lunedì 31 ottobre 2011

Wiki-Pd. Dalla Stazione Leopolda le 100 idee del Big Bang dei rottamatori-Pd di Renzi & Co.


100 idee non sono poche e in più hanno l'inconveniente di non essere sintetizzabili facilmente. Però, sono il risultato della tre-giorni dei rottamatori o post-rottamatori del Pd di Matteo Renzi & Co. alla Stazione Leopolda di Firenze, in quello che è stato chiamato il Big Bang della politica.
Quali sono queste idee? Sul sito dei post-rottamatori c'è l'elenco completo. Per un migliore utilizzo sono state suddivise in temi principali, eccoli


Riformare la politica e le istituzioni

Far quadrare i conti per rilanciare la crescita

Green, digital, cultura e territorio


Dare un futuro a tutti

Per una comunità solida e solidale


Alcune tra queste idee


3 La politica non sia la via breve per avere privilegi e una buona pensione
Aboliamo tutti i vitalizi per i Parlamentari e i Consiglieri regionali. La politica torni a essere assolvimento di un dovere civico e non una forma di assicurazione economica. Le risorse spese per i singoli Parlamentari devono essere portate alla media europea, distinguendo nettamente le indennità dalle risorse messe loro a disposizione per l’esercizio dell’incarico, che devono essere amministrate dagli uffici del Parlamento.
7I partiti organizzino la democrazia, non siano enti pubblici
Il finanziamento pubblico va abolito o drasticamente ridotto e in ogni caso commisurato al solo rimborso delle effettive spese elettorali, condizionandolo al fatto che i partiti abbiano statuti democratici, riconoscano effettivi diritti di partecipazione ai propri iscritti e selezionino i candidati alle cariche istituzionali più importanti con le primarie. Favorire il finanziamento privato sia con il 5 per mille, sia attraverso donazioni private in totale trasparenza, tracciabilità e pubblicità.
8 – Sei un giornale di partito? Se non hai lettori che ti comprano, perché ti dovrebbe finanziare lo stato?
Con internet, chiunque può produrre a costo zero il suo bollettino o il suo house organ. I contributi alla stampa di partito vanno aboliti.
11Meno poltrone, più efficienza
Nel Paese ci sono 24.310 consiglieri d’amministrazione in aziende partecipate dal pubblico, al livello statale e locale. In tre anni bisogna dimezzare il numero dei consiglieri e la relativa spesa, sia accorpando le imprese sia privatizzandole, oltre che prevedendo un massimo di tre consiglieri per le aziende piccole e cinque per quelle grandi.
13 Eliminiamo la classe politica corrotta
Lo strumento è una amnistia condizionata. Al rispetto di 5 punti: ammissione della colpa, indicazione di tutti i complici, restituzione del maltolto, impegno a non fare più politica. In caso di nuovo reato, la pena si somma a quella del reato oggetto dell’amnistia
17Fuori i partiti dalla Rai
La governance della Tv pubblica dev’essere riformulata sul modello BBC (Comitato Strategico nominato dal Presidente della Repubblica che nomina i membri del Comitato Esecutivo, composto da manager, e l’Amministratore Delegato). L’obiettivo è tenere i partiti politici fuori dalla gestione della televisione pubblica.
21Una rivoluzione copernicana per il fisco.
Per tornare a crescere bisogna modificare il sistema degli incentivi. Oggi, il nostro Paese tassa i fattori produttivi e premia la rendita. Quel che serve è una rivoluzione copernicana del sistema fiscale che riduca la pressione sul reddito personale e sulle imprese e la accresca sugli immobili e sulle rendite finanziarie.
47Una terapia d’urto per la giustizia civile
Oggi l’Italia è intrappolata in oltre 5 milioni di cause civili pendenti presso i tribunali. Occorre assolutamente ridurre in tempi rapidissimi lo stock di cause arretrate, oltre che stabilire norme che rendano meno premiante il ricorso alla giustizia come modalità di rinvio di un pagamento o di una qualunque obbligazione. Si crei una task force composta da magistrati in pensione e da giovani avvocati per affiancare i giudici in carica nello smaltimento in tempi veloci dell’arretrato giudiziario civile.



La causa della crisi economica mondiale: banche e finanza

E' molto istruttiva l'inchiesta di Report del 30 ottobre, intitolata Effetto valanga (precede quella su Berlusconi croupier), ma anche dolorosa: come forse è sempre stato, il profitto si realizza sullo sfruttamento. Prima era lo sfruttamento del capitalista sul lavoratore  poi, dopo l'entrata in vigore di normative più o meno valide a tutela dei lavoratori, si è passati allo sfruttamento della manodopera nei paesi in via di sviluppo. Ma per sfruttare la manodopera a basso costo di questi paesi occorre comunque avere un'attività economica. E come fanno le banche e i finanzieri se non riescono più a guadagnare sulle imprese e sul lavoro? Se viene meno lo sfruttamento del lavoro si utilizza la finanza, con lo sfruttamento degli interi Stati. 

imagesource unmondonuovo.it
Per esempio: se compro delle obbligazioni sovrane di uno Stato a 100 e le rivendo subito ottengo, come risultato immediato, che tanti che avevano quelle stesse obbligazioni le vendono a loro volta (per l'isteria dei mercati) e il prezzo scende, diciamo a 90. A quel punto le ricompro. In questo modo ho ottenuto due effetti: vendendo e costringendo a vendere, per imitazione e isteria, costringo lo Stato che le emette ad alzare il rendimento delle obbligazioni per convincere i mercati a comprare (spread). Quando il prezzo si è ribassato le ricompro e aspetto la loro scadenza naturale, avendo un nuovo rendimento più elevato (grazie allo spread) ed avendole acquistate a un prezzo inferiore al loro valore, valore che invece mi sarà riconosciuto al 100% al momento della scadenza dallo Stato che le ha emesse.
In mezzo a questo lo Stato subisce le perdite, che poi sarebbero  i guadagni realizzati dalle banche e dagli speculatori, che poi scarica sui cittadini, attraverso i tagli, l'aumento delle imposte e la riduzione degli investimenti.
Insomma, favorire le banche e la finanza non stimola l'economia ma aumenta i profitti di banchieri d'affari e speculatori. Lo spostamento del denaro dall'economia alla finanza frena lo sviluppo e aumenta le disparità.
Se ci mettete che quelle stesse banche d'affari e quegli stessi speculatori, non contenti di vendere al ribasso le obbligazioni sovrane acquistano e vendono anche assicurazioni su quegli stessi Stati sovrani, il quadro è completo: come è noto, se io possiedo un'assicurazione su uno Stato sovrano che mi rende, cioè mi viene pagata, solo se lo Stato fallisce, cosa dite, ho interesse che lo Stato fallisca oppure no? 
Aggiungeteci che le famose agenzie di rating, quelle che valutavano tripla A  obbligazioni corporate di aziende fino a pochi giorni prima  che fallissero, sono quelle che devono giudicare della credibilità dei singoli Stati, capite quanta credibilità possano avere loro stesse, specialmente quando assegnano o tolgono credibilità e A a uno Stato attraverso meccanismi coperti dal segreto commerciale.
E' un sistema sbagliato, completamente sbagliato.

Lasciare al mercato l'autoregolamentazione probabilmente porterà a una rivoluzione: quando troppa gente non avrà più niente da perdere scoppierà il caos. Il mercato non è in grado di autoregolarsi finchè ci sarà qualcuno da sfruttare. Per intanto noi cittadini subiamo le conseguenze dell'arricchimento di pochi, senza che gli Stati, che potrebbero farlo tranquillamente, facciano niente per limitare lo strapotere di banche e finanza.
Non è possibile che investitori privati riescano a influire  in maniera così massiccia sui singoli Stati, decidendo delle sorti della loro economia, dei loro debiti insomma del futuro di intere nazioni. 
L'aspetto più assurdo è poi questo: nel 2008 le banche internazionali, specialmente negli Stati Uniti, sono state salvate con soldi pubblici dal fallimento. Non soddisfatte di questo regalo, quelle stesse banche, come ringraziamento, hanno ripreso a speculare sugli Stati sovrani, in assoluta e totale indifferenza nei confronti di chi le aveva salvate.
Quando ci dicono che c'è la crisi internazionale e che dobbiamo -noi, non i politici- fare sacrifici, dobbiamo sapere che stavamo e stiamo salvando quelle stesse banche d'affari che avevano speculato e che continuano a speculare su di noi. E dobbiamo anche sapere che è proprio in conseguenza di queste speculazioni, che si è creata ed alimentata questa crisi economica  che ci sta strozzando.

Per chi se l'è persa e volesse vedersela, ecco il collegamento all'inchiesta di Report: cliccare sull'immagine.


imagecredit report.rai.it
Qui c'è il pdf dell'inchiesta.

domenica 30 ottobre 2011

Berlusconi croupier? Da Report un servizio sugli intrecci tra pubblico e privato nel gioco online

imagecredit report.rai.it
Nella puntata di Report di questa sera (I biscazzieri, 30 ottobre, 21:30) in onda su RaiTre si parlerà di giochi d'azzardo online, come poker e casinò. L'ultima società arrivata, a quanto afferma il servizio, fa capo per il 70% alla Mondadori, che è, di fatto, del Presidente del Consiglio, di cui rappresenta l'azionista di maggioranza (fonte voce Arnoldo Mondadori Editore di it.Wikipedia).
Come scrive Rizzo sul Corriere, questa nuova società, chiamata Glaming
è controllata al 70% dalla Mondadori e al 30% da un altro soggetto, la Fun Gaming, il cui capitale è a sua volta custodito in due scatole: Buel srl (51%) e Entertainment and gaming invest (49%). Per quanto riguarda la seconda, è inutile affannarsi a cercare di scoprire il proprietario. Le quote sono infatti custodite in una fiduciaria. La Buel è invece di proprietà di una vecchia conoscenza del mondo della televisione come Marco Bassetti. Il quale, incidentalmente consorte del sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, si ritrova ora in società con il premier Silvio Berlusconi, ossia il proprietario della Mondadori, in un business molto appetitoso, a giudicare dal bombardamento di spot che pubblicizzano sul piccolo schermo questo genere di divertimento. 
Due gli aspetti che evidenzia Rizzo: primo, l'opportunità etica di ritrovarsi tra le mani una società coinvolta nel gioco d'azzardo (ma ormai chi ci fa più caso) e, secondo, il fatto che la concessione per svolgere questa attività
la può dare soltanto l'amministrazione dei Monopoli di Stato. Ovvero un organismo, affidato all'ex capo dell'agenzia delle entrate Raffaele Ferrara, che dipende dal governo presieduto dal Cavaliere. In qualunque altro Paese al mondo questo sarebbe un classico episodio di conflitto d'interessi. Ma [anche] qui chi ci fa caso?
E' interessante il servizio di Sergio Rizzo, per gli intrecci e i collegamenti che si scoprono tra società concessionarie di giochi online e uomini politici. Tra giochi d'azzardo e nuovi banchi di pegno (leggi i compro oro pago in contanti che spuntano come funghi), il futuro degli italiani sembra alquanto aleatorio.



Flessibilità sul lavoro, licenziamenti facili e occupazione

C'è polemica su un recente documento della CGIA di Mestre sulla stima dei possibili effetti della norma dei cosiddetti licenziamenti facili sul recente passato: spiega il segretario Bortolussi che se ci fossero stati i licenziamenti facili i 738mila lavoratori andati in cassa integrazione (Cig) sarebbero stati probabilmente licenziati, portando il tasso di disoccupazione dall'attuale 8,2% a uno stimato  11.1%. La risposta del Ministro del Lavoro Sacconi è che questo rapporto è "destituito di ogni fondamento" perchè tutti i segnali a livello internazionale vanno in direzione opposta, cioè l'aumento di flessibilità e la facilità di licenziamento facilitano l'occupazione [fonte Repubblica].

imagecredit cgia mestre
Ho voluto verificare questa affermazione del Ministro Sacconi. 
Questa tabella indica il tasso di disoccupazione al 2010.



 Interessante questa mappa interattiva in cui sono indicati, per ogni paese europeo, debito, Pil, tasso di crescita e disoccupazione. Cliccare sull'immagine per accedere alla mappa interattiva.

imagecredit  money.cnn.com
Indice di protezione del lavoro: si vede che le protezioni del lavoro tedesche e italiane sono abbastanza simili mentre leggemente diverso è il tasso di disoccupazione. Cnn money dà un 8,7% per l'Italia e un 7,1% per la Germania (tasso 2010).


Grafico sulla variazione dell'occupazione in riferimento alle politiche di protezione del lavoro: mostra che dove le protezioni sono più alte l'occupazione è più stabile, chiaramente, essendo meno facile licenziare.
imagecredit libertiamo.it

Protezione del lavoro e disoccupazione: anche qui, maggiori protezioni minore disoccupazione.

imagecredit frbank of cleveland

La conclusione di questo studio della Federal Reserve bank of Cleveland però è
Countries with very flexible institutions and labor market polices, like the U.S., experienced substantial increases in unemployment over the course of the Great Recession, while countries with relatively rigid institutions and strict labor market policies, such as France, fared better. However, this better short-term performance comes with a tradeoff: evidence suggests that flexible labor markets keep unemployment lower in the long run.
In sostanza, se nel breve periodo le maggiori protezioni del lavoro garantiscono meno disoccupati, nel lungo periodo è la maggiore flessibilità che permette un minor tasso di disoccupazione, a significare che   protezioni sul lavoro più rigide frenano le assunzioni. Il grafico qui sotto rappresenta il tasso di disoccupazione nel periodo 1970-2010: come si vede, a cavallo degli anni '80, con l'aumento della flessibilità del lavoro, gli Stati Uniti invertono il rapporto con l'UE-15, anche se questo non li ha protetti nella recente crisi, in cui hanno riguadagnato il tasso di disoccupazione medio della UE-15.

imagecredit frbank of cleveland

E' però vero che laddove vi è una maggior flessibilità sul lavoro vi è anche una maggiore protezione dei disoccupati, ad esempio con un salario minimo garantito.

Per concludere: come si vede, il tema è piuttosto aperto e gli esperti hanno opinioni discordanti. Una cosa è certa però: dove c'è più flessibilità nel lavoro, quindi più facilità di licenziamento, ci sono anche sussidi di disoccupazione, un'assicurazione che copre il periodo in cui non si lavoro garantendo un reddito minimo.


Fonti.
Proteggere l'occupazione in tempo di crisi è un bene o un male per l'economia?
Labor Market Rigidity, Unemployment, and the Great Recession

sabato 29 ottobre 2011

Quanto costano i politici ad ogni italiano: un rapporto di Confcommercio

Un rapporto presentato dall'Ufficio Studi di Confcommercio, dal titolo Una nota sui costi della rappresentanza politica in Italia, analizza i costi della politica italiana, confrontandoli con quelli degli altri paesi. In attesa di darne un resoconto completo condivido alcuni grafici e tabelle di questo rapporto.













La risposta, alla domanda iniziale, secondo Confcommercio è: la politica costa 350 euro per famiglia all'anno.
E' possibile ridurre questa spesa?

Tutti i grafici/tabelle credit Confcommercio.

La mappa della felicità: classifica dei Paesi più felici del mondo

I dati di questa classifica mondiale della felicità sono stati raccolti dalla Gallup World Poll in 155 paesi del mondo per un periodo di tempo che va dal 2005 al 2009. Forbes ne ha tratto una classifica dei Paesi più felici del mondo. Questa classifica è basata essenzialmente su questi due indici: 

  • Prima domanda: si chiedeva ai soggetti di riflettere sulla soddisfazione generale della loro vita, attraverso un indice che andava da 1 (poco)  a 10 (molto).
  • Seconda domanda: si chiedeva ad ogni soggetto su come si fosse sentito il giorno precedente.
  • Le risposte a queste due domande andavano a costituire l'indice di prosperità, che riguardava cose come sentirsi ben riposato, rispettato, impegnato a livello intellettuale, senza particolari sofferenze e cose di questo genere.
Ecco la classifica dei primi posti: prima la Danimarca. Non cercate l'Italia: è 40esima. Ultimo il Togo.

imagecredit forbes.com

Chiaro che se l'indice su cui basare la classifica è un'autovalutazione è piuttosto difficile pensare di avere un parametro di giudizio uniforme, valido per tutti i paesi. Il modo di giudicare può variare rispetto alla situazione personale, alle aspettative (maggiori nei paesi avanzati, minori in quelli emergenti), capacità di valutazione individuale, influenze esterne temporanee, insomma è un indice di valutazione piuttosto variabile. Comunque, se è vero che l'indagine è durata quattro anni, questo fatto può aver limitato, in parte, l'enorme differenza di valutazione di cos'è la felicità.

A seguire la mappa realizzata su Targetmap.
Per chi volesse vedere la mappa a schermo intero, cliccare qui.















Comizi d'Amore di Michele Santoro: il Servizio Pubblico inizia il 3 novembre

Ecco il promo dei Comizi d'Amore di Michele Santoro realizzato da Vauro. Prima puntata giovedi 3 novembre alle ore 21:00. Nel promo vengono elencati tutti i canali TV e i siti internet dai quali potrà essere vista la trasmissione.




Ecco i siti che ospiteranno la diretta streaming:
servizio pubblico
il fatto quotidiano
corriere della sera
repubblica

venerdì 28 ottobre 2011

Diretta video del Big Bang: Renzi e Civati e i Rottamatori del Pd

Convention dei post-rottamatori Renzi e Civati.
Dal Corriere.

image credit corriere.it

Il carattere nazionale degli italiani: da Berlusconi a Bini Smaghi non si dimette mai nessuno

Forse ci vorrebbe una maggior facilità di licenziamento anche per politici e alti dirigenti pubblici, oltre quella relativa a tutti gli altri lavoratori che il Governo ha promesso all'Europa, e che aveva anticipato con il famoso articolo 8 della manovra, quello sulla flessibilità.
Invece i nostri politici e dirigenti pubblici sono affetti dalla malattia dell'anti-dimissione: non si dimettono mai, contrariamente a quanto avviene in tutto il resto del mondo. E' quello che accade a Berlusconi, ad esempio, al quale un giorno si e l'altro pure sia l'opposizione che parte della maggioranza chiede il famoso passo indietro, nuova sorta di balletto politico, che lui ovviamente non fa. Ed è quello che accade anche a Bini Smaghi, membro del board della Bce, sacrificato per  far passare la candidatura di Mario Draghi alla presidenza della Bce. Cosa della quale, però, Bini Smaghi non si dà per inteso, tenendo sulla graticola il Governo nei confronti della Francia, che aveva dato il suo appoggio a Draghi in cambio di un proprio membro nel board della Bce.
Realpolitik, come dicono alcuni, che si scontra con il real-attaccamento di politici e dirigenti pubblici alle proprie poltrone. Niente di strano che Bini Smaghi faccia tanta resistenza: fa parte del carattere nazionale non dimettersi mai.

Alluvioni e frane in Liguria: mappe del rischio idrogeologico e dati sulle precipitazioni

Questa è la mappa del rischio idrogeologico dell'Italia pubblicata dalla ISPRA. Sono dati del 2003.



Per quanto riguarda la Liguria, Regione colpita in questi giorni da un eccezionale nubifragio che ha causato alcune vittime e molti danni nella zona delle Cinque Terre, ricordo che, secondo questa mappa, 188 comuni e 309 km quadrati sono a rischio idrogeologico, a fronte di 235 comuni in totale e 5.420 km quadrati. Ciò significa che l'80% dei comuni liguri è a rischio, rischio che si ripercuote su un'area piuttosto ristretta,  rappresentando solo il 5,7% di tutta la superficie della Liguria.
Il Ministero dell'Ambiente ha prodotto questo documento, nel 2008, in cui si evidenziano le zone a rischio idrogeologico in Italia divise per Regioni e una mappa delle varie criticità -alluvioni, frane, valanghe-.

imagecredit minambiente.it


imagecredit minambiente.it

Un notiziario del 2009 dell'Università degli Studi di Firenze, pubblicava una mappa delle zone a più alto rischio frane ricordando, en passant, che negli ultimi 50 anni le frane hanno causato più di 2500 vittime, oltre i danni collaterali alle cose e le migliaia di senzatetto. Questa è la mappa.

imagecredit unifi
A conclusione del notiziario i due ricercatori (N. Casagli e R. Fanti) segnalavano che è proprio nelle zone a più alto rischio che
[...] devono essere attivate misure di prevenzione con la massima priorità.
Mentre negli anni si è faticosamente realizzato un buon collegamento fra centri di ricerca ed enti di governo del territorio, manca ancora un efficace trasferimento di informazioni verso la popolazione e verso i tecnici e i professionisti responsabili della realizzazione di opere civili.
Gran parte delle vittime per frane, alluvioni e terremoti nel nostro Paese è imputabile a comportamenti sbagliati, alla scarsa conoscenza della costituzione fisica del territorio e alla sottovalutazione delle problematiche geologiche in fase di pianificazione e realizzazione delle opere.

Sul sito della Arpal, l'Agenzia Ambientale Ligure, oltre a riportare i dati relativi alle precipitazioni che hanno interessato la zona del levante ligure per una lunghezza di circa 1460 km, rilevano un dato eccezionale
In un giorno è caduta circa un terzo della pioggia totale di un anno: la precipitazione massima caduta in tutto l’evento è di 542 mm, contro la media annuale di circa 1500 mm.
I dati analitici sono questi

  • Durata della perturbazione: 30 ore, fase acuta tra le 11:00 e le 19:00 del 25 ottobre 2011 
  • Precipitazioni massime puntuali (tutte a Brugnato):
  •          153 in 1 ora
    -       328 in3 ore
    -        472 in6 ore
    -        511 in12 ore
    -        539 in24 ore
    -        542 in30 ore (tutto l’evento)

  • Stima pioggia caduta:  
220.500.000 metri cubi, mentre allargando a tutto il bacino del Magra si arriva a 367.000.000 di metri cubi: il doppio della capacità del lago del Vajont o quindici volte l’invaso da cui trae l’acqua tutta Genova (lago del Brugneto).
Un confronto con le frane storiche dal 1970 ad oggi, evidenzia

Sulle brevi durate (1-3 ore) i valori di Brugnato hanno raggiunto quelli eccezionali registrati a Polanesi il primo giugno 2007 e hanno superato i valori misurati a Monte Gazzo nell’alluvione di Sestri Ponente del quattro ottobre 2010.
- Per quanto riguarda le cumulate su periodi più lunghi (da 6 a24 ore), la quantità di pioggia caduta su Brugnato ha raggiunto nelle 6 ore quella dell’alluvione storica di Genova del 1970, anche se le cumulate complessive su tutta la durata dell’evento non hanno raggiunto i valori dell’evento del 1970, caratterizzato anche da un’eccezionale persistenza della perturbazione.
Altri dati sulla pagina Arpal

 

Baby pensionati d'Italia: dalla moglie di Bossi agli impiegati pubblici d'annata

E' ancora caldo il clima a Montecitorio dopo che il Presidente della Camera Fini, durante la trasmissione Ballarò di martedi scorso, di fronte al Ministro Gelmini aveva sollevato la questione della baby pensione della moglie di Bossi, Manuela Marrone che, come dice il Corriere,
 è andata in pensione a 39 anni dopo aver fatto l'insegnante e prende 766 euro al mese.
Il risultato di queste rivelazioni di Fini, che per la verità non lo erano nemmeno, è stata una veemente richiesta di dimissioni da parte dei deputati della Lega, punti nel vivo da queste dichiarazioni.
Ma quanti sono i baby pensionati in Italia? Grazie ai quali, in parte, tutti quelli che dovranno andarci da qui in avanti ci potranno andare ad un'età sempre più alta. Si dirà, non è colpa loro, hanno sfruttato le normative esistenti. Questo per dire che, come noto, è sempre colpa dei politici. Ma vediamo quanti sono o sarebbero questi baby pensionati: secondo il Corriere, nell'articolo citato sopra, sono 500 mila, usciti dal lavoro prima dei 50 anni e che costano allo Stato 9 miliardi di euro. Era l'anno di grazia 1973, governo Rumor con l'appoggio di Dc, Psi, Psdi, Pri, e ai governanti di allora venne la bella idea
 di concedere alle impiegate pubbliche con figli di andare in pensione dopo 14 anni, sei mesi e un giorno, mentre era già possibile per gli statali lasciare il servizio dopo 19 anni e mezzo e per i lavoratori degli enti locali dopo 25 anni.
Numeri da giocarseli al lotto: 14,19, 25, gli anni di lavoro sufficienti per andare in pensione, cose che, a leggerle oggi, fanno rabbrividire. E la cosa continuò per un bel pezzo, almeno vent'anni, fino alla Riforma Amato del 1992. E proprio in quegli anni, esattamente nel 1994 e nel 1997, Rosaspina e e Stella raccontano due casi emblematici, due bidelle
che erano riuscite ad andare in pensione, rispettivamente, a 29 e a 32 anni, dopo aver lavorato come bidelle, con assegni quasi pari alla retribuzione.

Il totale esatto di queste baby pensioni fatto da Enrico Marro usando il Casellario centrale  dei pensionati è


  • 535.752 baby pensionati, di cui
  • 428.802 concesse dall'Inpdap (previdenza pubblico impiego) e
  • 106.950 concesse dall'Inps 
per un costo di

  • Inpdap 7,4 miliardi di euro l'anno
  • Inps 2,0 miliardi di euro l'anno

imagecredit il pappice


Alcuni dati statistici su questi baby pensionati andati in riposo così precocemente:


  • l'età attuale è tra 63,2 anni (e ha lasciato il lavoro in un'età tra i 35-39 anni) e i 67 anni (ha lasciato il lavoro in un'età tra 45-49 anni)
  • percepiscono la pensione da circa 18 o 24 anni e la percepiranno ancora per più di 15 anni
  • importo circa 1.500 euro lordi mensili
  • rapporto tra quanto versato e quanto percepito 1:3
  • nota geografica: la maggior parte delle baby pensioni sono concentrate al nord con il 65%, al primo posto la Lombardia, con 110.497 pensionati e 1,7 miliardi di costi.
baby pensioni per Regione
imagecredit demata
Lo stesso articolo contiene un interessante resoconto di un ex dirigente pubblico, baby pensionat,o fautore di una proposta che, purtroppo, come altre buone proposte, resterà lettera morta
ex «dirigente di una grande azienda Iri», dopo aver raccontato di aver lasciato il lavoro a 50 anni, conclude: «Sento un po' di rimorso per aver contribuito a defraudare le generazioni seguenti. Per questo, non avrei alcuna difficoltà a versare il 10% dei miei duemila euro mensili a un Fondo Giovani. La mia vita non cambierebbe, e mi sentirei più vicino alle nuove generazioni».

Dopo la lettera di Draghi-Trichet e la lettera di intenti ecco la lettera anonima degli scontenti del Pdl

Intensa attività epistolare tra i politici, di questi tempi. Dopo la lettera di Draghi e Trichet all'Italia e la recente lettera di intenti del Governo italiano all'Europa, ecco spuntare una lettera anonima, secondo indiscrezioni dell'Ansa proveniente dagli scontenti all'interno del Pdl: si parla di una missiva di 29 righe in tutto, il che lascia presupporre una stringata sostanzialità. Siccome a spizzichi e bocconi la pubblica il Corriere, ne tento una ricostruzione un po' come farebbe un egittologo o papirologo alle prese con rotoli o manoscritti dell'antichità. Vogliate scusare dunque i [...] che sostituiscono gli intercalari del Corriere che io però elimino, non volendo aggiungere o togliere nulla a questa lettera anonima degli scontenti o frondisti del Pdl.
«Caro presidente Berlusconi» [...] «grandi meriti politici» [...] «su un binario morto» [...] «rilanciare l'azione politica, allargare la maggioranza parlamentare alle forze che tradizionalmente hanno fatto parte della nostra coalizione e dare una svolta all'azione di governo» [...] «Ci sentiamo in dovere,  con la lealtà e la sincerità che ti abbiamo sempre dimostrato, di rappresentarti il nostro critico convincimento sulla situazione politica dell'attuale maggioranza parlamentare che sostiene il tuo governo. Dobbiamo oggettivamente registrare che l'esiguità dei numeri, in particolare alla Camera, non consente a questo governo di poter affrontare neanche l'ordinario svolgimento dei lavori parlamentari, e tanto meno quindi, di dare quelle risposte, anche molto impegnative sul piano del consenso sociale, che la drammatica situazione economico finanziaria richiede» [...] «non ha alcuna realistica possibilità di vittoria nei prossimi appuntamenti elettorali» [...] «Da parte nostra, la lealtà, il senso di disciplina e responsabilità che abbiamo finora dimostrato, sostenendo l'iniziative del governo anche quando i provvedimenti non erano in sintonia con i nostri principi e i nostri programmi, non potrà da oggi essere più garantita in assenza di una forte discontinuità politica e di governo»

Si noti che l'essenza dell'intera lettera sta tutta in quelle ultime sei parole  forte discontinuità politica e di governo. Che, tradotto dal politichese, significa

«Il passo indietro del premier è una delle precondizioni per un allargamento della maggioranza agli esponenti del centro moderato, che tolga alla Lega il potere di veto dimostrato anche in questa occasione», spiega uno dei firmatari della lettera-appello che si vorrebbe consegnare al premier entro la prossima settimana, dopo una raccolta di firme tuttora in corso. «Una maggioranza più forte - dice ancora il parlamentare del Pdl - è necessaria ora più che mai, per fare in modo che il governo sia in grado di approvare davvero i provvedimenti sui quali il premier si è impegnato a nome di tutti noi in Europa».
Alfano, richiesto di un commento sulla lettera, un po' minacciosamente afferma
«Non mi risultano lettere di Scajola né di nessuno. Se li conoscete, fatemi i nomi»



giovedì 27 ottobre 2011

Breve storia per immagini degli esperimenti scientifici in fisica: un'infografica


Per vedere in alta risoluzione clicca qui

I funerali di Marco Simoncelli: la diretta video

Valga per tutti quelli che sono morti in questi giorni, periodo di sciagure e drammi, questo funerale di un giovane e appassionato talento motociclistico, perchè tutti meriterebbero un ricordo solenne. Per chi volesse seguirla, la diretta video del funerale di Marco Simoncelli.
Dal Corriere.


Alcuni momenti del funerale: qui .

La lettera di intenti del Governo italiano all' Unione Europea, il testo. Focus: licenziamenti e pensioni

imagecredit it.euronews
Repubblica pubblica il testo della lettera di intenti presentata ieri da Berlusconi ai Presidenti del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy e della Commissione Europea Josè Manuel Barroso.
La lettera sembra aver raggiunto il suo scopo di rassicurare l'Europa e, apparentemente, anche le Borse, che reagiscono positivamente. La lettera è disponibile integralmente qui, ecco alcuni ampi stralci:
"L'Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo.

Quest'estate il Parlamento italiano ha approvato manovre di stabilizzazione finanziaria con un effetto correttivo sui saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di euro. Sono state così create le condizioni per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee. Dal 2012, grazie all'aumentato avanzo primario, il nostro debito scenderà.
[...] "Dal 2008 ad oggi il nostro debito pubblico è cresciuto, in rapporto al Pil, meno di quello di altri importanti paesi europei.
Dati economici. [...]  "Il Governo italiano ha risanato i conti pubblici e conseguirà l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Il debito pubblico in rapporto al PIL è stato ricondotto su un sentiero di progressiva riduzione. Nel 2014 avremo un avanzo di bilancio (corretto per il ciclo) pari allo 0,5% del PIL, un avanzo primario pari al 5,7% del PIL e un debito pubblico al 112,6% del PIL. Per realizzare questo obiettivo sono state approvate durante l'estate in tempi record due importanti manovre di finanza pubblica che comporteranno una correzione del deficit tendenziale nel quadriennio 2011-2014 pari rispettivamente a 0,2%, 1,7%, 3,3% e 3,5% del PIL. Nel 2011 si prevede un avanzo primario consistente pari allo 0,9% del PIL. Nonostante l'aumento delle spese per il servizio del debito, questo consentirà la riduzione del rapporto debito/PIL già nel 2012.I dati relativi ai primi otto mesi dell'anno in corso sono coerenti con questi obiettivi. E' doveroso segnalare che la nuova serie dei conti nazionali indica che nel 2010 il Pil italiano è cresciuto dell'1,5% e non dell'1,3% e, nei due anni della crisi, il Pil si è ridotto meno di quanto prima stimato (-1,2% invece di -1,3% nel 2008 e -5,1% invece di -5,2% nel 2009). Come conseguenza della revisione contabile operata da Eurostat il rapporto deficit/Pil, che è stato confermato a 4,6% per il 2010, è praticamente allineato a quello della Germania, rivisto dal 3,3% al 4,3%. Si noti, inoltre, che l'Eurostat ha rettificato al rialzo anche i rapporti deficit/Pil della Francia (dal 7% al 7,1%), della Spagna (dal 9,2% al 9,3%), della Grecia (dal 10,5% al 10,6%) e del Portogallo (dal 9,1% al 9,8%). In conclusione, nel 2010 l'Italia aveva, insieme alla Germania, il comportamento largamente più virtuoso in termini di indebitamento netto in rapporto al Pil.
Misure.  Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all'attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori
Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese Entro 6 mesi, l'adozione di misure che favoriscano l'accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l'efficacia 
Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione".
[...] 
Tale piano d'azione sarà definito entro il 15 novembre 2011. 
a) promozione e valorizzazione del capitale umano 
b) efficientamento del mercato del lavoro; 
c)  apertura dei mercati in chiave concorrenziale; 
d)  sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione; 
e)  semplificazione normativa e amministrativa; 
f)  modernizzazione della pubblica amministrazione; 
g)  efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia; 
h) accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia; 
i)  riforma dell’architettura costituzionale dello Stato.
 Finanza pubblica. 
PensioniGrazie al meccanismo di aggancio dell'età pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010 (art. 12 commi 12-bis e 12-ter, DL 78/2010, come modificato con art. 18 comma 4, DL 98/2011), il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026. [...] Contestualmente, per dare massima garanzia sul rispetto dei saldi è stata introdotta una clausola di salvaguardia. La clausola prevede che, in caso di ritardo nell'attuazione della delega oltre il 30 settembre 2012, le agevolazioni fiscali vigenti saranno ridotte del 5% per l'anno 2012 e del 20% a decorrere dal 2013. In alternativa, anche parziale, si è stabilita la possibilità di disporre con decreto del Presidente del consiglio, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, la rimodulazione delle aliquote delle imposte indirette, inclusa l'accisa.
 Dismissioni patrimonio pubblico 
Entro il 30 novembre 2011, il Governo definirà un piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico che prevede almeno 5 miliardi di proventi all'anno nel prossimo triennio. Previo accordo con la Conferenza Stato-Regioni, gli enti territoriali dovranno definire con la massima urgenza un programma di privatizzazione delle aziende da essi controllate. I proventi verranno utilizzati per ridurre il debito o realizzare progetti di investimento locali.
 Debito pubblico. 
Entro il 31 dicembre 2011, il governo affiderà l'elaborazione di un piano organico per l'abbattimento del debito attraverso anche le dismissioni ad una commissione ristretta di personalità di prestigio, in collaborazione con gli enti territoriali e con le principali istituzioni economiche e finanziarie nazionali ed internazionali. 
l costo degli apparati istituzionali 
Il Governo riconosce la necessità di rafforzare gli interventi volti a ridurre i costi degli apparati istituzionali. In particolare, verrà perseguita entro il 2012, una razionalizzazione e soppressione delle provincie e la riallocazione delle funzioni delle Province alle Regioni o ai Comuni, in modo da assicurare un significativo snellimento dei relativi apparati burocratici e degli organi rappresentativi.Verrà rafforzato il regime di incompatibilità fra le cariche elettive ai diversi livelli di governo.
Le prime pagine dei giornali di oggi, che hanno a che fare con l'obbligo della sintesi per quanto riguarda i titoli, individuano un paio di fattori di maggiore interesse: licenziamenti e pensioni.
Questo è il Corriere

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Questa è Repubblica

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Questa è La Stampa

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Ma non tutti titolano allo stesso. Ad esempio, Il Giornale

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e Libero, preferiscono spostare l'attenzione su altri punti.

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