venerdì 19 aprile 2013

Avanti miei Prodi al Quirinale! (verso l'estinzione del centrosinistra)

La montagna ha partorito un topolino. La direzione del Pd ha buttato lì, finalmente, il nome dirompente che mette d'accordo tutti, la sorpresona annunciata con infantile contentezza ai microfoni delle radio, il nuovo Capo dello Stato che dovrebbe traghettarci fuori dalle secche dell'attuale situazione politica. E' Romano Prodi il candidato scelto dal Pd da votare a maggioranza in quarta votazione.
Per essere subito chiari, e in linea con l'atteggiamento autodistruttivo del centrosinistra degli ultimi vent'anni, ben riassunto da Travaglio ieri a Servizio Pubblico, è un candidato che scontenta tutti. Il PdL, che lo vede come fumo negli occhi, e che preclude quindi ad una maggioranza con il centrodestra -e, devo dire, per fortuna- ma che probabilmente chiude anche con il M5S, che ha come candidato ufficiale Stefano Rodotà, pur essendo Prodi uno dei nomi delle quirinarie [così Roberta Lombardi sulla sua pagina Facebook, neretto mio]
 L'ipotesi che il Pd lanci la candidatura di Prodi per il Quirinale? "Beh, già che rientra nella rosa di nomi votati dal nostro elettorato alle Quirinarie sarebbe una gran cosa; anche se noi siamo compatti sul nome di Stefano Rodotà, perché i nostri elettori ci hanno dato una precisa indicazione": così la capogruppo dei '5 Stelle' alla Camera Roberta Lombardi.
Il che significa, se il nome di Prodi non è stato preso in accordo con il M5S, che neanche su quel versante si otterrà l'appoggio, lasciando il centrosinistra alla ricerca di franchi tiratori in Parlamento.

Perchè, alla fine dei conti, oltre che per acquietare le diatribe interne, Prodi serve a Bersani per avere l'incarico e portare un Governo in Parlamento, dove cercare la fiducia grazie appunto ai franchi tiratori. Quanto potrà campare un Governo siffatto e cosa potrà realizzare solo gli strateghi del Pd possono sapere. L'impressione generale che se ne ricava, al di là del nome del candidato, è quello di uno stato confusionale perdurante, di una vocazione al masochismo preoccupante e del possesso di una dose di orgoglio sconfinato che fa apparire come puerili e fasulle le parole pronunciate prima del voto sul 49 e 51% e  lo slogan che campeggiava e campeggia sui manifesti elettorali: Italia bene comune.
Questo pomeriggio si capiranno alcune cose: se Prodi otterrà solo i voti del centrosinistra vorrà dire che il M5S non ha gradito questo candidato presidente e il Pd si troverà da solo, allo sbando. Ancora Grillo non si è pronunciato ma appare fin troppo chiaro che il nome di Prodi non è fatto per assecondare il M5S ma è una via di mezzo tra un affronto e l'assoluta indifferenza al movimento.
Il prossimo passo sarà, probabilmente, l'estinzione di questo centrosinistra.


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