mercoledì 25 luglio 2012

Russia: si cuce la bocca contro la detenzione delle Pussy Riot

Le Pussy Riot sono un gruppo punk-rock russo composto di sole donne. Esiste anche una voce di Wikipedia dedicata [http://en.wikipedia.org/wiki/Pussy_Riot], probabilmente non per l'aspetto artistico del gruppo ma per le loro vicissitudini: infatti il 21 febbraio di quest'anno, per protesta contro l'elezione di Putin, hanno fatto irruzione in una chiesa ortodossa di Mosca cantando una preghiera che diceva "Holy Mother, Blessed Virgin, chase Putin out" [vedi Guardian] ovvero madre santa, beata vergine scaccia Putin.


In seguito a questa irruzione tre componenti del gruppo sono state arrestate con l'accusa di teppismo o vandalismo cosa per la quale, si dice nella voce di Wkipedia, rischiano fino a 7 anni di carcere. Intanto, pur essendo in attesa di giudizio,  sono ancora in prigione e recentemente è stata estesa la carcerazione preventiva per altri sei mesi [vedi Reuters]. Amnesty International parla apertamente di prigionieri politici riguardo le tre cantanti arrestate perchè, come nota la Corte Europea dei diritti umani
The European Court of Human Rights has repeatedly held that freedom of expression applies not only to inoffensive ideas, “but also to those that offend, shock or disturb the State or any sector of the population”.[Amnesty International]
la libertà di espressione non si applica solo alle idee inoffensive ma anche a quelle che offendono, scuotono o disturbano lo Stato o qualsiasi altro settore della popolazione. Ma la Russia non sembra un esempio di particolare rispetto per la libertà di espressione.
E così, per scuotere le coscienze, un artista russo di nome Petr Pavlenski ha deciso di cucirsi la bocca  come singolare forma di protesta contro questa detenzione definita pretestuosa.
Reale o finta che sia questa cucitura, l'essenziale è portare alla conoscenza dell'opinione pubblica, soprattutto quella al di fuori della Russia,   quello che accade in quel paese a chi protesta. Non so se servirà a molto ma è comunque meglio del silenzio.


Per ora la notizia, oltre che con questo video sul Corriere, è uscita su La Russie d'aujourd'hui,  e altri siti o blog  stranieri ma non sulla grande stampa nazionale e internazionale.


imagecredit artinfo.com

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