giovedì 1 agosto 2013

Il ritorno del redditometro 2013

Tra infiniti tira e molla, conferme e smentite e, chiaramente, nel periodo meno opportuno, parte il nuovo Redditometro 2013, l'arma letale del fisco che dovrebbe scovare tutti gli evasori e garantire allo Stato rientri faraonici di imposte non versate.
Una delle sensazioni che si provano immediatamente è che la già bassa propensione alla spesa degli italiani subirà un'ulteriore diminuzione, per l'effetto deterrente che provvedimenti di questo genere hanno sulle persone oneste, che temono accertamenti per piccoli o inesistenti sforamenti. Va bene che lo scostamento previsto è del 20%, che c'è l'introduzione del doppio contraddittorio in cui si possono far valere le proprie ragioni, ma resta sempre il fatto che questi controlli serrati del fisco sui contribuenti, probabilmente giusti durante periodi normali, sono controproducenti durante periodi di crisi e inducono le persone alla cautela.
Di solito, chi evade o elude il fisco per grosse somme, si affida a professionisti che regolano le cose in modo da farle apparire credibili. Questo lascia minore certezza di identificazione dei grandi evasori. Comunque ormai il Redditometro è in linea di partenza e il direttore dell'Agenzia delle Entrate Befera ha inviato ieri 31 luglio una circolare sull' Accertamento sintetico e il nuovo redditometro, in cui richiama la normativa e definisce le linee di azione dei controllori. La normativa richiamata è il Decreto del 24 dicembre 2012 del Ministero dell'Economia e delle Finanze, dove sono segnalati i


  • Kw medi delle tipologie di nuclei familiari, relativi ai mezzi di trasporto 
  • Contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacita' contributiva
  • Tipologie di nuclei familiari e relative aree territoriali di appartenenza
Tra quelle che possiamo definire novità di quest'ultima versione del Redditometro che, ricordo, farà partire gli accertamenti dal 2009, e gli elementi  rimasti vi sono:

  • la presunzione relativa che tutto quanto è stato speso nel periodo  d’imposta sia stato finanziato con redditi del periodo medesimo
  • il contenuto induttivo di elementi indicativi di capacità contributiva (reddito presunto su base regionale e tipologia familiare)
  • la clausola di garanzia del 20% (scostamento tra reddito presunto e reddito effettivo)
  • ampia possibilità di fornire eventuali elementi di prova per giustificare lo scostamento tra il reddito dichiarato e la capacità di spesa  attribuita
  • gli oneri deducibili dal reddito sono quelli previsti dall'articolo 10 del  d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917
La cosiddetta introduzione del contraddittorio, attuata con la modifica dell'articolo 38 del d.P.R. numero 600/73, prevede che
“L'ufficio che procede alla determinazione sintetica del reddito complessivo ha l'obbligo di invitare il contribuente a comparire di persona, o per mezzo di rappresentanti, per fornire dati e notizie rilevanti ai fini dell'accertamento e, successivamente, di avviare il procedimento di accertamento con adesione ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218”
Resta il fatto che, guardando le tabelle di riferimento del Decreto del Ministero dell'Economia su cui si basa il redditometro (vedi sopra il link), le famose 100 voci nelle categorie
“Consumi generi alimentari, bevande, abbigliamento e calzature“, “Abitazione”, “Combustibili ed energia”, “Mobili, elettrodomestici e servizi per la casa”, “Sanità”, “Trasporti”, “Comunicazioni”, “Istruzione”, “Tempo libero, cultura e giochi”, “Altri beni e servizi” e “Investimenti”
si nota uno sfasamento tra ipotesi del fisco e realtà. La tipologia di auto, le spese per alimenti o abbigliamento, l'affitto o le spese per animali domestici sono elementi troppo variabili, anche in una stessa zona circoscritta, per essere utilizzati per stabilire il reddito medio presuntivo, per l'evenienza che alcune di queste spese possono essere affrontate grazie all'aiuto dei genitori o per altri motivi non previsti. Vero è che è stato abbandonato il riferimento alla spesa media ISTAT, se non per spese residuali e correnti, ed è stato introdotto il metodo dell'utilizzo della sole spese certe,  quelle per servizi di uso corrente e quelle per beni durevoli (auto, barche, case, bollette ecc.) ma, in compenso,  il famoso scostamento è stato ridotto dal 25% pre 2009 al 20% post 2009 e in più, anche se avviene per un solo anno d'imposta e non più per due.

In definitiva, in questa sua ossessiva ricerca di soldi lo Stato rischia di peggiorare la situazione dei consumi con il solo effetto deterrente, quasi da caccia alle streghe, dell'introduzione di questi strumenti di controllo. Certi sotterfugi, certe strategie, piuttosto onerose, di evasori ed elusori del fisco hanno senso solo se attuate quando le cifre in ballo sono consistenti. In questo caso è ragionevole pensare che siano state fatte con tutti i crismi e siano, probabilmente, a prova di redditometro. C'è il rischio che a cadere nella rete del fisco siano i soliti pesci piccoli, anche considerando la probabile evenienza di falsi positivi, e che, in questo modo, la forbice tra piccoli e grandi evasori possa essere accentuata, con buona pace di equità e giustizia.


image credit  economiaefinanza.blogosfere.it/

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