domenica 27 maggio 2012

Terremoto nell'Emilia e liquefazione del suolo

Una delle tante conseguenze del terremoto che ha colpito la Pianura Padana emiliana è stato l'emergere di quelli che i geologi chiamano fenomeni cosismici. Quelli rilevati dal gruppo composto da Ingv, Roma 1, Roma 2, Cnt e Ov, insieme allo scambio dati con Uni Insubria e Ispra sono essenzialmente di tre tipi:
1) Liquefazioni per sovrappressione di falde idriche ospitate da corpi sabbiosi del sottosuolo 
2) Fratturazione estensionale con prevalente separazione orizzontale 
3) Liquefazioni associate a fratturazioni



Il rilevamento  segue le direttive del Progetto Emergeo, ideato da Ingv per tutti i casi di terremoto con magnitudo superiore a 5.5. In seguito al terremoto in Emilia le squadre del Progetto Emergeo, in collaborazione con altri istituti di ricerca, hanno iniziato i rilevamenti sul terreno. Da questi primi studi è scaturito questo report Rilievi geologici di terreno effettuati nell’area epicentrale   del terremoto del 20 maggio 2012 .
Il filmato qui sotto spiega cosa sono e come si verificano le liquefazioni del suolo


Questi fenomeni di liquefazione, si afferma nel report, sono piuttosto diffusi nell'area interessata dal terremoto, dove si trovano sottofondi di sabbia grigia e, a volte, anche di sabbia gialla. Gli eventi avvenuti in campo aperto hanno spesso utilizzato i pozzi da irrigazione come via di fuoriuscita mentre nei casi avvenuti all'interno delle abitazioni molto probabilmente la sabbia ha seguito vie di fuga costituite da interventi umani. Anche dalle fratturazioni si sono avute ampie fuoriuscite di sabbia grigia.
A complicare la situazione sono intervenute anche rotture della rete idrica.
Interessante anche l'osservazione che da questi primi confronti tra

caratteristiche geomorfologiche dell’area e la localizzazione degli effetti osservati mostra una correlazione con la presenza di paleoalvei dei fiumi Secchia, Panaro e Reno.
Il paleoalveo è una

Traccia di alveo fluviale abbandonato dal corso d’acqua. I depositi all’interno del canale abbandonato sono solitamente più grossolani rispetto alla piana circostante, ma è anche comune che il canale non più attivo, se depresso, abbia accolto acque di esondazione provenienti da alvei attivi vicini e quindi si sia andato riempiendo di depositi da decantazione di acque torbide. In questi casi il riempimento è di solito formato da depositi argillosi. [fonte Ersa, agenzia regionale sviluppo rurale]

Descrizione del fenomeno della liquefazione del terreno [tratta da Costruzioni in zona sismica, Unige]





Impressionanti i filmati e le immagini di queste liquefazioni e fratturazioni del suolo.  Alcune fotografie su Flickr realizzate dall'Istituto Nazionale  di Geofisica e Vulcanologia




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