lunedì 23 luglio 2012

Green Hill e la questione della vivisezione

Probabilmente la maggior parte delle persone, se potesse, farebbe volentieri a meno di infliggere dolore agli animali, sia a quelli da esperimento che a quelli da allevamento. Credo, ugualmente, che parte della pubblica opinione sarebbe scossa se vedesse come vengono trattati molti degli animali da allevamento i cui corpi, sezionati, puliti, conditi e cucinati finiscono sulle nostre tavole.
Eppure, al di là della legittima e auspicabile presa di posizione, della forte richiesta di un trattamento decente e rispettoso anche per quegli animali destinati ad essere mangiati, si pone urgente la questione se gli animali siano necessari nella sperimentazione scientifica. Tema che ha appassionato molti, alcuni accusabili di conflitto di interessi invero, ma altri animati solo, si spera, dalla volontà di trovare rimedi per le malattie.



E' di questi giorni la notizia che un'azienda di allevamento di animali da esperimento, la Green Hill di Montichiari in provincia di Brescia, in seguito a un movimento di protesta e dietro presentazione di una denuncia da parte della Lav, è stata posta sotto sequestro e tre persone denunciate per maltrattamento di animali (qui comunicato del Corpo Forestale).
Come detto, sempre con grande enfasi e passione e, a  volte, anche con atteggiamenti al limite dell'aggressione verbale, gli amanti degli animali, conosciuti con il nome di animalisti, difendono strenuamente la vita degli animali attaccando ferocemente il loro utilizzo nella sperimentazione scientifica, detta anche (a torto) vivisezione, o nel testare prodotti cosmetici. Diciamo subito che probabilmente molte volte hanno ragione ma, in senso stretto, nella disputa sull'utilizzo di animali nella sperimentazione scientifica su un farmaco, ammetto di non avere un'opinione precisa, combattuto tra la necessità di avere a disposizione cure valide e la volontà di non ferire i nostri amici a due o quattro zampe.
Per cercare di dirimere un po' la questione, e chiaramente senza alcuna ambizione di essere esaustivo o di presentare la summa del pensiero nei due rispettivi ambiti, vi segnalo due brevi scritti, uno contro e uno pro, non uso il termine vivisezione che è sbagliato  ma sperimentazione animale, rappresentati dalla Lega Anti Vivisezione e dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari e la Società Italiana Veterinari Animali da Laboratorio:
Di seguito, anche due interviste a Simone Pavesi della Lav e Silvio Garattini dell'Istituto Mario Negri, con opinioni ovviamente diverse sulla sperimentazione animale, in occasione della vicenda Green Hill.




imagecredit saawinternational.org

14 commenti:

  1. Sai bene come la penso io. Le parole "Il passaggio diretto dai sistemi in vitro all’essere umano rischia di determinare delle conseguenze per la salute umana, che nessuno e’ in grado di stimare, e per questo è inaccettabile" sono una cosciente truffa ai danni dell'opinione pubblica: moltissime morti umane ogni anno sono proprio dovute a farmaci sperimentati prima su animali e somministrati agli uomini, quali che sino stati i risultati sugli animali (come ormai anche i bambini sanno, è sufficiente cambiare specie animale nella sperimentazione, per ottenere risultati diversi, favorevoli all'industria farmaceutica).

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    1. certo che lo so Bruna, e tanto più apprezzabile quanto più sostieni che le sperimentazioni animali non servono a niente, lasciando immaginare che le avresti tollerate se fossero comunque servite a qualcosa

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  2. No no, le sperimentazioni animali sono COMUNQUE intollerabili, ma lo sono ancor di più per la loro inutilità. Quello che voglio evidenziare è che anche il celebre argomento "preferisci la vita di tuo figlio o quella di un animale?" è una bufala. La morte del secondo (dopo atroci torture) non garantisce affatto la vita del primo.

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    1. bene, prendo atto che supponevo male,comunque la tua posizione solleva qualche interrogativo etico: sei contraria anche a cibarti di animali?

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    2. No, Paolo, non sono contraria a cibarmi di animali, perché l'uomo è nato onnivoro (checché ne dicano i vegani, che vedono nella dentatura umana una dimostrazione del fatto che sia erbivoro!). Quello a cui sono contraria è l'attuale smodato uso dei prodotti animali, uso del resto piuttosto recente nella storia umana, tra l'altro anche negativo per la stessa salute umana: se si riportassero i consumi a quelli anteriori a un secolo fa, si avrebbe meno obesità, meno malattie metaboliche, meno malattie cardiache ecc.
      Inoltre, si potrebbero avere, come una volta, allevamenti non intensivi, con vantaggi per gli animali stessi, non sottoposti alle torture attuali (costrizione fisica in spazi ristrettissimi, produzione forzata di latte/uova con conseguente morte prematura dei soggetti, trattamenti volutamente crudeli: come definire per esempio l'eliminazione dei pulcini maschi per mezzo di macchine che li tritano VIVI?).
      E infine, last but not least, si avrebbe meno inquinamento ambientale: si è forse esagerato nell'attribuire il riscaldamento globale ai gas metabolici prodotti dal bestiame, però sicuramente anch'essi influiscono...
      Se proprio poi vogliamo dirla tutta, con il materiale vegetale e l'acqua che si usa per sfamare una vacca da latte, considerando sia il latte prodotto sia la carne di risulta finale, si potrebbero sfamare molte più persone di quante attualmente se ne sfamino (o meglio, rimpinzino) passando attraverso il processo di trasformazione rappresentato dalla vacca stessa. In pratica, con le stesse risorse che si usano per ipernutrire una piccola parte della popolazione mondiale, si potrebbe sfamarla TUTTA.

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    3. In effetti, l'uomo parrebbe essere stato più vegetariano che carnivoro (è abbastanza intuitivo, in fondo fino alla invenzione delle armi e della caccia l'uomo poteva tutt'al più cibarsi di insetti, uova rubate ai nidi o piccoli animali acchiappati con le mani o trappole). E mentre una dieta esclusivamente carnea ci ucciderebbe in poco tempo, una dieta esclusivamente vegetale è perfettamente compatibile con la salute umana (possono dimostrarlo le mie figlie, in perfetta salute e con tutti i valori delle analisi perfetti).
      http://blogs.scientificamerican.com/guest-blog/2012/07/23/human-ancestors-were-nearly-all-vegetarians/?WT.mc_id=SA_facebook

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  3. Io sono vivo anche grazie (purtroppo) al sacrificio di topi. Quindi sicuramente non sono la persona più imparziale su questo tema. Però ho anche parlato con amici ricercatori che loro malgrado, con disagio e senso di colpa, si trovano nella posizione di sacrificare quei topoi per le loro ricerche mediche.
    Si tratta di gente dotata di intelligenza che ha passato anni a studiare quelle cose. E mi hanno detto che alla fine hanno accettato quel doloroso compromesso tutt’altro che a cuor leggero. Perché al momento un'alternativa non c'è.

    Comunque, se dovesse interessare, di recente c'è stata una discussione sul tema su questo mio post:

    Ricerche sugli animali

    Saluti

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    1. il tema è proprio quello, sapere fin dove sono necessari alla ricerca e, in seguito, se è etico utilizzarli. Ma,nel contempo, potrebbe nascere una discussione anche sul loro uso alimentare. Grazie per il tuo apporto (anche personale)

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    2. Mi scuso con te, Dioniso, mi era sfuggito quel tuo post. Ripeto che sono molto felice che la tua cura sia stata efficace, però resto della mia idea: la ricerca sulle cellule staminali non si fa in Italia per motivi legali strettamente connessi con una fede religiosa che ha più che una tendenza a impicciarsi dei fatti che non le competono. In altre parole, è proibito usare cellule staminali embrionali perché questo uso comporta la distruzione dell'embrione: embrione eccedente da una fecondazione in vitro, destinato comunque alla distruzione, prima o poi (o forse esiste un Ente -pagato dagli italiani con le loro tasse come molti altri Enti religiosi- che si fa carico di tali embrioni per conservarli fino al giorno del Giudizio Universale?). Anche per questo i fondi per tale ricerca in Italia non ci sono mai. In altri paesi non è così.
      http://en.wikipedia.org/wiki/Stem_cell
      Faccio notare che le cellule staminali "autologhe" ovvero estratte dallo stesso soggetto che si intende cutr¡rare sono le più sicure.
      http://www.evidenze.com/cellule-staminali/legislazione-italiana/
      http://www.eurostemcell.org/it/node/25030
      Insomma, più si scava e più si dimostra che le alternative ci sono, ma per vari motivi -non ultime le pressioni da parte dell'industria farmaceutica- si preferisce adagiarsi sempre sulla "vecchia" sperimentazione animale, che è meno costosa e alla fin fine non comporta dover assumere personale più specializzato (o vogliamo definire "specializzato" certo personale che si vede operare in alcuni obbrobriosi filmati?).

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Bruna, mi dispiace contraddirti, ma io ci sono passato e credo di conoscere abbastanza bene alcune cose.

    1. Sto parlando di Germania e non di Italia. Anzi, per essere più precisi non sto parlando neppure di Germania, ma di protocolli internazionali.

    2. "Faccio notare che le cellule staminali "autologhe" ovvero estratte dallo stesso soggetto che si intende curare sono le più sicure."
    Le cellule staminali "autologhe" vengono usate regolarmente. E ho avuto diversi compagni di stanza che hanno subito quel tipo di trapianto. A parte che anche per essere arrivati a capire che anche quel tipo di trapianto funziona sono stati necessari esperimenti sugli animali. Ma poi, sopratutto, quando uno ha la leucemia linfatica acuta con la complicazione del cromosoma filadelfia, come quella che ho avuto io, il trapianto con cellule staminali "autologhe" semplicemente non funziona. Mi davano una prognosi di un anno di vita se avessi voluto il trapianto con cellule staminali "autologhe" invece di quelle eterologhe. Ma poi ripeto, il discorso autologhe/eterologhe non c'entra assolutamente nulla con il discorso di evitare l'uso di animali.

    Scusami se uso toni troppo diretti, ma leggere imprecisioni del genere e semplificazioni bianco/nero su temi così delicati e pieni di sfumature mi irrita un po'. Forse sarebbe necessario documentarsi un po' meglio e in modo un po' più oggettivo se si intende controbattere con argomentazioni razionali nei confronti di persone che hanno molta esperienza in materia.

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  5. Come salomonica, ma anche temporanea, soluzione direi che avete ragione entrambi. La sperimentazione animale può fare a meno di dare cavie a chi deve testare cosmetici ma, forse, dovrà ancora darli a chi ricerca le cure alle malattie. E' pur vero che esiste una lobby di produttori di animali, ma esiste genericamente una lobby dei produttori di farmaci e potrà venire fuori o esiste già una lobby dei produttori di cellule da esperimento. Dunque la spiegazione lobby potrebbe non tenere fino in fondo.
    Diverso il discorso sull'utilità o obbligatorietà della sperimentazione sugli animali, prima della diffusione di un farmaco. Del resto, continua ad assillarmi il tema, dal punto di vista etico, della possibilità di utilizzo degli animali come cibo ma non come cavie. Vero è che gran parte degli animalisti farebbero volentieri a meno di cibarsene ma allora mi viene in mente un'altra cosa: perchè un topo, un gatto o un cane sì e uno scarafaggio, una zecca o una cimice no? Perchè dobbiamo preferire alcuni animali e non altri? C'è forse una classifica? Perchè se c'è allora si giustificano anche le scelte della sperimentazione

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    1. Dubbi molto validi. Apprezzo la tua apertura mentale.
      Capisco anche l'attuale disagio di chi mostra una sensibilità superiore alla media verso gli animali. Però è controproducente per tutti quando si spara nel mucchio, avendo informazioni poco precise e mettendo sullo stesso piano esperimenti per i cosmetici ed esperimenti per mettere a punto tecniche e medicinali che salvano la vita a bambini e adulti.
      Quando si critica o si diffondono notizie bisognerebbe sempre verificare, distinguere, porsi con apertura mentale, chiedersi: se c'è gente che passa la vita a studiare quelle cose, magari non ne saprà un po' più di me?

      Saluti

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    2. ritengo che sia (e non perchè lo adotti io) l'atteggiamento giusto da tenere, anche perchè giocato sulla pelle di tanti, animali o uomini che siano

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