domenica 28 luglio 2013

Inaugurato a Trento il MUSE, il museo delle scienze

Fa bene il direttore delle Scienze Marco Cattaneo a segnalare con tanta enfasi, e anche con un po' di amarezza,  l'inaugurazione del nuovo Museo delle Scienze di Trento, il MUSE. Con enfasi perchè, come dice, si tratta di un evento che, se va bene, si verifica una volta ogni quarto di secolo e con amarezza perchè tanta era l'importanza che, a parte le istituzioni locali, di quelle nazionali non si vedeva nemmeno l'ombra nè, prosegue, si vedeva poco più che l'ombra della televisione pubblica, che dedicava all'evento un veloce servizio sul TG1.
Come mai? Che la cosa faccia il paio con i recenti affossamenti della ricerca in campo biotecnologico (leggi OGM), o la scarsa cura dei beni culturali italiani o la totale, o quasi, indifferenza per la cultura scientifica in genere che, per dirla con Benedetto Croce, non sembra nemmeno cultura, in fondo?

Il MUSE è questa cosa qui, vedi filmato, un museo che affonda le sue radici nel '700
Le radici del Museo delle Scienze si confondono con le antiche raccolte di notabili trentini che, alla fine del ‘700 arricchivano di oggetti naturalistici il museo storico-artistico presso il Municipio della città. Alla fine dell’800 le collezioni naturalistiche erano conservate assieme a quelle di altro tipo presso il palazzo Thun, l’attuale sede municipale. Nel 1922 viene fondato il Museo civico di storia naturale di Trento, all’ultimo piano del palazzo di via Verdi, oggi sede della Facoltà di sociologia dell’Università di Trento.
Nel 1964, viene istituito il Museo tridentino di scienze naturali, amministrativamente legato alla Provincia autonoma di Trento. Dal 1982 il Museo si trasferisce alla sede di via Calepina, presso lo storico palazzo Sardagna.



Questo è invece il filmato di mezzanotte elogiato dal direttore e ripreso dal quotidiano l'Adige che dedica all'evento parecchi articoli, alcuni anche polemici.



70 milioni di euro spesi per costruirlo e 8 milioni l'anno per la gestione, dunque carrozzone o gioiello, si chiedono sull'Adige? I punti di vista critici, quando non servono ad alimentare polemiche strumentali, introducono comunque riflessioni.
Francesco Dal Bosco, facendo un paragone con il Mart, il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto, " il più grande museo d'arte moderna e contemporanea italiano e uno dei più grandi d'Europa [...] Oggi la situazione del Mart è sotto gli occhi di tutti: un museo debole, malato, al quale sono stati tagliati i già insufficienti finanziamenti, che arranca faticosamente trascinandosi dietro il peso spaventoso della sua stessa struttura", tratteggia impietosamente la sua visione della nuova struttura disegnata da Renzo Piano:
Un altro super-museo, un altro super-investimento, di nuovo un'enorme macchina propagandistica al lavoro per convincere i cittadini dell'assoluta necessità di un'opera come questa. Abbiamo davvero bisogno di questo gigantismo, di queste ambizioni sfrenate di protagonismo? [...] Da quando il sistema ha scoperto le potenzialità economico-affaristiche della cosiddetta cultura (forse la parola più abusata e depotenziata di ogni significato originario dell'intero vocabolario) l'Italia, con il Trentino in testa, è diventata un paese di festival, di fiere, di musei e notti bianche, dove la conoscenza e l'esperienza dell'arte si consumano come ogni altra merce e i consumatori diventano attori (non pagati) sulla scena di questo deprimente spettacolo ininterrotto.
Di parere opposto Marco Andreatta, che però del Muse è presidente. Egli vede la scienza come processo di crescita culturale dei cittadini
Il Muse è un luogo in cui si produce e si diffonde cultura scientifica. La necessità di contribuire alla crescita culturale dei cittadini è fondamentale e urgente, se si vuole raggiungere l'obiettivo di una società più giusta, responsabile, attiva e produttiva.
Il Museo pensato come tramite della conoscenza scientifica, non solo come divulgazione ma anche come ricerca
Il Muse è un ente di ricerca scientifica, dedicato alle scienze della natura, e come tale occupa una posizione di rilievo nazionale e internazionale. Ha inoltre una fitta rete di collaborazioni con altri enti di ricerca scientifica del territorio. La sua funzione specifica di vetrina per la divulgazione scientifica darà a tutti i suoi partner un nuovo asso nella manica per affermarsi nel complesso mondo della competizione scientifica. I suoi laboratori di ricerca saranno sempre visibili ai visitatori, aspetto questo inusuale e particolarmente interessante.
Sempre che, questa euforia legata all'inaugurazione e alla realizzazione di un progetto così ambizioso, rimanga presente per un pezzo e non si trasformi nell'indifferenza che circonda buona parte dei beni culturali italiani. Coniugare rigore scientifico e incassi non è sacrilego anzi, in qualche modo, induce a mantenere vivo un luogo, impegnandosi costantemente a catturare l'interesse di chi dovrebbe visitarlo.




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