lunedì 30 aprile 2012

Violenza sulle donne: il femicidio, l'omicidio di genere. Le statistiche

E' uscita in questi giorni sulla stampa la notizia che dall'inizio dell'anno già 50 donne sarebbero state uccise. Se la notizia fosse vera questo significherebbe  che, mediamente, sono attesi nel 2012 circa 150 casi. In forte aumento rispetto ai dati forniti da qualche organizzazione per gli anni passati. Però, di questa cifra fornita dai media (50 donne uccise) per esempio da Ansa, Corriere, Panorama, nessuno cita la fonte di provenienza. Non le citano, queste fonti, perchè ufficialmente non ve ne sono. Quelle poche disponibili si devono alla paziente ricerca di studiose sugli organi di informazione, ma riguardano gli anni passati. E' immaginabile che quelli pubblicati recentemente si riferiscano a una sommaria contabilità effettuata sulle notizie apparse sulla stampa.
 E' certamente strano che sia l'Istat che altri organismi pubblici non forniscano delle statistiche al riguardo. Il femicidio non è solo una sottocategoria dell'omicidio ma un vero e proprio modello di pensiero, quello che genericamente implica il possesso della persona amata. Da notare che questo tipo di violenza cosiddetto di genere e quello sui minori sono simili dal punto di vista dell'esecuzione di atti violenti nei confronti dei più deboli. In questi casi non si accetta, da parte degli esecutori, che un soggetto più debole si opponga alla propria volontà. 


Ma passiamo agli unici dati che ho trovato in rete riguardanti il femicidio, l'omicidio delle donne. Secondo la definizione della criminologa D. Russell,  "la morte della donna rappresenta l’esito/la conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine”, ovvero "le uccisioni di donne in quanto donne", definizione che traggo da Femicidio, a cura di C. Karadole e A. Pramstrahler [disponibile su Scribd].

Per esempio Casa delle donne. In un lavoro pubblicato sul loro sito dal titolo UOMINI CHE UCCIDONO LE DONNE. INDAGINE SUL FEMICIDIO IN ITALIA. I DATI DEL 2011 riportano una serie di tabelle relative  agli omicidi dal 2005 al 2011. I dati sono stati raccolti consultando giornali nazionali e locali e sono ritenuti sottostimati. 


Una tesi di laurea di Francesca Quaglia dal titolo  GLI OMICIDI TRA UOMINI E DONNE:
UN’ANALISI DIACRONICA A PARTIRE DAI GIORNALI presente sul sito Anti violenza donna, uscito nel 2004  e  riguardante tre bienni presi come riferimento: 1960-61; 1985-86; 2002-03. Si segnala una diminuzione dal 1960 a oggi ma, a partire dall'anno 2005, confrontando questi dati con quelli di Casa delle donne,  sembra che sia in atto un'inversione di tendenza con un nuovo aumento.







Non è dato sapere se è sufficiente una continua presenza sui media a limitare questo genere di omicidi, nell'incertezza è comunque sempre meglio parlarne. Non che sia facile comprendere le ragioni che spingono in genere ad uccidere, anche se, nel caso specifico, è in genere possibile comprendere quali siano le motivazioni principali.
 Il pensiero sulla prevenzione attiva degli atti di violenza va chiaramente alle giovani generazioni, nei confronti delle quali può attuarsi in maniera proficua un'educazione al rispetto, sia in senso ampio e universale sia in senso particolare e specifico nei confronti dei soggetti più deboli e delle donne. 
Per ora restano le crude statistiche. Sui due documenti citati sono presenti approfondimenti sulle dinamiche di questi femicidi.




imagesource
femicidioencostarica.blogspot.com
casadonne.it
antiviolenzadonna.it

4 commenti:

  1. Salve, visto che lei si é occupato di questo tema prestando attenzione al dettaglio dei numeri, saprebbe spiegare come mai da un po' di tempo gira l'affermazione (si veda per esempio la rubrica 27esima ora sul Corriere, in particolare il post del 8.10.2012) che le donne uccise da mariti/compagni nel 2012 sarebbero state 137? Quando invece la Casa delle Donne che lei cita, e che é già una fonte non proprio imparziale, ne conta solo 120? Tra l'altro, se legge i dettagli del documento sul loro sito, vedrà che sono inclusi anche omicidi di tipo diverso.

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    1. In che senso è "una fonte non proprio imparziale"?
      Comunque l'arcano penso sia rintracciabile in una imprecisa raccolta dei dati: la fonte principale, a quanto detto, è la diffusione sulla stampa, per cui in assenza di una serie di parametri precisi di inclusione potrebbe accadere che l'omicidio di una donna "non in quanto donna" ma per altre cause possa venir conteggiato nei femicidi o, in definitiva, potrebbe trattarsi semplicemente di un errore di conteggio (casi considerati due volte e così via). Non sarebbe male che fossero organismi più avvezzi ad elaborare le statistiche, magari nei settori ai quali naturalmente appartengono (come le questure o il Viminale), quelli predisposti a raccoglierle. Il fenomeno è più di un "semplice" omicidio di genere.

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  2. Mi correggo: nel commento precedente intendevo ovviamente le uccisioni relative al 2011, non il 2012.

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  3. ma gli altri tipi di omicidio, cioè uomini uccisi da uomini e donne uccise da donne? quelli non contano? eppure gli uomini vengono uccisi circa 4 volte più delle donne e che differenza fa chi li uccide? forse un uomo ucciso da un uomo è meno importante di una donna uccisa da un uomo? che cosè questo schifo di distinguere l'omicidio per sesso, l'unica distinzione che si dovrebbe fare è tra criminali donne o uomini che siano e gente onesta donne o uomini che siano. e perchè considerate solo l'omicidio uomo uccide donna più grave degli altri tipi di omicidio?Sono tutti gravi

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