lunedì 26 agosto 2013

Quanto costa l'alta velocità in Italia: dal Frecciarossa alla TAV

All'inizio del 2009 Enzo Cappucci realizzava per Rai News 24 un'inchiesta dal titolo Alta Voracità, quanto ci costa il Frecciarossa, un reportage sui costi abnormi dell'alta velocità in Italia rispetto agli altri paesi, fino a quasi dieci volte superiori. Lo ripropone in questi giorni sulla sua pagina Youtube e, se uno non sapesse che è stato realizzato nel 2009, sarebbe ancora attualissimo, come in effetti è. La macroscopica discrepanza tra i costi di costruzione di linee ad alta velocità -e non solo- in Italia paragonati ai principali paesi esteri, e l'enorme incidenza che hanno questi costi sulla spesa pubblica -si parla di decine e decine di miliardi di euro- è forse una delle vere ragioni dell'impennata del nostro debito pubblico e non la scusa dell'estensione del welfare a tutti realizzata negli anni '90. L'aumento incontrollato dei costi, l'affidamento per trattativa privata e una concessione che di fatto è un via libera alla de-responsabilizzazione sono i principali ingredienti di questa oltraggiosa cattiva abitudine italiana. E, dietro tutto questo, aleggia la politica. Anche sulla TAV, con l'ostinata tendenza di tutte le parti politiche a volerla realizzare -ad esclusione dei 5S-, s'impone un'analoga riflessione, con l'amara osservazione che oltre l'ostinazione non si scorge un'identica e ferrea volontà di allineare i costi al resto del mondo. Quanto abbiamo speso in più rispetto agli altri paesi per avere meno infrastrutture e più debito? Quanto del debito pubblico si deve a questi costi incontrollati delle opere pubbliche? Ed è proprio l'Europa che ci richiama costantemente, a suon di procedure d'infrazione,  ad allinearci con meccanismi  d'assegnazione e controllo della corruzione agli standard europei, mai  come in questi tempi così lontani e odiati.


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