lunedì 4 marzo 2013

Grillo e il rapporto contrastato con la stampa italiana: un problema secondario

Un effetto, per ora, questa strana legislatura agli esordi sembra averlo generato:  i grillini eletti  sono diventati il centro del mondo e la loro reticenza a parlare con la stampa o, in secondo luogo, il loro non voler dare la fiducia al prossimo governo, i nuovi,  e unici, argomenti di discussione.
Perfettamente comprensibile, del resto, perchè è in gioco il destino del nostro paese. Ma credo che quello che stizzisce maggiormente i giornalisti sia altro: i neo eletti del M5S non parlano con la stampa italiana -non lo fa Grillo, che parla solo con la stampa straniera, perchè dovrebbero farlo i grillini? E' questo,  più che il fatto che non vogliono dare la fiducia al governo anche se sono disposti a votare proposte congeniali, a indispettire la stampa,  questo loro protagonismo al contrario, fatto di mutismo-stampa  che, per la prima volta, sembra fare a meno della popolarità che dà apparire in televisione o sulle pagine dei giornali. Anche perchè in prima pagina ci sono lo stesso, il che è il leitmotiv di tutta la campagna anti-televisiva, oltre che anti-politica e anti-sistema, di Grillo.
Come mosconi impazziti  opinionisti e giornalisti saltellano, di trasmissione in articolo, dalle più dotte disquisizioni sui prossimi mesi di vita politica, all'affronto grillino di poter fare, benissimo, a meno  delle luci della ribalta giornalistica, come portatori sani di antiprotagonismo mediatico cosa che, ai ronzanti giornalisti, sembra la più evidente riprova dell'inadeguatezza dei neo parlamentari a 5 Stelle.

Per carità, a scanso di equivoci dico subito che la stampa è un elemento fondamentale della democrazia, guai a volerne fare a meno. Ma si sa che i rapporti di Grillo prima, e dunque degli altri poi, con la stampa non sono dei più idilliaci. E'  ben conosciuto l'anatema contro l'apparizione ai talk show e la successiva scomunica di chi ha disobbedito. Del resto, Grillo non ce l'ha con tutta la stampa ma solo con quella italiana. Dunque, pur rinnovando l'invito -o l'ordine- a non apparire ai talk show, probabilmente nei prossimi giorni definiranno anche la linea di comportamento con la stampa, magari fatta di comunicati e scarne risposte, oppure solo di documenti video con  cui i neo deputati e senatori spiegano ai cittadini quello che hanno fatto.

In fondo bisogna pur capire che il M5S si pone come movimento che sconvolge il paradigma politico e sociale esistente e quindi, insieme a quello, anche tutto quel  corollario fatto di rapporti con la stampa o con le varie lobby di potere. A un movimento del genere, che punta a rivoluzionare il mondo, non puoi chiedere che reciti la sua particina  come i politici vecchia maniera. Magari cercano il rapporto diretto con la cittadinanza, predispongono forum o video chat con i quali dialogare con chi li ha votati o con chi vuole semplicemente fare delle domande, senza o con poca mediazione giornalistica. 
La stampa un po' si vendica di questo titolando quasi dappertutto "grillini barricati" "summit blindato"e cose di questo genere o dipingendoli come  sprovveduti o senza una linea comune, calzando sul fatto che tutti dicono "parlo a titolo personale".

Chi ha ragione, dunque? I grillini che non parlano -per ora- con la stampa o la stampa che esige che i politici rispondano alle domande? Le cose non sono messe certamente in maniera così tragica come si potrebbe pensare. Non è nè all'opera una spectre che mira a indebolire il quarto potere nè la stampa è, del resto, una piovra dai cui tentacoli bisogna sempre guardarsi. Le cose,  nelle prossime settimane, si normalizzeranno. I grillini avranno i loro portavoce, a rotazione, che parleranno con i giornalisti e le loro brave conferenze stampa, ma probabilmente manterranno una certa qual inconsueta reticenza, almeno rispetto a tutti gli altri politici, sempre pronti e desiderosi di farsi intervistare e riprendere. Bisogna accettarlo, altrimenti che cambiamento sarebbe? D'altronde, anche Grillo deve comprendere alcune esigenze inderogabili, quale appunto quella della stampa di fare domande e curiosare, attività che ho sempre difeso e anzi auspicato quando ad essere nel mirino dei giornalisti erano sia politici che  malfattori; dunque anche il M5S, in questo suo nuovo impegno pubblico, deve comprendere questa esigenza fondamentale e deve accettarla.



image credit rainews24.rai.it

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