mercoledì 19 dicembre 2012

PdL: prima "sfiducia" Monti poi chiede di rinviare le elezioni

Tutto parte da lì: il 7 dicembre, intervenendo in Aula, Angelino Alfano sfiducia, di fatto, il Governo Monti, che infatti di lì a poco salirà al Quirinale per dichiarare che una volta approvata la legge di stabilità si sarebbe dimesso.
Ora, dopo le conseguenze naturali di quell'intervento, perchè non si può dire che non si supponessero le conseguenze su Monti di quelle parole, il PdL cambia opinione e fa marcia indietro. Lo fa lamentando il fatto che la data del 17 febbraio, una delle più probabili, non lascerebbe il tempo materiale per le votazioni all'estero [vedi Evitare il caos rinviando le elezioni al 24 febbraio o al 3 marzo], privando tanti cittadini del diritto al voto e chiedendo perciò di rinviare quelle elezioni che, senza l'intervento di Alfano, si sarebbero già tenute il 3 marzo.
Della serie poche idee ma confuse. A che gioco si sta giocando? Per poterla tirare per le lunghe, cioè per tirarla fino al 3 marzo, data già fissata ufficiosamente e poi anticipata per l'intervento di Alfano, Cicchitto arriva ad affermare che 

«Il Senato - ha spiegato il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, al termine della conferenza dei capigruppo - ha introdotto molti elementi di arricchimento nella legge di stabilità. Ovviamente voteremo a favore ma ci prenderemo tutto il tempo, in Commissione e in Aula, per valutare: non c'è un impegno preciso e rigido sui tempi».[Corriere]
Berlusconi, addirittura, parla di forzatura, come se non fosse dipeso dalla sua sfiducia a Monti l'anticipo:
«Sì. Abbiamo proposto il rinvio delle elezioni. Questa fretta di andare alle elezioni è una forzatura inutile». [Corriere cit.]
Mi chiedo: si può essere sempre ostaggio di queste manovre, così palesemente incoerenti?
Una probabile spiegazione la fornisce il Fatto: "allontanare il voto per permettere al Cavaliere di imperversare in su Mediaset e Rai prima che scatti la par condicio, 45 giorni prima del voto".
Notevole anche un'altra perla sempre evidenziata dal Fatto [cit.]: Berlusconi è stato anche smentito dal Presidente del Partito Popolare Europeo Wilfred Martens sulla vicenda dell'invito di Monti al vertice del PpE:
[...] ha affermato Berlusconi, “sono stato io a suggerirlo ai miei colleghi del Ppe, perché loro temono che vinca la sinistra”. Peccato che, a registrazione ancora in corso, sia arrivata la repentina smentita di Martens, che ha telefonato all’agenzia Ansa: ”Nessuno mi ha chiesto di invitare Monti alla riunione del Ppe, è stata una mia iniziativa totalmente personale”. Controreplica di Berlusconi a stretto giro, sempre sotto i riflettori di Vespa: Martens ”evidentemente non vuol fare vedere di essere stato influenzato da me. E’ una scusa per gli altri colleghi. Ne ho discusso con lo spagnolo Lopez”.
Sarà contento Grillo, comunque, che avrà di nuovo più tempo per la raccolta delle sottoscrizioni. Ma che succederà quando quelli del PdL se ne accorgeranno?

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