giovedì 23 maggio 2013

Istat: Rapporto Annuale 2013 sull'Italia

Come ogni anno esce il Rapporto annuale dell'Istat, con la fotografia del paese. Il periodo di riferimento è il 2012 e il quadro che emerge conferma sospetti e preoccupazioni  dell'opinione pubblica. Nel documento di sintesi vengono riassunti puntualmente i problemi e le criticità che affliggono l'Italia:
Quadro economico.  Il 2012 è stato un anno di particolari difficoltà per il Paese, che perdurano anche nei primi mesi del 2013, come confermato dalla variazione congiunturale negativa del Pil, stimata allo 0,5 per cento nel primo trimestre. La crisi che ha investito la nostra economia è giunta dopo un decennio di crescita economica non soltanto modesta, ma anche nettamente inferiore a quelle degli altri grandi paesi europei. 
[...] La diminuzione del Pil e i riflessi negativi sull’occupazione hanno determinato, congiuntamente alle turbolenze finanziarie e alle politiche fiscali restrittive, una severa caduta della domanda interna: quella per consumi ha risentito della flessione del reddito disponibile delle famiglie, che è stato anche penalizzato da un’inflazione rimasta relativamente sostenuta nonostante il quadro recessivo. La domanda di investimenti è stata fortemente condizionata dal calo della capacità utilizzata, dalle incerte prospettive dell’economia, dai problemi di finanziamento alle imprese.

 Reddito famiglie. Una delle principali determinanti dell’attuale recessione, iniziata nella seconda metà del 2011, è la caduta del reddito disponibile, che ha determinato una profonda contrazione dei consumi delle famiglie. Nel 2012, infatti, in presenza di una flessione del prodotto interno lordo reale del 2,4 per cento, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 4,8 per cento. Si tratta di una caduta di intensità eccezionale e che giunge dopo un quadriennio, caratterizzato da una continua flessione. Durante questo periodo il reddito disponibile delle famiglie, al netto dell’inflazione, è diminuito di quasi il 10 per cento, ritornando a un livello pari a quello di venti anni fa.
Consumi. La significativa diminuzione del reddito disponibile delle famiglie si è riflessa in un forte calo (-1,9) della spesa per consumi – molto superiore a quella della crisi del 2008-2009 – e, in un’ulteriore diminuzione della propensione al risparmio, che si è ridotta fino a toccare il minimo storico dell’8,2 per cento. La propensione a risparmiare, un tempo punto di forza del sistema italiano, pur risultando ancora superiore a quella misurata in Spagna, si è attestata su livelli sensibilmente inferiori rispetto a Germania e Francia, avvicinandosi al Regno Unito, il paese tradizionalmente con i livelli più bassi in Europa.
Disagio economico. Gli indicatori di disagio economico delle famiglie, soprattutto quelli che rilevano una grave deprivazione, hanno segnato un ulteriore peggioramento raggiungendo il 14,5 per cento della popolazione. Negli ultimi due anni l’indicatore di grave deprivazione è raddoppiato, in decisa discontinuità rispetto al periodo precedente.
Per avere un quadro sintetico dal punto di vista grafico sono disponibili questi utilissimi grafici dinamici.


credits istat.it 

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