sabato 4 maggio 2013

Letta "guasta le feste" ai ministri. La lettera sulla riduzione delle spese delle celebrazioni

C'è una ventata di cambiamento nel nuovo governo appena insediato. Non so se è solo regime di brezza o se si tratta di un più sostanzioso vento forte che, attraverso una maggiore sobrietà istituzionale, cerchi di riavvicinare istituzioni e cittadini e riconquistare la fiducia dell'elettore.
In cosa consisterebbe dunque questo eolico cambiamento? In una riduzione delle spese per le feste. Non le feste intese come festini ma le celebrazioni pubbliche, come la Festa della Repubblica, la Festa delle Forze Armate e tutti gli altri anniversari importanti per la Repubblica. Non indica, l'autore della missiva, e cioè il premier Enrico Letta, quanto si spendeva e quanto si spenderà ma si limita a un generico:
In considerazione delle esigenze di contenimento della spesa, come del resto annunciato dal Capo dello Stato, le celebrazioni di ciascun anniversario subiranno sostanziali modifiche nelle modalità di svolgimento.
Nella sostanza, con l'eccezione delle due feste ricordate sopra, tutte le altre subiranno la seguente modifica:
 Queste ultime – si legge nella lettera – si limiteranno a: messaggio augurale del Presidente della Repubblica; incontro del Presidente della Repubblica con il capo dell'Istituzione interessata, accompagnato da una rappresentanza di allievi degli istituti di formazione; celebrazioni organizzate all'interno delle relative strutture e aperte solo al personale dipendente.
Del resto, anche il Presidente della Repubblica quest'anno, ma non l'anno scorso, intende rinunciare al ricco buffet imbandito per l'occasione della Festa della Repubblica. Insomma, gli ospiti famosi dovranno portarsi il mangiare da casa. Sarebbe da salutare come un'auspicabile novità in tempo di crisi, se non fosse che c'è già qualche critico che afferma che si poteva risparmiare ancora di più, evitando pure la parata. Saranno anche incontentabili ma forse vagli a dare torto.
Intanto, altri guastafeste l'anno scorso avevano scritto al Quirinale chiedendo di sapere quanto fossero costati i festeggiamenti del 2 giugno. Niente da fare, è segreto di Stato:
Il Codacons approva la decisione di festeggiare la ricorrenza del 2 giugno con sobrietà, ma ancora una volta chiede al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di rendere pubblici i dati su quanto costano allo Stato italiano i festeggiamenti.
Il Quirinale infatti – spiega l’associazione – rifiuta con ingiustificata ostinazione di fornire i numeri circa la spesa legata alla celebrazione. Lo scorso anno abbiamo presentato una istanza d’accesso alla Presidenza della Repubblica, per conoscere i dettagli relativi ai costi sostenuti dallo Stato in occasione della festa del 2 giugno, celebrata in pompa magna nonostante la pesante crisi economica.
Per tutta risposta il Quirinale ha rifiutato al Codacons l’accesso a tali numeri, affermando che “i documenti di cui viene richiesta l’ostensione dovrebbero essere esclusi perché “inaccessibili”, per motivi attinenti alla sicurezza, alla difesa nazionale, all’esercizio della sovranità nazionale ed alla continuità e alla correttezza delle relazioni internazionali”.
In sostanza – spiega il Codacons – per il Quirinale far sapere ai cittadini quanto sono costati gli alberghi che hanno ospitato capi di Stato e delegazioni straniere, violerebbe le regole sulla sicurezza nazionale! Una tesi assurda, che ha spinto l’associazione a chiedere a Napolitano, con ancora più forza, di dare il buon esempio e garantire massima trasparenza in favore dei cittadini che, attraverso le tasse, hanno finanziato le spese del 2 giugno.
Sulla questione pende ora un ricorso del Codacons al Consiglio di Stato, che dovrà decidere se il Quirinale debba o meno rendere pubblici i costi sostenuti per la festa del 2 giugno. [Codacons]

Quello che emerge  in rete è una cifra fra 2 e 4 milioni. C'è anche chi dice che quello dell'eliminazione delle parate sia un falso problema. Insomma, neanche io so bene se è giusto o ingiusto ridurre o addirittura eliminare tutte queste celebrazioni durante i periodi di grave crisi economica. Quello che so è che gran parte delle famiglie della mia infanzia, famiglie che si sarebbero potute definire di povera gente, pur non facendo mancare l'essenziale ai propri figli (e a sè), non rinunciava ad avere l'abito della festa. Come facessero può essere il più grande dei misteri o la scoperta dell'acqua calda. Si può recuperare quell'antica saggezza (se era tale)?








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