martedì 15 gennaio 2013

Spese militari italiane: dalla proroga delle missioni internazionali ai sommergibili U-212

Missioni internazionali. Con minor clamore mediatico e minor enfasi politica, passano anche alcune spese militari in questo fine legislatura pre-elettorale. Si tratta della conversione in legge di un decreto di iniziativa del Governo (28 dicembre 2012, n. 227) che riguarda la
proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione
Il testo è consultabile sul sito del Senato dove aspetta di esser convertito, è conosciuto sotto il nome breve di decreto missioni, ed è stato presentato da Monti e dai Ministri degli Esteri, da quello della Difesa, dell'Interno, della Giustizia, dell'Economia e della Cooperazione Internazionale.
Sono 53 voci di spesa, per un impegno complessivo di  947.350.407 di euro, che riguardano appunto la proroga di missioni internazionali delle forze armate e di quelle di polizia, della cooperazione internazionale e via dicendo.  Si consideri che, per esempio, i 426,6 milioni di impegno per la sola missione in Afghanistan o i 118,5 milioni per la missione in Libano, coprono solo 9 mesi, dopo di che la missione dovrà essere rifinanziata, e così è per tutte le voci.
Ecco un elenco, non completo, delle voci di spesa tratto dal disegno di legge.



Nel disegno di legge vengono elencate tutte le voci che compongono questi capitoli di spesa, dal costo del personale agli automezzi, dal biglietto aereo alla recinzione o alla sicurezza informatica, insomma è previsto tutto. In una Nota Aggiuntiva del Ministro della Difesa di cui parlerò qui sotto, si precisa l'entità dell'impegno in uomini, oltre che finanziario, delle missioni all'estero, grazie ad una mappa relativa al 2011: in tutto quasi 6.600 uomini.




Armamenti. A questa fonte di spesa si deve poi aggiungere quella relativa più propriamente agli armamenti in dotazione alle nostre Forze armate. Ha suscitato scalpore la rivelazione di Tremonti a Piazza Pulita, qualche giorno fa, dell'impegno di spesa di 170 milioni contenuto nella legge di stabilità recentemente approvata, per acquistare  nuovi sommergibili U-212 dal costo complessivo di 1,885 miliardi di euro. la notizia è contenuta all'interno della Nota Aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa per l'anno 2012 preparata dal Ministro della Difesa:
Sommergibili di nuova generazione U-212
 Programma, in cooperazione con la GERMANIA, relativo all'acquisizione di quattro sommergibili classe U-212 articolata su due serie, comprensiva del correlato supporto logistico iniziale. I battelli sono destinati a sostituire i sommergibili classe "SAURO" più vetusti in servizio. L'identicità progettuale e costruttiva italo-tedesca dei nuovi sommergibili consente di conseguire la massima interoperabilità e di realizzare sensibili economie di scala, sia in fase di acquisizione che di esercizio, nei settori del supporto tecnico-logistico e dell'addestramento. Oneri globali previsti pari a circa 1.885 M€, così suddivisi: 
- 970 M€ per la prima serie, completamento previsto nel 2013;
- 915 M€ per la seconda serie, completamento previsto nel 2017
Anche se in calo rispetto al 2011, lo stanziamento per la difesa nel 2012 raggiunge quasi i 20 miliardi di euro.


Molti ritengono che in questo periodo di grave crisi e di grandi sacrifici, andrebbero sacrificate anche alcune spese che vengono giudicate non impellenti, come questi sommergibili che costano, da qui al 2017, quasi 2 miliardi, in favore magari di altri interventi ritenuti molto più pressanti.
I giudizi sono spesso opinabili, anche sulle fonti di spesa più disparate. A sostegno di chi si voglia formare un'opinione più puntuale, in tema di spese militari, porto il confronto, che si trova nella Nota della Difesa, tra la spesa per la difesa fra Italia, Francia, Germania e Regno Unito: il risultato è che noi comunque spendiamo meno della metà degli altri paesi. Cifra leggermente ridimensionata quando la si consideri dal punto di vista del rapporto con il Pil, ma sempre inferiore. Questo non significa che alcuni capitoli, come i famosi cacciabombardieri F35, ridotti da 131 a 90 esemplari, o i sommergibili U-212, non possano essere ridotti o ulteriormente ridotti o anche cancellati, in considerazione della delicata situazione economica italiana.






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