministrazioni competenti nei diversi settori di spesa. Ulteriori riflessioni sul tema potranno pervenire dalla continuazione dell’attività del gruppo di lavoro, ma i compiti di formulare valutazioni, avanzare proposte e approvarle appartengono al governo e al parlamento. In ogni caso, il settore pubblico ha bisogno di qualche decisione radicale per rimediare alle inefficienze allocative che sono presenti nella produzione dei servizi pubblici e alle inefficienze legislative gestionali in molti dei comparti di spesa con finalità redistributive. Ha anche bisogno di manutenzione ordinaria, di piccole riforme e opere buone oltre che, se è consentito, un po’ di rispettoso affetto.

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Fonti e bibliografia:
Ministero per i Rapporti con il Parlamento, Ministro Piero Giarda,  Dinamica, struttura e criteri di governo della spesa pubblica:  un rapporto preliminare, 5 marzo 2012


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blog.panorama.it
governo.it (5)

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