giovedì 9 gennaio 2014

2013: meno tasse per le famiglie (?) e più tasse per le piccole imprese

A volte i titoli ingannano e, di tanto in tanto, anche dopo aver letto -solo- l'articolo al quale il titolo fa riferimento si può permanere nell'inganno. Così, un post di una decina di giorni fa della CGIA di Mestre sembrava precludere a un 2013 con meno tasse per le famiglie, FAMIGLIE: nel 2013 meno tasse fino a 250 euro  anche se, leggendo, si scopre che il risparmio maggiore è per famiglie mono e bireddito con prole. Ma se dopo quel post si legge quest'altro, IMPRESE: nel 2013 più tasse per le micro, si intuisce che se da una parte diminuiscono dall'altra  aumentano, e allora il conto torna.
Nel dettaglio: il comunicato del 28 dicembre illustra una serie di risparmi fiscali del 2013 sul 2012 per certe categorie -come, per esempio, famiglie mono e bireddito con figli- ma già se si considera il 2014  sul 2013 le categorie che beneficiano di riduzioni si riducono e, a maggior ragione, se si considera il confronto con il  2011, si vede che i risparmi non ci sono più ma  solo aumenti. 
La spiegazione è semplice: il 2012 è stato l'annus horribilis per le tasse, quindi qualsiasi governo poco meno invasivo di quello di Monti ci fa una gran bella figura. Ma, se si analizza nel dettaglio questa tabella della CGIA, con famiglia bireddito e 1 figlio, si vede che è sempre l'onda lunga dell'annus horribilis a far fare bella figura al governo Letta. Infatti, se si fa il confronto rispetto al 2011, si scopre che le tasse sono aumentate sia nel 2013 (non mostrato nella tabella) che nel 2014, ovviamente meno che nel 2012 ma sempre di aumento si tratta.


in rosso gli aumenti di tasse, in nero le diminuzioni

Ora, questa diminuzione delle tasse, da quello che dice la CGIA, riguarda unicamente i lavoratori dipendenti, soprattutto se con figli a carico, mentre ne sono esclusi pensionati e autonomi. A proposito di lavoratori autonomi, cioè quella categoria di  microimprese al di sotto dei 10 addetti, alla CGIA ricordano che rappresentano il  95% delle imprese. Ebbene, questa categoria di lavoratori autonomi non ha beneficiato di nessuna riduzione anzi, ci sono stati aumenti sia nel 2013 sul 2012 e ci saranno nel 2014 sul 2013, senza considerare lo sproposito in  più rispetto al 2011. Ecco i dati (disponibili qui):
Artigiano che lavora da solo (reddito annuo di 35.000 euro) 
2013 sul 2012: aumento tasse di 319 euro
2014 sul 2013: aumento tasse di 154  euro
dulcis in fundo
2014 sul 2011: aumento tasse di 1.216 euro
Se è dunque vero che anche il lavoratore autonomo con famiglia e figli può beneficiare delle riduzioni illustrate sopra è altrettanto vero che prima ha dovuto pagare tutti gli aumenti descritti e, probabilmente, nel cambio ci rimette. La sostanza generale è che, come ricorda il comunicato della CGIA,
Secondo i dati presentati alle Commissioni riunite di Camera e Senato il 29 ottobre scorso dal Ministro Saccomanni, la CGIA ricorda che nel 2013 la pressione fiscale in Italia ha toccato il record storico del 44,3%. Rispetto al 2012 è salita di 0,3 punti. Nel 2014 dovrebbe scendere di un leggero 0,1%, attestandosi al 44,2%.
E' giusto ridurre le tasse per le famiglie ma non lo si può fare aumentando quelle per le microimprese, altrimenti si rischia di non uscire mai dalla recessione. Che il 2013 segni un aumento anche rispetto all'annus horribilis 2012, l'anno di Monti, è emblematico. La tenue (-0,1%) diminuzione prevista per il 2014 è un segnale, ma forse troppo piccolo per poter essere apprezzato e per incidere sulla ripresa. 
I dati forniti dalla CGIA non sono, chiaramente, quelli ufficiali, ma risultato di analisi e stime del suo centro studi. Sull'onda entusiastica di quello che i giornali avevano scritto sulla riduzione delle tasse per le famiglie nel 2013, della quale si beavano i politici, penso sia giusto ricordare anche l'altra faccia della medaglia, l'aumento delle tasse per le imprese.


credits and image credit www.cgiamestre.com

2 commenti:

  1. il fatto che ci siano meno tasse sulle famiglie con prole è solo un'illusione, visto che poi ci tocca pagare tasse di iscrizione alla scuola materna che prima non c'erano, o comunque pagare di tasca propria servizi che spetterebbero allo stato, dai materiali scolastici alla baby sitter che ci prenda il figlio perchè la scuola ha orari ridicoli rispetto a un normale orario di ufficio. In un paese in cui l'economia si basa su nonni e casalinghe e in cui non c'è alcuna politica per la conciliazione, per i bambini, ma anzi lavorare in due se si hanno dei figli è considerato quasi un lusso, una bicicletta che hai voluto e adesso pedali, è davvero ridicolo pensare che le famiglie con figli abbiano delle agevolazioni solo perchè hanno qualche piccola detrazione sulle tasse.

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    1. Do credito alla CGIA di essere imparziale, il che non esclude lo scenario da te descritto. Comunque, anche allo stato dei fatti, sembra proprio che questa vera o presunta riduzione delle tasse non si basi su una riduzione della spesa pubblica ma su un aumento dell'imposizione fiscale per le aziende e in una (probabile) riduzione dei servizi alla famiglia.

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