mercoledì 3 luglio 2013

Accorpamento province: regioni, a parole d'accordo ma ricorrono alla Consulta

Nonostante a parole quasi tutti si siano sempre dichiarati favorevoli alla spending review di origine montiana, ivi compreso riguardo quell'accorpamento delle province che dovrebbe tagliare tanti bei posti elettivi, alcune regioni italiane hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale contro l'accorpamento e la cancellazione di consigli provinciali e presidenze varie che questo comporterebbe. Ma l'aspetto più inquietante non è questo: come segnala il Fatto Quotidiano, tre dei difensori delle regioni davanti alla Consulta sono gli stessi membri di quella Commissione per le Riforme Costituzionali che le province vorrebbe abolire, in palese conflitto di interessi.
Notevole, dal punto di vista della rappresentazione emblematica della classe politica vigente, quanto detto dal presidente della Sardegna, che a parole lo difende ma con i fatti presenta ricorso contro l'accorpamento, così come riporta il Fatto:
Nel paradosso tutto italiano, lunedì il presidente della Sardegna Cappellacci ha ribadito: “Con la soppressione delle Province (votata dal consiglio regionale sardo la scorsa settimana, ndr) i territori potranno riappropriarsi di un ruolo di autentica rappresentanza che la politica aveva attribuito ad entità create per esigenze proprie e non per quelle della comunità”. È lo stesso Cappellacci che ricorre alla Consulta.

Le regioni ricorrenti contro l'accorpamento delle province sono:
Piemonte, Lombardia, Veneto, Molise, Lazio, Campania, Friuli Venezia Giulia, Val d’Aosta e Sardegna.
Altra osservazione interessante riguarda l'appartenenza politica delle giunte che governano queste regioni ricorrenti, quasi tutte riferibili allo stesso partito del Ministro per le Riforme Quagliariello, fermamente impegnato a favore dell'accorpamento:
Se si eccettuano Piemonte, Veneto e Val d’Aosta (le prime due a guida leghista, la terza di ispirazione autonomista), Lombardia (epoca Roberto Formigoni), Campania (Stefano Caldoro), Lazio (epoca Renata Polverini), Sardegna (Ugo Cappellacci), Friuli Venezia Giulia (epoca Renzo Tondo) e Molise (epoca Michele Iorio).


 

2 commenti:

  1. Ma perché una buona volta oltre che l'abolizione delle province si riordinano pure le regioni, in tre o massimo quattro consigli regionali? non verrebbero meno anche tanti centri di spesa in meno? E automaticamente sarebbe loro interesse controllarsi l'uno contro l'altro? E' come privatizzare i consigli regionali. Io sono un povero pirla, ma di questo non ho mai sentito parlare nessuno.

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  2. Regioni e province ci sono, e bisogna credersi Napoleone per eliminarle senza aspettarsi una guerra civile. Il federalismo soprattutto americano è innanzitutto pluralità di livelli, altrimenti diventa policentrismo autarchico. Eliminare le province elettive è come tornare al Podestà fascista per risparmiare i costi della democrazia. Aggiungendo al Presidente della Provincia funzioni di Ufficiale del Governo come il Sindaco si potrà far bastare una sola Prefettura per regione

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