martedì 10 luglio 2012

La terza via per risolvere gli attacchi speculativi contro l'Italia: allungare le scadenze dei titoli

Sembra l'uovo di Colombo la soluzione proposta dagli studiosi della Duke University ripresa dal Financial Times e riportata infine dal Fatto: nè tagli nè  tasse ma solo una ristrutturazione del debito, sotto forma di un allungamento unilaterale delle scadenze degli interessi.
Il lavoro è del 9 maggio 2012 e si intitola A Mature Approach: Using a Unilateral or Voluntary Extension of Maturities to  Restructure Italian Debt (Un approccio maturo: ristrutturare il debito italiano usando una proroga unilaterale o volontaria delle scadenze).
Ricordo che l'ultima nazione che ha utilizzato una ristrutturazione del debito è la Grecia, che ha tagliato del 70% il valore delle obbligazioni private prorogandole, nel contempo, di 30 anni. Certo, la soluzione prospettata non sarebbe così drastica, però non credo che sarebbe comunque tanto gradita  dai creditori. Quella poca credibilità che abbiamo andrebbe persa ulteriormente e c'è chi potrebbe interpretarla come anticamera del default. Certo che, anche senza ristrutturazioni, sembra comunque che l'anticamera si avvicini, con questi spread in giro.


I nostri problemi con il debito sovrano, dicono gli studiosi, sono essenzialmente un problema di liquidità. Prorogare le scadenze delle nostre obbligazioni, per la maggior parte di medio-lungo termine, porterebbe un po' di sollievo alle nostre casse esangui.  Per i creditori non ci sarebbe nessuna perdita  o, al limite, una piccolissima, e permetterebbe all'Italia di soddisfare tutti i possessori di titoli senza soffocare.
Obiettivamente però la via non sarà percorsa dall'attuale esecutivo. Anche se l'ammontare degli interessi sul debito arriverà quest'anno al 5,3% del Pil (80 miliardi) come ricorda Del Corno sul Fatto [cit.] la mossa proposta dalla Duke sembra inattuabile per il tecnico Monti, che ha fatto della credibilità internazionale la sua linea guida. Forse a questo punto ci vorrebbe nuovamente un governo politico, che scegliesse questa via che intacca la reputazione ma allenta la morsa degli interessi sul debito. Oppure bisognerebbe provare a rilanciare l'economia magari, per una volta, provando a copiare dove le cose vanno bene.
Per chi vuole leggerselo ecco il testo della Duke University:

Italy’s sovereign debt problem is primarily a liquidity problem. In late 2011, interest rates on ten-year Italian bonds soared, peaking at above 7 percent. With a debt-to-GDP ratio over 120 percent, interest rates that high would quickly prove unsustainable. Commentators began predicting default, and certain economists called for an immediate restructuring of Italy’s debt.
Italy is not Greece. In normal times, Italy should be able to service its debt out of its budget surplus and gradually reduce its overall debt burden through responsible budgeting. But these are not normal times. The markets remain skittish about debt in the European periphery, the positive effects of the ECB’s lending programs cannot last indefinitely, and Italian investors can hardly expect a lender of last resort to backstop Italian obligations should the specter of default become a reality. [continua a leggere...]

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