domenica 7 aprile 2013

Dai tagli alle borse di studio agli assegni di reinserimento dei parlamentari non eletti

Potrebbe essere una notizia come le altre, questa, tipica di questi periodi di spending review, in cui si cercano tutti i modi per risparmiare tagliando la spesa. Ma, come noto a ognuno, c'è spesa e spesa. Subito dopo aver saputo che l'Italia è fanalino di coda in Europa per quanto riguarda la spesa nell'istruzione si ha la conferma dell'andazzo con il provvedimento contenuto in Gazzetta Ufficiale [qui e qui i due provvedimenti] sui concorsi per le borse di studio ai figli delle vittime del dovere. Un articolo del Fatto ne parla  oggi accennando, en passant, anche alla notizia che invece i parlamentari non rieletti "incasseranno un cospicuo assegno di reinserimento", ovviamente senza tagli. Certo che con molti di questi assegni, il reinserimento diventa inutile.
Ne scrive anche Emanuela Piantadosi, presidente dell'associazione Vittime del Dovere, con una lettera al Presidente della Repubblica. La storia è tutta in questi numeri: il fondo di 500 mila euro stanziati ogni anno per le borse di studio dei figli delle vittime del dovere, già insufficienti a dire di Piantadosi, si è praticamente dimezzato. Con tanti saluti alla crisi, allo studio e al cambiamento.
Quanto all'assegno di reinserimento, Libero pubblica un'interessante infografica ripresa da Giornalettismo. Sono circa 600 tra deputati e senatori che incasseranno questo assegno, il più alto dei quali va a Filippo Berselli, che percepirà una buonuscita di 278.000 euro.



E' giusto accostare gli assegni di reinserimento dei parlamentari con i tagli alle borse di studio? Sì. Questa forbice pubblica che colpisce solo una parte della spesa sa tanto da difesa dei privilegi della casta. E' il destino di paesi come il nostro, di essere sempre uguali a se stessi, di non riuscire mai a cambiare, fin tanto che anche le giovani leve della politica saranno allevate all'interno dei circuiti politici classici. Uno solo di questi assegni ai parlamentari non eletti coprirebbe l'aiuto tagliato allo studio di centinaia di giovani studenti. Ma questi assegni sono, evidentemente, intoccabili, invocando chissà quale ostacolo costituzionale. Non è difficile, in queste condizioni, dar ragione a Grillo: i politici, quando tocchi i soldi, sono tutti uguali. Le eccezioni sono rarissime. Non sarebbe sbagliato urlare con forza: via i soldi dalla politica. 


image source gionalettismo.it
image credit Libero















http://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-03-26&atto.codiceRedazionale=13E01340


http://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-03-26&atto.codiceRedazionale=13E01341

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