venerdì 28 gennaio 2011

Europol: un sistema di polizia preventiva?

Vi è un discrimine così sottile tra azioni preventive desiderabili o indesiderabili che quasi mi vien voglia di solidarizzare con il premier. Non sono affatto sicuro che uno stato di massimo controllo da parte delle forze di polizia di tutti i cittadini sia quello più auspicabile. E' vero che l'aumento dei pericoli, legati soprattutto al terrorismo internazionale, impone controlli più serrati, ma non si può gettare tutto nello stesso pentolone.
Già il concetto di intervento preventivo, quando trasportato dall'ambito sanitario, suo proprio, ad altri meno propri, comporta la forzatura di tutta una serie di acquisizioni in temi di diritti, ottenuti a prezzo di vite umane. Se poi ci metti che  a volte anche la macchina dei controlli opera a senso unico, i sospetti diventano legittimi.
Su PressEurope c'è la traduzione di un articolo di Viktor Funk apparso sulla Frankfurter Rundschau dal titolo
La giustizia preventiva di Europol. Ne pubblico qualche stralcio:

"Il 4 ottobre 2010 un drone dell'esercito statunitense ha lanciato un missile alla frontiera fra Pakistan e Afghanistan. Nell'attacco almeno tre ragazzi sono stati uccisi. Nulla di strano, in quella regione. Tra le vittime, però, c'era un tedesco, il che è abbastanza insolito.
Bünyamin E., 20 anni, era sospettato di seguire un addestramento in un campo terroristico. La magistratura di Düsseldorf stava indagando su di lui. Dopo la sua morte però nessuno ha indagato su coloro che lo hanno ucciso, né sui soldati americani che comandavano il drone a distanza, né sui loro superiori.
Le autorità tedesche hanno difficoltà a procedere quando degli alleati nella guerra contro il terrorismo uccidono dei cittadini tedeschi o li rapiscono, come nel caso dell'islamista di Amburgo Mohammed Zammer nell'autunno del 2001. In compenso non esitano a comunicare i dati personali agli organi di sicurezza di altri paesi, anche se i sospettati non hanno precedenti."
Qui c'è già una specie di senso unico delle informazioni: si forniscono agli americani, ma non gliele si chiedono. O forse, semplicemente, le si chiedono ma non le si ottengono. E continua:
"Il caso di Bünyamin E. mostra quello che può succedere in casi estremi, quando dei servizi segreti stranieri sfruttano le informazioni riguardanti dei presunti terroristi: l'esercito americano ha ritenuto che Bünyamin fosse un terrorista e lo ha ucciso senza alcun processo.
In futuro i servizi di sicurezza stranieri potrebbero colpire ancora più spesso i cittadini di altri stati senza passare per i tribunali [grassetto mio]. Il Consiglio europeo raccomanda infatti l'istituzione di un programma di scambio di dati molto più ampio dell'attuale sistema di cooperazione fra i paesi membri."
Forse c'è qualcosa che non va. Il 1° gennaio del 2010 è stata creata l'Europol, agenzia di polizia comunitaria, con formazione presso l'Aia di un grande centro elaborazione dati provenienti da tutta Europa.

 "È esplicitamente previsto che Europol non riceva solo informazioni su pregiudicati, ma anche su qualunque persona ritenuta sospetta da qualunque servizio di sicurezza."
E' un'idea buona o cattiva?
 "Dato che il crimine si sta organizzando a livello mondiale, forse questa non è una cattiva idea. Il problema però è che da alcuni anni le agenzie di sicurezza nazionali si scambiano soprattutto informazioni sugli agitatori politici [grassetto mio]. Le ultime rivelazioni sulle talpe infiltrate nei movimenti di protesta inglesi e tedeschi sono solo un esempio."
E già questa è un'idea meno buona. Il prezzo da pagare per la sicurezza è allora il controllo stile 1984?


"In Europa tutti coloro che praticano la disobbedienza civile possono ritenersi sorvegliati dai servizi di polizia stranieri, soprattutto se si spostano per partecipare a delle manifestazioni in altri paesi. Chi blocca le ferrovie per manifestare contro l'energia nucleare, protesta contro l'allevamento in batteria o occupa le autostrade per protestare contro le tasse universitarie, potrebbe ritrovarsi nella banca dati Igast della polizia criminale tedesca."
A queste osservazioni le autorità rispondono
Lo slogan ripetuto dalla polizia è sempre lo stesso: "Chi non fa niente di male non ha nulla da temere". Ma davanti a questa situazione, un'affermazione del genere sembra assurda. Il principio fondamentale della presunzione di innocenza è completamente ignorato quando la polizia si basa solo su queste informazioni per applicare una sanzione."
Come detto, il discrimine tra sicurezza e stato di controllo totale è molto labile. Queste decisioni non possono essere prese senza un confronto molto ampio e soprattutto, alcune libertà fondamentali non possono essere mai calpestate. Ieri era il giorno della memoria, anche a questo servono queste date, a riflettere sulle molteplici forme che può assumere l'oppressione.

______________________________________________________________
Fonti
http://www.presseurop.eu/it/content/article/478481-la-giustizia-preventiva-di-europol
http://www.fr-online.de/home/-/1472778/1472778/-/index.html

5 commenti:

  1. è una jattura sta menata dell'europol, mah che posso dire? uno stato unico, una polizia unica, una giustizia unica, un esercito unico, una metodo per creare una dittatura unica? è una domanda lecita<?

    RispondiElimina

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...