sabato 26 gennaio 2013

Omofobia russa: Putin e la legge contro la "propaganda omosessuale"

Lo segnala Amnesty International nel suo sito: il Parlamento russo, in prima lettura, ha approvato una legge che proibisce la propaganda dell'omosessualità tra i minori. Chi restava convinto che il mondo fosse destinato a un costante, ancorchè discontinuo, cammino verso democrazia e libertà, resterà deluso  nell'assistere a un ennesimo attacco alle libertà fondamentali dell'individuo quale quella dell'espressione del proprio pensiero, per non parlare a volte di quell'altro ancor più fondamentale diritto, cioè la stessa esistenza in vita.
Quello che impressiona, in quella Russia che ci ha così abituati a performance del genere, è la quasi unanimità del voto della Duma, con un solo parlamentare astenuto e uno che ha votato contro, entrambi probabilmente eroi solitari amanti del rischio.
Mancando una definizione precisa di cosa costituisca propaganda omosessuale -che già la locuzione lascia pensare all'atteggiamento generale nei confronti degli omosessuali, e ovviamente non sentendone nemmeno la mancanza ma dato che  ormai c'è la possibilità della legge- Amnesty rileva che questa norma può essere interpretata molto liberamente, arrivando, a volte,  probabilmente ad impedire di pronunciare anche la fatidica parola.

L'effetto che avrà, ancorchè di impedire la libera espressione delle persone, sarà quello di indurre nell'opinione pubblica un sentimento di ancora più marcata differenziazione basata sulla scelta sessuale, un pieno recupero di concetti arcaici e fanatici, ben condivisi da certe religioni, per non dire tutte. E' vero che le ingiustizie spesso sono in grado di affratellare più che dividere ma solo fino a un certo punto e soprattutto se riguardano un sentimento diffuso capillarmente. L'omosessualità riguarda solo una parte marginale della popolazione e allo stesso modo in cui si combattono e violentano le minoranze religiose o etniche lo si può fare anche con altri generi di minoranze.
La legge prevede, per ora, solo una sanzione amministrativa che può arrivare a 500 mila rubli, circa 16 mila euro. Osserva David Diaz-Jogeix, vicedirettore di Amnesty International per l'Europa e l'Asia centrale
"In maniera perversa si presume  che lo sviluppo morale, spirituale e psicologico dei bambini è meglio servito negando loro l'accesso al supporto e alle informazioni che possono aiutarli a prendere decisioni informate, autonome e responsabili. Si tratta di una legge ingiusta. "
"Inoltre, questa legge può negare l'uguaglianza delle persone LGBTI [Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender/Transexual and Intersexed., ndr] di fronte alla legge, limitando le attività di attivisti LGBT, alcuni dei quali sono già stati minacciati e aggrediti."
Una legge simile non è comunque una novità per la Russia. Già nel marzo 2012, nella regione di Novosibirsk,  e prima ancora a San Pietroburgo, erano state introdotte sanzioni per la propaganda omosessuale tra i minori. Anche se Elena Mizulina, a capo della Commissione per la Famiglia del Parlamento russo, afferma che si tratta di una prima lettura e che sono attesi emendamenti dalla seconda lettura nonchè la presenza al dibattito di una rappresentanza gay, le aspettative non sono rosee [English Pravda]. Già il semplice proporre una legge del genere, che potrebbe essere migliorata in seconda lettura, è un chiaro segnale dell'involuzione di quel paese, come altri su simili posizioni ma su base religiosa, che dopo la caduta del comunismo non riesce a liberarsi dei fantasmi dell'assolutismo.
E' un aspetto contraddittorio del nostro mondo nel quale si assiste all'emergere di  due macroscopiche e opposte tendenze: da una parte, l'enorme sviluppo della rete internet conduce a un cosmopolitismo e all'abbattimento delle barriere che non ha precedenti, dall'altra, separatismi, intolleranze, discriminazioni, su base religiosa, etnica e di scelta sessuale, sembrano non conoscere crisi anzi, in molti casi, si osservano recrudescenze anche laddove non si aspettano,  come se centinaia di anni fossero passati inutilmente.
Questa battaglia contro le differenze di preferenza sessuale ha il sapore delle lotte di clan, di quelle ideologie basate su conoscenze immodificabili, pericolose parenti di quell'odio per l'altro, il diverso, che portiamo dentro di noi  come un impresentabile retaggio animale. Non riuscire a combatterlo ma addirittura assecondare la volontà di quella parte più retriva delle nostre società, in questo come in tanti altri casi,  è uno dei più gravi delitti di chi si siede ai tavoli di comando.



image credit www.novinite.com

4 commenti:

  1. Dal paragrafo:

    "E' un aspetto contraddittorio del nostro mondo nel quale si assiste all'emergere di due macroscopiche e opposte tendenze: da una parte, l'enorme sviluppo della rete internet conduce a un cosmopolitismo e all'abbattimento delle barriere che non ha precedenti, dall'altra, separatismi, intolleranze, discriminazioni, su base religiosa, etnica e di scelta sessuale, sembrano non conoscere crisi anzi, in molti casi, si osservano recrudescenze anche laddove non si aspettano, come se centinaia di anni fossero passati inutilmente."

    Vorrei sottolineare due volte che l'omosessualità NON E' UNA SCELTA SESSUALE! E' gravissimo parlare di "scelta", soprattutto in un articolo come questo.
    Saluti

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    1. E perchè mai? Scelta inteso come preferenza, disposizione. Che si dica scelta o preferenza o "obbligo", l'idea è sempre quella. E poi, è proprio sicuro che sia sempre una disposizione naturale e non, a volte, una libera scelta, pur condizionata dalla propria intima natura? All'interno del paragrafo scelta non significa nulla di più di quanto può significare per un eterosessuale, la cui scelta sessuale è, al pari di quella omosessuale, condizionata dal proprio assetto genetico. Arzigogolare troppo sui termini mi sembra controproducente e vuoto.

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    2. Sei tu che stai arzigolando!

      Il punto è che l'orientamento sessuale non è mai una scelta! si può solo scegliere se accettare o rinnegare il proprio orientamento sessuale.

      Mentre per le persone eterosessuale non c'è alcun problema ad accettarsi in quanto tali, per quelle omosessuali la "scelta" è solo tra accettare di fingersi eterosessuali, oppure lottare per essere riconosciuti in quanto omosessuali con gli stessi diritti (e speculari doveri) rispetto alle persone eterosessuali, compreso il diritto di sposare la persona con la quale hanno (eventualmente) intrapreso una relazione sentimentale, anche se quella persone è dello stesso sesso.

      In Russia si vuole impedire alle persone omosessuali di esprimersi sulla base del pregiudizio secondo cui l'omosessualità sia una scelta contro la morale e quindi possa diffondersi. Invece è una condizione innata e immutabile e non potrà mai essere eliminata, ma non c'è neppure il rischio di un'ulteriore diffusione; nessuna persona eterosessuale diventerebbe omosessuale solo perché si estende il matrimonio civile alle coppie omosessuali; in vero, non c'è proprio alcun modo in cui una persona possa cambiare il proprio orientamento sessuale, e ciò vale anche per le persone eterosessuali, che non possono diventare omosessuali (al massimo possono scoprire che, in realtà, sono bisessuali).

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    3. E' avvilente che tu sembri non capire che se anche per alcuni l'omosessualità fosse una scelta sarebbe ugualmente lecita e accettabile. Quando mai ho sostenuto che per gli omosessuali è una scelta e per gli eterosessuali no? E poi mi sembra che sia proprio tu a vivere il fatto della differenza tra scelta e orientamento come frustrante, quasi che l'orientamento possa in qualche modo giustificare la propria condizione. Nel paragrafo ho scritto "scelta sessuale", senza specificare se omo o etero, per includere sia la scelta -consapevole o meno- che l'orientamento, e senza voler colpevolizzare una condizione rispetto all'altra. Ripeto che mi sembri uno che cerca la scappatoia nell'orientamento per giustificare o auto-giustificare le proprie inclinazioni. Nel contesto nell'articolo l'utilizzo di uno dei due termini, pur con significati tecnicamente diversi, non implica il prevalere di una posizione rispetto all'altra (innatismo versus libera scelta). Continuare a insistere sulla questione dopo questo e l'altro chiarimento mi sembra, nella migliore delle ipotesi, una cocciuta grossolanità, che fa il paio con la certezza sull'impossibilità di cambiare il proprio orientamento sessuale.
      http://www.mygenes.co.nz/PDFs/Ch12.pdf

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