domenica 1 settembre 2013

Il federalismo fiscale fa aumentare le tasse

Nonostante quello che di solito si sostiene, soprattutto da parte di chi ha fatto del federalismo fiscale la propria bandiera, sembra che l'indipendenza impositiva locale di comuni, province e regioni non si accompagni a una diminuzione delle tasse ma a un loro aumento. E' quello che emerge, intanto, da uno studio della solita Cgia di Mestre che rileva come l'introduzione della Tares nel 2013 porti una serie di aumenti rispetto alle imposizioni vigenti nel 2012 con Tia e Tarsu:
 su un capannone di 1.200 mq l’aggravio sarà di 1.133 euro (+22,7%);
su un negozio di 70 mq (superficie media nazionale), l’asporto dei rifiuti costerà 98 euro in più (+19,7%);
su una abitazione civile di 114 mq (superficie media nazionale), l’applicazione della Tares comporterà un aumento di spesa di 73 euro (+29,1%).
Con buona pace dell'introduzione di nuove tasse in sostituzione di quelle vecchie o del cambiamento del loro nome, e in attesa di verificare l'effetto della sbandierata Service Tax, sempre la Cgia osserva come dal 1997 ad oggi le imposizioni locali siano cresciute del 204%, contro un aumento del 38,8% di quelle nazionali. Dunque, a gravare sul contribuente non sono solo le vituperate tasse  rappresentate da quel mitico 45% che sembra segnare un discrimine da ciò che è sopportabile e ciò che non lo è, ma la miriade di piccoli e grandi balzelli locali che bisogna pagare oltre quelle, comprese tariffe per servizi e forniture, e che sono aumentate molto più di quelle dello Stato centrale. E' vero che, nel tempo, molte funzioni e servizi sono stati decentrati senza un corrispettivo spostamento dei trasferimenti, portando così alla paradossale situazione in cui ci troviamo oggi  che le competenze sono trasferite a comuni e regioni ma non i soldi che servono per attuarle:

“L’aumento delle tasse locali – sottolinea Bortolussi – è il risultato del forte decentramento fiscale iniziato negli anni ’90. L’introduzione dell’imposta sugli immobili, dell’Irap, delle addizionali comunali e regionali Irpef hanno fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni e le nuove competenze che sono state trasferite alle Autonomie locali. Non dobbiamo dimenticare che, negli ultimi 20 anni, le Regioni ed i Comuni sono diventati responsabili della gestione di settori importanti come la sanità, i servizi sociali e il trasporto pubblico locale senza aver ricevuto un corrispondente aumento dei trasferimenti. Anzi. La situazione dei nostri conti pubblici ha costretto lo Stato centrale a ridurli progressivamente, creando non pochi problemi di bilancio a molte amministrazioni locali che si sono difese facendo leva sulle nuove imposte locali introdotte dal legislatore”
 E' per questo motivo che, dati alla mano, l'introduzione di nuove tasse come la Service Tax, dal nome altisonante e dall'acclusa  promessa di portare a una diminuzione dell'imposizione, nonchè la fiducia fideistica che il federalismo fiscale contribuisce a una generale diminuzione dei tributi, non sono credibili  e la storia degli ultimi 15 anni sembra dare ragione a questa visione pessimistica.

1 commento:

  1. La CGIA - come al solito, del resto - ha semplicemente scoperto, o meglio riscoperto, l'acqua calda.
    Saluti,
    Mauro.

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