lunedì 4 marzo 2013

Corte dei Conti: Italia preda di clientelismo, rifiuti, abusivismo e 34 miliardi di debiti delle partecipate

All'inaugurazione dell'anno giudiziario tenuta a Napoli, il Procuratore regionale della Campania Tommaso Cottone ha presentato una relazione sullo stato  generale della regione campana. Il quadro è allarmante:
Già in occasione dell’inaugurazione dello scorso anno giudiziario, questa  Procura ebbe a indicare quale uno dei più rilevanti fattori di crisi per l’economia regionale l’insufficiente ritorno, in termini di potenziamento dei livelli produttivi e occupazionali, del grandissimo impegno finanziario dello Stato, della Regione e dell’Unione Europea, a favore delle attività produttive campane.
I soldi che Stato, Regioni e Unione Europea destinano al sud non creano un miglioramento della situazione economica e occupazionale ma, come sempre accade dove c'è clientelismo e criminalità,  fanno emergere
casi in cui le provvidenze finanziarie, in tutto o in parte, sono andate disperse, ovvero, si sono risolte in mancate o non significative realizzazioni.

Ma non solo: perchè se da una parte si finanziano opere inutili dall'altra non si finanziano invece le imprese sane, che porterebbero occupazione.


Altra nota dolente segnalata dal magistrato sono le società partecipate. Un dato recente indica in 34 miliardi di euro l'indebitamento delle circa 5.000 società private partecipate da enti territoriali censite in tutta Italia. Questo enorme debito ha probabilmente origine in una gestione economica molto disinvolta:
Le Procure regionali della Corte dei conti hanno intercettato in queste gestioni fenomeni di mala gestio che si sono concretizzate in assunzioni di massa illegittime e clientelari; in consulenze inutili; in sprechi per acquisti di forniture inutili e a prezzi fuori mercato; in attribuzioni di emolumenti elevatissimi agli amministratori ed alle dirigenze; in condotte, a volte, configuranti ipotesi di reato per delitti contro la Pubblica Amministrazione.
Inoltre, per le amministrazioni pubbliche, nota Cottone, è anche complicato uscire da queste compartecipazioni (cosa di cui non sembrano tenere conto nemmeno i membri dell'Ufficio di Presidenza della Camera con la probabile assunzione di altri 30 collaboratori):
le Amministrazioni regionale e locali, incontrano gravissimi problemi a tornare sui propri passi per liberarsi di tali organismi in quanto le massicce assunzioni a suo tempo di disposte hanno creato aspettative occupazionali a regime che, se per un verso non possono essere soddisfatte con “internalizzazioni” contra legem, per altri profili presentano delicatissimi aspetti legati ai livelli occupazionali ed a accordi sindacali.
Non mancano i soliti problemi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sui quali il Procuratore regionale scrive:
Si tratta di un settore che pur essendo uscito dall’emergenza di pochi anni fa, tuttavia è ancora in profonda crisi. Anzi, paradossalmente, con l’uscita dalle emergenze, la crisi ha assunto aspetti da giudicare ancora più gravi perché i rimedi a suo tempo adottati hanno creato le condizioni per ulteriori disastri che, allo stato attuale sembrano non presentare congrue soluzione.
Altro tema classico sono gli immobili fantasma, l'altra faccia dell'abusivismo edilizio. L'Agenzia del Territorio campana ha completato un'indagine sugli immobili non censiti che risultano circa 170 mila. Da una verifica teorica, l'imposizione di questi edifici porterebbe a maggiori entrate per i comuni per più di 120 milioni di euro.


L'impegno dei magistrati nella lotta al crimine e ai dipendenti pubblici infedeli è spesso encomiabile. Tanto da essere sovente oggetto di pesanti critiche all'interno del mondo politico quando non di vere e proprie pressioni. Diventano in questo modo meno credibili quei naturali interlocutori di queste grida d'allarme, cioè le autorità, se queste stesse autorità a volte si adoperano per soffocare l'intervento di controllo più che per agevolarlo [vedi, p.e, Bolzano all’italiana, Durnwalder spreca. “Da Colle pressioni per fermare i giudici”].
Restano, in questo modo, tonnellate di carta su carta, che ottengono l'innegabile effetto di indignare i cittadini, ma non si sa se quello di migliorare la situazione pubblica. Intanto, ecco il collegamento per chi volesse dare una scorsa all' Intervento del Procuratore regionale Tommaso Cottone Inaugurazione anno giudiziario 2013 adunanza del 2 marzo 2013.



image credit 
italiasudsanita.it
corteconti.it

1 commento:

  1. - una volta accertata l’inottemperanza alla demolizione da parte del responsabile
    dell’abuso ed intervenuta l’acquisizione al patrimonio comunale, si impone
    l’emanazione dei successivi adempimenti previsti dal D.P.R. n. 380/2001 , quale
    l’abbattimento delle opere a spese dei responsabili dell’abuso, “salvo che, con
    delibera consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre
    che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistico-ambientali “;
    - nelle more dell’assunzione delle relative determinazioni da parte dell’Ente,
    l’inottemperanza agli ordini di demolizione da parte degli interessati con il
    proseguimento dell’occupazione dell’immobile concretizza una chiara occupazione di
    fatto –sine titulo- degli immobili dell’Amministrazione Comunale;
    - la Magistratura contabile ha già avuto modo di rilevare come l’eventuale inerzia
    colpevole nella gestione degli immobili abusivi, acquisiti gratuitamente al patrimonio
    comunale, configura una colpa omissiva, connotata da particolare gravità, in specie
    ove si consideri la rilevanza della questione che costituisce senza dubbio un fatto
    notorio (Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Puglia, 17 luglio 2001, n.
    578);

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