domenica 9 febbraio 2014

Alcune considerazioni sulla legalizzazione della marijuana

Si sente molto parlare in questi giorni di legalizzazione dell'uso della marijuana, specialmente dopo che Uruguay e Colorado hanno preso questa decisione. Purtroppo, se si volesse utilizzare questi due paesi come esperimento a cielo aperto occorrerebbe aspettare qualche anno prima di avere a disposizione delle statistiche attendibili. Invece, il movimento che spinge per la legalizzazione, aiutato in questo anche da una trasversale sensibilità politica alla questione, spinge per sfruttare l'onda e adottarla subito. Da quanto ho capito, alcune delle motivazioni fondamentali degli antiproibizionisti sono il potenziale abbattimento dell'attività criminosa legata allo spaccio illegale di questa droga, una possibile diminuzione dei consumatori anche grazie a un'imposizione fiscale piuttosto alta che ne scoraggi l'utilizzo e, non ultimo, una fonte di introiti per lo Stato.
Un'altra delle argomentazioni portate a supporto della legalizzazione della marijuana, contro chi  rileva l'aspetto nocivo dell'uso della droga,  è legata al confronto con il tabacco e l'alcol: in pratica si afferma che sono  molto più tossici e fanno molte più vittime della marijuana.
Non sono nè completamente favorevole nè completamente contrario alla legalizzazione della marijuana ma, rispetto ai benefici potenziali ottenibili da una sua emersione dall'illegalità, vorrei fare alcune considerazioni in ordine sparso.



Criminalità e gioco d'azzardo legale. Per esempio, si sostiene che la legalizzazione diminuirebbe l'attività illegale legata allo spaccio. Faccio rilevare che se la distribuzione della droga, una volta legalizzata, fosse assegnata a punti vendita specifici non istituzionali, l'intervento della criminalità sarebbe pur sempre possibile, come lo è difatti adesso nel campo delle sale slot. Il fatto che il gioco d'azzardo sia diventato legale non credo che abbia inibito la criminalità, un tempo legata solo alle bische clandestine, che probabilmente rimangono ancora un'attività praticata,  ma alle quali si somma l'ingresso prepotente dei clan mafiosi nella gestione delle sale slot. 

Ludopatia. Inoltre, sempre collegandomi all'esperienza della legalizzazione del gioco d'azzardo, sembrerebbe essere spuntata una nuova patologia che prima non si conosceva, la ludopatia, cioè il gioco d'azzardo compulsivo, condizione che pare essere nata proprio in conseguenza dell'apertura delle sale slot. E' infatti da osservare che la slot machine, contrariamente al bingo per esempio, è un gioco più solitario, rendendo probabilmente l'utilizzatore molto più schiavo del risultato, cioè la vincita, rispetto alla presenza anche di una funzione socializzante di una sala bingo. In questo caso, apparentemente, la legalizzazione non ha diminuito l'uso ma, anzi, ha creato nuove situazioni di dipendenza.

Accise sulla marijuana. C'è anche da notare che, come spesso accade con tabacco, alcol e gioco d'azzardo, sembra ipocrita e contraddittorio che lo Stato guadagni su potenziali o più spesso reali situazioni di pericolo per il consumatore, come sono il consumo di alcol, tabacco e gioco d'azzardo. Già adesso c'è chi recrimina sul fatto che lo Stato incassi delle percentuali dallo spaccio di queste sostanze o dall'esercizio di queste attività, figuriamoci non solo non diminuire il coinvolgimento ma aumentarlo, tassando anche il consumo legale della marijuana. Infatti, questa droga, pur non essendo estremamente pericolosa, ha effetti avversi ben conosciuti uno dei quali è proprio quello legato alla modalità di utilizzo, il fumo, del tutto simile, se si fa eccezione per i cannabinoidi e la quantità fumata, al fumo di sigaretta.

Alcol e tabacco uccidono di più. Due parole, infine, anche su un argomento che sento spesso: perchè impedire la legalizzazione della marijuana quando alcol e tabacco fanno molti più morti? Devo dire che questo argomento mi è in parte incomprensibile perchè, nella mia ignoranza, lo traduco così: siccome la gente già si intossica con alcol e tabacco (e gioco d'azzardo), diamogli un modo di aggiungere un'ulteriore intossicazione. Di questo passo, e con questo ragionamento, nulla vieterebbe di rendere legali anche altri consumi tossici purchè meno mortali di alcol e tabacco, il che mi sembra altrettanto cinico del prendere una percentuale dallo spaccio di tutte queste sostanze.

Non voglia sembrare questo post uno scritto contro la legalizzazione, perchè non lo è, seppure  evidenzi solo argomenti contro questa tesi. Infatti, se si dimostrasse, dati alla mano e anche facendo riferimento all'esempio di paesi che l'hanno già adottata, che la legalizzazione migliora la situazione dal punto di vista della riduzione dei consumi e della diminuzione dell'attività illegale, credo si avrebbero argomenti sostanziosi per procedere. Ma, come insegna bene il gioco d'azzardo legale, non sempre consumatori e crimine diminuiscono in seguito alla legalizzazione. Questo è dunque un invito, minimale, alla riflessione, per la tutela di diritti fondamentali che potrebbero essere messi in pericolo da decisioni affrettate (o sono messi in pericolo dalla mancanza di decisioni), come la libertà e la salute individuali.








4 commenti:

  1. Davvero gli anti-proibizionisti usano l'argomento della potenziale riduzione dei consumi?
    this will increase drug use. Whatever replaces the current insane regime of lengthy prison sentences, financial penalties, and militarized enforcement, it will reduce the cost of using drugs. Basic economics tells us that reducing the price will increase quantity demanded.

    Col che non voglio assolutamente schierarmi dalla parte dei proibizionisti, al contrario. Sempre dall'articolo appena linkato: «The solution to this is not telling people to “just say no.” They’ve already said yes. Some people use drugs. Deal with it. For the overwhelmingly majority, it’s not the end of the world. The answer is to encourage a responsible, adult conversation about what’s safe and what’s risky, and allow people to make informed personal choices. Ignorance never helped anybody, and today it’s hurting far too many.»

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    1. gradirei link non attivi, come da policy. Comunque, interessante punto di vista, anche se forse escluderei qualcosa dalla trattativa. Penso anche che il consumatore che accetta di parlarne è già sulla buona strada per essere convinto a smettere

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  2. Scusa per il link "attivo", non avevo letto la policy.

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  3. legalizzare prima possibile

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