lunedì 27 agosto 2012

"Leccaculo" non è diffamazione: una sentenza

Riassume così il caso il Fatto: nel 2006 il vignettista Davide Sacco definiva in questo modo l'allora onorevole Enrico Nan
“l’on. Nan ha perso più battaglie lui che l’Italia a Caporetto! Però è sempre lì, non per capacità ma per… penso che il termine giusto sia leccaculismo, o ancor meglio…yesmanismo” 
Querelato da Nan con tanto di richiesta di risarcimento Sacco ha però ottenuto l'assoluzione per le sue affermazioni, con una sentenza così motivata dal giudice
“appaiono, comunque, legittimo esercizio del diritto di critica politica” e che quindi “il diritto di critica non si concreta, come quello di cronaca, nella narrazione di fatti, ma si esprime mediante un giudizio od un’opinione che, come tali, non possono essere rigorosamente obiettivi” 

Infatti, per il giudice, Enrico Nan viene rappresentato come
“il protagonista non di successi ma di sconfitte politiche (Caporetto) che rimane quindi sull’arena non per l’impegno dimostrato (“capacità”) ma per l’intelligenza, non apprezzata, ma comunque anch’essa certamente politica, con cui si relaziona a chi può deciderne il destino nel settore, approvandone le azioni e le richieste” 
Che sia lo sdoganamento ufficiale  di quelle qualità, da alcuni non giudicate tali, definibili col termine aulico di prosseneta e comunemente indicate da parole come servile, adulatore, leccapiedi?



imagecredit uominiliberi.eu/sacco/savonesi.htm

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