sabato 25 dicembre 2010

Natale nel mondo





Il Natale è un giorno ordinario per i poveri delle zone rurali dello Zimbabwe.
Per i cittadini comuni questo Natale porterà un misto di piacere e dolore, con negozi un tempo vuoti pieni di cibi e bevande, ma con la maggior parte delle famiglie a chiedersi come pagare per comprarli.



Attacco suicida in Pakistan.
Almeno 40 persone uccise e decine ferite in un attacco suicida di una donna, nel nordovest del Paese.




Attacchi rovinano le celebrazioni di Natale.
Nuovi attacchi contro i cristiani hanno guastato i festeggiamenti di Natale mentre i leader della Chiesa condannavano la persecuzione religiosa e chiedevano la pace globale e la riconciliazione.






 Haiti vacilla sotto il peso dei linciaggi.
Almeno 45 persone uccise, accusate di aver usato la "magia nera " per diffondere il colera, un'epidemia che ha ucciso circa 2.400 persone.

2 commenti:

  1. “Il Natale è un giorno ordinario per i poveri delle zone rurali dello Zimbabwe.”

    Ma non si sta correndo il rischio di vivere anche in un “mondo ordinario?” E dunque anche i rituali auguri che oggi si scambiano tutti i credenti?
    Allora che speranze di bene vi possono essere per i casi qui elencati?

    Lo stato dell'ordinarietà, sta anche per scadente, come di cose che si deteriorano – mettiamo -, dunque anche del genere umano epocale che sta invecchiando e non è più in grado di occuparsi dei problemi sociali di cui ci interessa sapere.

    Quasi mi sento ipocrita nel farti gli auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo, amico mio, tuttavia li faccio.
    A meno che, ciò che auspico in tutti nel farli è riuscire a “conoscere te stesso” e concepire così delle risposte assai probabili a capire l'intimo perché di quei poveri dello Zimbabwe, tanto per cominciare.

    Ma a quel punto sorge il dilemma di “essere o non essere” e tutto diventa estraneo come essere fuori dal mondo, perché ti trovi in una situazione di stallo. Sarai “straordinario” ma serve agli “ordinari”? Dove la “QUESTIONE DELLA DECISIONE”?
    O forse potrebbe andar bene un altro dilemma che gli somiglia, “ESSERE E NON ESSERE”, una sorta di ermetico stato di “doppio”. Come a ritornare a somigliare al primo uomo di cui parla la Bibbia, che però soffriva di solitudine.

    La solitudine mi suggerisce lo stato attuale di espansione della materia cosmica della quale parlano gli astrofisici. Ogni essere vivente vive questo stesso stato e perciò non si giova più della simbiosi dello stato di aggregazione al punto di vivere disgregandosi attraverso il pensiero, appunto, in espansione.
    Di qui la possibile ipotesi dell'argomentata “ordinarietà”.
    Nulla è a caso e perciò questo potrebbe rientrare in una possibile prospettiva evolutiva dell'umanità verso l'analogo uomo edenico, ma non come un circolo che si chiude. Si tratta invece di una spirale.

    E allora sì che gli auguri avranno potere, ossia incapaci di dissociarsi per effetto pendolo e non si chiameranno nemmeno più auguri.
    Però fammi pensare, prima di mandare in pensione questa parola. AU sta per oro e GURI in brasiliano-portoghese vuol dire bimbo.
    Giusto un BIMBO D'ORO che potrebbe nascere a partire da questo Natale. Quello di nuova generazione?

    Che sia allora, caro Pà
    Gaetano

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  2. Il mondo ordinario è già qui, caro Gaetano, insieme ai sentimenti e alle speranze ordinari. Solo pochi sanno proseguire dove la maggior parte si ferma. L'uomo, in definitiva, è un essere banale e ridicolo, tutto preso dal proprio egoismo. Si aspetta sempre questo "bimbo d'oro" in grado di darci lo stimolo necessario ad andare al di là delle apparenze. Perchè, come tu noti giustamente, gran parte di questo augurificio è solo apparenza. Non nego che per tanti è un modo semplice di augurare il bene agli altri, in perfetta buona fede. Ma lì finisce. Nè mi acquieta pensare all'aspetto religioso, perchè non inizia e non termina nella religione "l'uomo di buona volontà". Solo che anche l'uomo di buona volontà ha un raggio d'azione limitato: sarà sufficiente questa sua minima influenza per scatenare una reazione a catena di buoni propositi? In definitiva penso che questo nostro non-fare sia il risultato di un non-saper-che-fare: di fronte al baratro non sappiamo se arretrare o proseguire, il dramma è tutto lì.
    Però il periodo festivo vorrebbe pensieri più tenui, e così ti offro i miei auguri, sinceri come i tuoi.

    RispondiElimina

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