L'ultimo colpo della casta: 30 nuovi portaborse alla Camera

La notizia la dà Il Fatto Quotidiano, che riferisce di averla ricevuta da una fonte qualificata, anche se nemmeno i questori della Camera sono riusciti a verificarla tanto era riservata. 

Già il solo fatto che sembra una decisione poco trasparente e che la stampa ne venga a conoscenza solo attraverso una soffiata dice molto di quella presunta trasparenza tanto sbandierata.

In più, se fosse vera, sarebbe un ennesimo schiaffo ai cittadini italiani in un'epoca di sacrifici e una ennesima dimostrazione che il successo di Grillo è ampiamente giustificato.

Carlo Tecce lo chiama L’ultimo regalo di Fini e dei deputati: 30 nuovi assunti alla Camera, l'assunzione, prevista per l'ultima riunione del 5 marzo e approvata da tutti i (vecchi) partiti, dei 30 collaboratori dell'Ufficio di Presidenza della Camera, con qualifica da dirigente e stipendio intorno ai 100 mila euro annui per un aumento di spesa della Camera di quasi 3 milioni.

Questi nuovi assunti, per carità persone degnissime, andrebbero comunque a infoltire l'esercito dei collaboratori che ha già raggiunto le 550 unità, e che sarà a disposizione dei nuovi gruppi parlamentari i quali, del resto, se vorranno potranno assumerne altri a loro volta.

Dunque un esercito di dirigenti pubblici, dato che è questa la qualifica con la quale saranno assunti a tempo indeterminato, salvo poi fra qualche anno domandarsi retoricamente come mai la spesa pubblica italiana si sia gonfiata in maniera così imponente. Se la notizia è vera è la riprova di come Grillo e il suo Movimento abbiano ragione e di come occorra una profonda pulizia: non sono 30 neo assunti o i tre milioni di spesa in più ogni anno a fare la differenza ma la mancanza di rispetto nei confronti del popolo, lo spregio dei cittadini, caricati, pure in un momento come questo in cui salgono forti le grida di allarme, di un'ulteriore spesa e di un nuovo tradimento di quell'impegno al risparmio tanto sventolato.

Si capisce perchè Grillo si ostini a negare la fiducia ai rappresentanti di questa classe politica, nonostante qualche commentatore si diverta ad associarlo a dittatori del passato o a definirlo un arrabbiato perenne.