sabato 1 dicembre 2012

Grillo pretende la gestione dei fondi parlamentari

Solleva perplessità e discussioni la lettera che Grillo avrebbe inviato a tutti i candidati del M5S mostrata  dal Gruppo Facebook Movimento 5 Stelle Salerno e da Valentino Tavolazzi, uno dei primi espulsi dal movimento. Tanto più che è proprio dalla sottoscrizione di questa lettera che dipende l'abilitazione della candidatura. Infatti, la lettera comincia così:
ACCETTA IL SEGUENTE TESTO PER ABILITARE LA TUA CANDIDATURA
Caro candidata/o,
ad integrazione del documento da te approvato: “Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento”, ti riporto questo testo ufficiale predisposto da uno studio legale che è necessario sottoscrivere.
Beppe Grillo

Nella lettera Grillo inviterebbe i candidati a sottoscrivere la cessione dei contributi che spettano ad ogni gruppo parlamentare per iniziative e scopi propri dell'attività di deputati e senatori, ad una struttura di comunicazione designata da Grillo stesso. Questa struttura, detta gruppo di comunicazione, definita da Beppe Grillo per quanto ne riguarda "organizzazione, strumenti e di scelta dei membri" servirà per avere "una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione, nonchè di evitare una dispersione delle risorse".

La cosa si è risaputa sin al 24 novembre, e la stampa ne ha fatto un gran parlare, non sempre in termini entusiastici e positivi [vedi Corriere, Pubblico giornale, Il Giornale, Repubblica, Il Fatto Quotidiano].
La tesi più accreditata è che Grillo voglia gestire, al modo in cui farebbe un tesoriere, questi fondi destinati ai gruppi parlamentari per la comunicazione istituzionale e altre attività connesse con il ruolo di parlamentare, in modo centralizzato, con due gruppi nominati da lui.
Questo fatto solleva perplessità. Ci sta anche che, nell'interesse del movimento, si ritenga di rivolgersi a personale specializzato per quanto riguarda l'attività di comunicazione istituzionale. Si sa che la comunicazione è tutto e forse, così magari pensa Grillo, è meglio farla fare ai professionisti senza che si verifichi una "dispersione delle risorse disponibili", ma farlo in maniera così perentoria, facendo firmare una delega in bianco, sembra operazione quantomeno poco democratica e leggermente vessatoria.

Perchè non farli nominare da tutti gli eletti, questi gruppi che dovrebbero gestire i contributi parlamentari? Perchè esercitare sempre la patria potestà nei confronti di persone comunque indirizzate a un ruolo di grandissima responsabilità come quello di parlamentare?
Se si riconosce l'importanza della comunicazione, ma si comprende anche che centralizzare i fondi lascia adito a qualche atroce dubbio, perchè voler sempre supplire, come si fa con i minorenni, solo perchè ci si ritiene più esperto degli altri? Avrebbe potuto scegliere di far decidere collegialmente a chi far amministrare i soldi, in maniera trasparente e democratica, senza voler supplire, ogni volta,  alle decisioni dei membri del movimento.

Secondo Pubblico giornale [cit.] si tratta di una discreta somma: si stima che siano circa 10 milioni di euro. Fatta salva l'ipotesi di buonafede iniziale di Grillo, perchè non fare credito, ai suoi candidati, di un po' di maturità, specialmente se avviati all'attività di deputato o senatore? La cosa avrebbe potuto svolgersi, come detto, in maniera più trasparente, lasciando che la decisione fosse collegiale. Oppure, poteva lasciare ai singoli parlamentari la decisione su come utilizzare questi fondi fornendo, eventualmente, e senza che fossero prescrizioni, consigli utili.
Resta un sospetto di fondo che questi soldi possano essere convogliati e amministrati, a insindacabile giudizio di Grillo,  da società a lui molto vicine, con grande esperienza nel settore della comunicazione. Il fatto, inevitabilmente, potrebbe macchiare questo comunque interessante movimento.


















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