Quelli dell'Economist si sono divertiti a ridisegnare una mappa del mondo sulla base della politica estera di Putin, ovvero dell'annessione linguistica, un imperialismo basato sul comune linguaggio che sembra la sua linea guida nella gestione delle vicende estere e segnatamente in quella della Crimea e dell'Ucraina russofona. Ne è uscita una mappa del mondo abbastanza singolare, divisa in grandi compartimenti linguistici, quelli esistenti al tempo del colonialismo, se non altro in netto contrasto con le attuali tendenze separatiste. Va da sè che non ha, probabilmente (la cautela è d'obbligo), nessuna possibilità di essere mai realizzata. Non so se per fortuna o purtroppo.
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