sabato 7 settembre 2013

(Berlusconi): "Mantenendo in ostaggio l'Italia". Come vedono la vicenda del Cavaliere gli stranieri

Mentre in Italia infuria la polemica sulla decadenza di Berlusconi e, tra  opposte e intense perorazioni, ci si inasprisce nella disputa, all'estero riescono ad astrarsi dal coinvolgimento e a vedere le cose nella loro prospettiva e dicono: com'è possibile  che accada tutto questo?
Un esempio è dato da questo articolo di Tim Parks -giornalista e scrittore inglese che vive e insegna in Italia- uscito sulla New York Review of Books. PressEurop ne ha curato una traduzione in italiano (di A. Bissanti), di cui condivido l'incipit e che vi invito a leggere, per la semplicità e la chiarezza di esposizione (fatta salva qualche forzatura sui presidenti americani) che, finalmente, e sperabilmente in maniera non di parte, sembra dire pane al pane e vino al vino:

Salvatemi dal carcere o trascinerò il paese insieme a me. Questo, in sostanza, è il messaggio che Silvio Berlusconi – quattro volte primo ministro, proprietario delle tre reti televisive commerciali più importanti del paese, imputato molteplici volte per reati penali – ha appena lanciato al governo italiano. Questo messaggio spiega una volta per tutte la natura esatta della posta in gioco in Italia in questo periodo: l’Italia è uno stato moderno nel quale vige la legalità, oppure è il feudo di un fuorilegge dichiarato? Ora come ora, non è dato sapere quale opinione prevarrà.
[...]  L’aspetto veramente preoccupante dell’attuale situazione in Italia non è tanto la sfacciataggine di Berlusconi, quanto il fatto che il suo ricatto sia attuabile e permissibile. Per quanto sconcertante possa sembrare a chi non ha familiarità con l’Italia, perfino i quotidiani più seri e i commentatori più rispettabili appaiono restii a insistere per il rispetto della legge: di rado parlano dei suoi reati nei dettagli e di fatto avvalorano la tesi secondo la quale estromettere Berlusconi dalla scena politica equivarrebbe a privare del diritto di voto i milioni di elettori che lo hanno favorito alle precedenti elezioni, come se in parlamento non esistesse un partito autonomo in grado di rappresentare le loro opinioni, come se non fossero liberi di scegliere un altro leader prima delle prossime elezioni. Come è stato possibile arrivare a tanto?
Dopo aver decantato le qualità di Berlusconi -"uomo intrigante, carismatico, persuasivo e implacabile"- Parks riconosce però che è l'italiano ad aver contribuito a dare al Cavaliere un così grande potere, per la sua disposizione a
lasciarsi ammaliare, incantare, persuadere e soprattutto intimidire – al punto da essere pronto, insomma, a credere alle promesse di Berlusconi o ad accettarne la presenza come inevitabile.
E  l'idea che l'italiano sia un popolo culturalmente diverso da quello che compone la maggior parte delle grandi democrazie occidentali  prende forma con la citazione del Discorso sopra il costume presente degli italiani di Leopardi, per manifestarsi infine nella convinzione che "non ci sarà alcuna possibilità che il comportamento degli italiani cambi per molti anni a venire", se Berlusconi riuscirà ad evitare condanna e decadenza. C'è, insomma, un tanto di Berlusconi nelle fortune politiche del Cavaliere, ma un tanto anche di italianità, di quel misto di immoralità, furbizia, ipocrisia  che ci fa, agli occhi degli stranieri, così diversi.
Che c'è da aggiungere? Sul carattere paradossale della vicenda si esprime molto bene Parks. Sulle cause per le quali una formazione politica non si libera di un leader condannato e venga  sostenuta in questo da una parte dell'elettorato, come fece a suo tempo Leopardi, ci sarebbe molto da discutere. 

visto su Internazionale.it






4 commenti:

  1. STAMPA ESTERA – Sul conto del Bel Paese, la stampa e televisioni estere vengono influenzate dall'incitamento dell'opinione pubblica da parte di certi giornali e programmi televisivi nazionali che diffamano lo scomodo personaggio di turno.
    Per cui non è il diffamato che discredita il Bel Paese, ma al contrario, sono i diffamatori che gettano fango sulla nostra cultura, sulla nostra Storia, sulla nostra dignità, sulla nostra credibilità e ci rendono ridicoli agli occhi del mondo.
    Pertanto, finché questi diffamatori continueranno ad essere riccamente e forzatamente alimentati a spese della collettività, gli Italiani resteranno un inaffidabile popolo come certe repubbliche delle banane.
    da CocoMind.com - La voce del dissenso

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    Risposte
    1. Hai fatto una disamina "ineccepibile".
      Evidentemente sei anche tu al soldo di chi in 20 anni ha rovinato l'ITALIA. Bravo.

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    2. Io non sono al soldo di nessuno. Riesco a pensare con la mia mente, non con quella di un certo regime di nuovo pelo ma di vecchio vizio che da oltre 20 anni sta cercando di imporre la sua perversa ideologia.
      - Piero Paris

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    3. L'Italia è un paese dove un cantante di quarta categoria,un bel giorno scende dalla nave da crociera dove presta servizio e,senza il becco di un quattrino, diventa costruttore di mezza Milano.Non si è mai (quasi) saputo chi l'ha finanziato ,ne lui ha voluto mai dare risposta a questo quesito.

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