giovedì 10 febbraio 2011

Nuove rivelazioni di Wikileaks sul petrolio in Arabia Saudita

I documenti di Wikileaks portano altre sorprese. L'Arabia Saudita, il più grande esportatore di greggio, avrebbe sovrastimato le sue riserve di un 40%  e non sarebbe in grado di contrastare l'aumento dei prezzi del petrolio.
Questo ciò che riporta The Guardian, secondo quanto rivelato dalle fonti di Wikileaks che riguardano documenti dell'ambasciata americana in Arabia Saudita.

Il prezzo del petrolio sale, supera quota 100 $, e ci si aspetta che l'Opec aumenti la produzione. Per quello che  riporta The Guardian però, in questi documenti ci sarebbe uno studio di un geologo saudita, Sadad al-Husseini, datato periodo 2007-2009, in cui si afferma che l'Arabia Suadita avrebbe raggiunto i 12 milioni di barili al giorno nell'arco di 10 anni, ma che probabilmente intorno all'anno 2012 si sarebbe avuto quello che viene definito il picco del petrolio, un aumento globale delle richieste petrolifere, non esaudibile. Dunque, l'aumento del costo del petrolio e di tutti i suoi derivati ne sarebbe la logica conseguenza. Un ulteriore fattore che diminuisce la quota di petrolio esportato da Riyadh è l'aumento di richiesta interna, dovuto alla crescita economica e della popolazione. L'errata stima delle riserve ipotizzata da  al-Husseini è presa in seria considerazione dagli Stati Uniti
"The US consul then told Washington: "While al-Husseini fundamentally contradicts the Aramco company line, he is no doomsday theorist. His pedigree, experience and outlook demand that his predictions be thoughtfully considered."
E' tutta la vita che sento parlare dell'esaurimento dei giacimenti di petrolio, che in capo a vent'anni, poi a trent'anni sarebbero finiti e ci saremmo trovati a spingere le auto con i pedali, che sia la volta buona?
 Non so  se tra le possibili conseguenze di questi fattori, oltre un ovvio aumento del costo di benzina e di tutto quello che proviene dal petrolio ci sia anche quella dell'esaurimento dei giacimenti. Sta di fatto che non è mai troppo presto per pensare a una seria alternativa all'oro nero.

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