lunedì 3 giugno 2013

Tasse, 15 miliardi di aumenti tra 2013 e 2015

Che quasi nessuno voglia assumersi la responsabilità di aver aumentato le tasse è un fatto conosciuto, ma che quasi tutto lo facciano -perchè è la cosa più semplice- lo è altrettanto. Il triennio 2013-2015 non è da meno. Secondo uno studio di Unimpresa saranno quasi 15 miliardi in più le tasse che gli italiani dovranno pagare, dalla neonata imposta sulle transazioni finanziarie -per la verità chiamata a gran voce da molti- alla riduzione di agevolazioni e al mancato differimento di alcuni pagamenti. Morale della favola, 14 miliardi e 957 milioni usciranno dalle tasche dei contribuenti per finire in quelle del fisco, mai come di questi tempi famelico. Nel dettaglio annuale, visionabile per intero in questa pagina Fisco. Unimpresa, nel triennio 2013-2015 stangata da 15 miliardi, Unimpresa evidenzia l'ammontare e la voce di ogni aumento. Ecco l'importo del triennio:

  • Bollo transazioni finanziarie 3,421 miliardi
  • Accise carburanti 3,321 miliardi
  • Acconti riserve assicurazioni 1,371 miliardi
  • Riduzioni agevolazioni auto aziendali 1,493 miliardi
  • Mancato differimento imposte sostitutive 1,469 miliardi
  • Altri interventi 3,883 miliardi
Il che si tradurrà, come detto, in un maggior esborso per i cittadini di 4,577 miliardi nel 2013, di 5,425 miliardi nel 2014 e di 4,955  miliardi nel 2015. A leggere queste cifre, se vere, viene da chiedersi come facciano gli italiani ancora a sostenere un minimo di consumo interno. Il presidente di Unimpresa chiude il comunicato stampa con queste parole, condivisibili:
“Con questi dati vogliamo lanciare un appello al Governo: basta agire sulla pressione fiscale, che va assolutamente abbassata a non può essere ulteriormente aumentata. La nostra analisi non tiene conto dell’imminente inasprimento dell’Iva che tra 30 giorni, salvo miracoli, salirà dal 21% al 22%. Noi diciamo basta. Alle imprese e alle famiglie serve un segnale forte e questo segnale deve arrivare proprio dall’approvazione di un piano serio per la riduzione del carico tributario. Se ne parla tanto, ma per ora mancano i fatti”.

Altro che presidenzialismo.

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